Maybe.

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La luce.

Quel raggio di sole fastidioso che entra dalle finestre al mattino, quella luce che ti fa svegliare e ti fa stare di buon umore al primo battito di ciglia. Purtroppo quella mattina non bastò la luce per tirarmi su di morale e difatti quel giorno, nemmeno i raggi di sole caldi e luminosi riuscirono a farmi stare bene. 

Camminai fino al bagno e successivamente mi feci una lunga e rilassante doccia calda, per far scivolare lo stress e prendermi un po' di tempo per me stessa, quello che nei giorni scorsi non avevo avuto, mettendo questa priorità all'ultimo posto delle mie preoccupazioni.

Tornai nella mia camera con l'accappatoio per vestirmi. Aprii l'armadio e dopo aver messo sotto sopra tutti gli indumenti, misi una maglietta a maniche corte con delle scritte, uno skinny jeans ed una felpa lunga con il cappuccio.

Percorsi le scale fino ad arrivare in cucina al piano di sotto dove cucinai dei pancakes con sciroppo d'acero e mirtilli. Li mangiai molto in fretta, dal punto che quasi mi strozzai; erano i miei preferiti e la sera prima non avevo cenato dalla tristezza, rabbia, delusione che provavo nei  confronti di quel COGLIONE.

Quel giorno mamma uscii prima di casa per colpa delle commissioni quindi dovetti fare il tragitto per la scuola a piedi. Mi rilassava un sacco camminare la mattina, e quel giorno ne avevo molto bisogno. Mi misi gli auricolari e feci partire la mia playlist personale chiamata 'happiness', quella di cui avevo più bisogno in quel momento, così inizi a dirigermi verso quella scuola che odiavo tanto.

Alla fine non avevo voglia di vedere nessuno se non Harry, lui era l'unico che non mi aveva giudicata e che non se n'era andato dopo il casino successo con Niall nonostante fosse il suo migliore amico. Era una persona d'oro, realmente; sorrideva sempre, era affettuoso, era sempre molto disponibile quando si trattava di aiutare gli altri, sa ascoltare, sa dare buoni consigli e aiuti, ed è la persona più sincera che ci sia. Vorrei altri amici come lui.

***

Arrivai a scuola con i miei soliti 5 minuti di ritardo ed entrai in classe con il cappuccio della felpa alzato e lo sguardo basso mentre mi dirigevo verso il posto.

Quella volta sorprendentemente Romina mi salutò con la felicità di ogni mattina, il che mi fece molto piacere, mi era mancata un sacco.

"HEEEYY LAUU!" disse quasi urlando piegando la sedia di lato per avvicinarsi.

Quanto odiavo quel nomignolo, mi dava fastidio proprio.

"Heey, tutto apposto?" dissi con tono un po' preoccupato, come per dire che quel comportamento dopo due giorni che non ci eravamo parlate era strano.

"Si si, va tutto bene...Perché me lo chiedi?" mi chiese con aria dubbiosa

"Boh, torni a parlarmi come se non fosse successo niente. Cosa è cambiato? le domandai sottovoce.

Il prof di storia era entrato in classe ma io non volevo chiudere la mia conversazione con Romina in quel modo, così cercai di parlare a bassa voce per non farmi beccare.

"Niente. Semplicemente ho capito che ho sbagliato a reagire in un modo così brusco e mi sono ritrovata dalla parte sbagliata quando invece sapevo che avrei dovuto aiutarti a superare quel momento difficile per te, per questo mi scuso. So che sono stata abbastanza stupida e immatura, ma non parlare con te è una delle poche cose che non riuscirei mai ad evitare" mi spiegò lei a bassa voce avvicinandosi sempre di più al mio banco.

A quelle parole quasi mi commossi, non sapevo cosa rispondere. Romina era un'amica speciale, non saprei cosa fare se un giorno dovessi perdere lei e la sua preziosa amicizia, soprattutto se in questioni stupide come questa. Le volevo bene, anche se non lo dicevo spesso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 02, 2021 ⏰

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