prologo

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Non aveva senso la vita senza di lei, tutto senza di lei era insensato.

Mi mancava, la rivolevo, non poteva essere morta così, no!

Ogni ragazza mi ricordava Beatrice, ogni posto mi ricordava noi, tutti sembravano avere qualcosa che le apparteneva.

La sognavo, lei mi diceva "vai avanti", ma come potevo?

La mia vita era morta insieme a lei, la mia anima era volata insieme alla sua in un aldilà freddo e infelice.

Come ogni sera stavo andando al bar, volevo il mio bicchiere di alcool e tutto quello che potevo usare per ubriacarmi per tutta la notte.

Quattro, capofazione degli insorti, ora si ritrova ad essere un normale ragazzo ubriaco in uno dei bar della città.

Pena. Facevo semplicemente pena.

Arrivai al locale ed entrai. Come sempre c'erano ragazze ubriache, vecchi con nulla da fare e ragazzini in cerca di qualcosa.

Mi sedetti sulla sedia di fronte al barista.

Una ragazzina seminuda con un bicchiere di birra si avvicinò a me, la allontanai bruscamente. Mi faceva schifo.

Rick mi salutò e mi passò un boccale di birra scheggiato, lo ringraziai con un gesto.

Il primo bicchiere lo odiavo; mi scendeva per la gola bruciandomela come se fosse fuoco.

-Dov'è Quattro?- gridò qualcuno dalla porta.

Presi un'altra boccata dell'intruglio amarognolo che avevo davanti. Era calato il silenzio in tutta la stanza.

Nemmeno quel soprannome che per anni ho vantato mi apparteneva più.

-Chi mi cerca?-

Dei passi si mossero fino a me. Pesanti, ma controllati; sicuramente un ex-erudita.

-Sono Alecsander, divergente erudita e abnegante, sono il secondo capo del nuovo stato. Hanno bisogno di te alla base generale- disse con un tono di voce tipico da abnegante, ma con parole da erudita.

Un altro sorso bollente di birra mi corrose la gola.

-Perchè? Ho espressamente chiesto di voler essere lasciato in pace. Solo Johanna può convocarmi- dissi con tono pacato accasciandomi sullo schienale della sedia.

-Hanno bisogno di te, vieni-

Iniziai a ridere sommessamente.

Non mi sarei mosso da lì per niente al mondo, non volevo più avere niente a che fare con capifazione, capi di stato e titoli vari.

Avevo perso la mia guerra, ora non aveva più senso combattere.

-No-

-Potresti vedere Tris-

potresti vedere Tris

Mi alzai di colpo prendendolo per il colletto della camicia bianca e sollevandolo dal pavimento.

Tris era morta, non ero stupido.

-Lei è morta-

Lo sguardo fisso nei suoi occhi. Aveva paura, non era abituato alla potenza e alla violenza.

-Una ragazza, abbiamo una ragazza che le somiglia molto- balbettò l'uomo.

Lo guardai.

Mi voleva prendere in giro? Credeva che per una falsa Tris avrei fatto quello che voleva?

-Per essere il secondo capo sei rammollito- tutti risero.

-Perfavore-supplicò.

Lo misi a terra. Lui si sistemò i vestiti e mi fece segno di seguirlo fuori dal locale.

Pagai la mia birra e uscii dietro all'uomo.

La macchina argento del capo stato era parcheggiata di fronte al locale.

Cosa volevano da me? Non mi aveva già preso tutto questa stupida rivolta?

Aprii la portiera posteriore e lui si mise al posto del passeggero davanti.

Salii con la fronte corrugata, qualcosa non andava.

-Ben ritrovato Quattro, o dovrei dire Tobias?- la voce che meno volevo sentire si diffuse nella macchina.

-Caleb sparisci o ti uccido- ringhiai stringendo i pugni.

Volevo spaccargli la faccia, per colpa sua la mia ragione di vita ora non c'era più.

-So che sei arrabbiato...-

-Ti avevo esplicitamente detto di non venirmi a cercare perchè ogni volta che ti vedo mi viene voglia di bruciarti- risposi serio e tranquillo. Come diceva Tris era ciò da cui capiva quando ero veramente arrabbiato.

Tris...

-Non l'ho deciso io e lo sai. Comunque, abbiamo bisogno di te. Anche a me manca...- disse Caleb poggiandomi una mano sulla spalla.

-Non toccarmi, le regole restano sempre le solite- lui allontanò la mano -cosa vuoi da me?- sibilai trattenendo la nausea.

Nella penombra riuscivo a vedere la sua agitazione.

-Abbiamo trovato dei ragazzi che non sono identificati...Dovresti addestrarceli- concluse in un solo fiato.

Addestrarli? Per cosa?

-A mo' di intrepidi?-

-Si. Devi anche scoprire le loro attitudini attraverso le simulazioni-

Mi stava prendendo in giro?

-Un'ultima cosa: avrai a che fare con una ragazza simile a Tris, magari...-

-Impossibile-

-Va bene, allora domani alle otto ti aspettano nella sala addestramento- concluse Caleb dando un cenno al pilota che mise in moto la macchina -ti portiamo al quartier generale, avrai la stanza lì-

Annuii, non mi servivano parole.

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