Entrai in mensa. La disposizione dei tavoli era sempre la stessa, la differenza era che ora Van e Margot erano al tavolo da sole. Margot aveva tra le mani un libro e Van stava incidendo qualcosa nel tavolo col coltellino.
Mi incamminai nella loro direzione.
Era strano come le cose si erano evolute in così poco tempo. All'inizio pensavo che Vanellope fosse un problema e che se avessi voluto ripensare a farmi una vita la ragazza per me fosse Margot. Ora ero certo che mi sbagliavo.
Margot era troppo fiscale e logica per essere giusta per me, sicuramente era più Erudita che le altre fazioni, anche se ogni tanto la dolcezza e la disponibilità degli abneganti usciva e mostrava un lato quasi fragile di se. Nonostante avesse affrontato quasi le stesse disavventure della sorella.
La cosa ancora più buffa era ritrovarsi al tavolo con entrambe adesso.
-Margot, hai già letto quel libro circa dieci volte. Lo sai a memoria- la sorella le sorrise e la diretta interessata roteò gli occhi.
-Si, ma non mi ricordavo bene un passaggio e poi almeno faccio qualcosa che mi piace- le due ragazze s'interruppero quando finalmente decisi di sedermi.
Van prese un morso del suo hamburger e Margot spiluccò un po' di insalata.
-Ciao- disse Vanellope sorridendomi. Margot roteò gli occhi.
-Non ti piacciono i miei allenamenti?- chiesi a Margot mangiando un pò del mio hamburger.
Lei alzò appena gli occhi squadrandomi e tornando al suo libro.
-Non molto, non mi piace la guerra e in generale la violenza- prese un'altra foglia di insalata.
Il pranzo continuò in silenzio.
Tra me e Vanellope c'erano brevi contatti, ma ognuno di quelli provocava scosse elettriche in tutto il corpo. Non potevo evitare di guardarla. Era stupenda. Eppure era vestita nel solito modo, qualche garza in più sulla mano e sui polsi, una cicatrice bene in mostra sulla spalla destra e i piercing scintillanti sotto la luce del sole.
Margot, invece, era più interessata a sottolineare il libro, scriverci appunti e fulminarmi ogni tanto.
Van si alzò per andare all'esterno alla fine del pranzo. Io feci per seguirla quando Margot mi bloccò per un polso.
-Sai se... se Caleb tornerà qui?- era arrossita visibilmente.
Il libro era aperto sul tavolo. Erano illustrati i sieri.
Mi risedetti incuriosito.
-Perchè?- mi sembrava di vedere i numeri e le rotelle dentro la sua testa cercare di sistemarsi.
-Devo parlargli di alcune scoperte che ho fatto. Potrei aiutarlo nei suoi studi su di noi. Quindi, sai se tornerà?- incrociò le mani sul tavolo e mi fissò negli occhi.
-Credo venga oggi pomeriggio a controllare il progetto. Comunque non credo sia solo per quello che tu lo voglia vedere- strizzai un po' gli occhi per studiarla e le sue guancie si ricolorarono di rosso.
-Non... non ti interessa, Quattro. Piuttosto, fino a quanto vi siete spinti tu e Lope?- sorrise maliziosamente.
Gelai sul posto, ma anni di allenamento mi avevano aiutato a tenere la calma.
-Non ti interessa, Margot. Comunque sappi, che ciò che provi per Caleb è umano- eravamo come in una battaglia di frasi.
Io smontavo il suo essere calcolatrice e lei smontava la mia corazza, ma chi avrebbe vinto?
-L'amore... è una sciocchezza. Impulsi elettrici che invadono il cervello, ecco cos'è. Ed inoltre è solo un'inutile perdita di tempo e una fonte di tristezza. Guarda Vanellope, guarda Christina e guarda... te. Non pensi che l'amore sia una fandonia?- gli occhi brillanti dell'erudita che era in lei erano accesi da dati e informazioni.
-No. Finchè lo leggerai come un dato scientifico non lo capirai-
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Risurgment
FantasyTobias è stato separato dalla sua metà. Beatrice è morta per salvare la sua gente. Lui è morto dentro. [-Il seguito della saga Divergent di Veronica Roth, scritto e pensato da me]