Chapter VI

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Mi ero alzato presto, avevo bisogno di una doccia per schiarirmi le idee. Dopo la doccia ero tornato in camera lasciando scoperto il mio busto. Ero appoggiato contro lo stipite della porta a braccia incrociate e guardavo Vanellope arrotolata tra le coperte. Ero sicuro che a Tris non sarebbe dispiaciuta. Sarebbero sicuramente diventate amiche.

Era quasi ora di andare all'allenamento, ma non volevo svegliarla.

La vidi rigirarsi nel letto cercando il calore di un corpo contro il suo.

Aprì gli occhi  e mi fissò. Probabilmente si doveva ancora svegliare.

Si alzò insicura e si avvicinò a me.

-Buongiorno, la maglietta è svanita?- chiese sorridendo. Adoravo il sorriso di quella ragazza, nonostante adesso fosse leggermente arrossato ai lati della bocca.

I suoi occhi si spalancarono guardandomi il petto tatuato.

-Vorresti essere come loro?- chiese lei fissando i simboli delle fazioni uno ad uno.

Le presi una ciocca di capelli tra le dita.

-Si- risposi.

Mi sorprese come avesse subito capito il significato del tatuaggio.

Mentre sorrideva si diresse verso il lato del letto ed estrasse una spazzola piccolina dal lato dello stivale. Si spazzolò i capelli ed io ne rimasi incantato per qualche minuto. Si tolse una garza dal polso e legò le onde scure in una coda alta, infilò gli anfibi e li legò stretti.

-Dal momento che ti stai opponendo ad ogni sorta di vestito sul tuo petto, non è che mi presteresti una tua maglia? Rischio di arrivare in ritardo se vado a prenderne una dalla mia stanza- aveva gli occhi luccicanti di spensieratezza, eppure quell'ombra di tristezza e amarezza le rimaneva.

Ridendo aprii un borsone dal pavimento, le lancia una maglietta nera e ne presi una per me.

Lei la indossò legando la fine all'altezza dei fianchi in un nodo e bloccando le maniche sulle spalle con le spalline della canottiera.

-Grazie mille- disse arrossendo mentre andava verso la porta.

Come mio solito le afferrai la mano e sentii un brivido partire da entrambi i nostri corpi.

-Non mi saluti?- si girò con un viso scherzoso e mi abbracciò.

La testa contro al mio petto e la mia sui suoi capelli.

Profumava di cioccolata e menta.

Poi uscì dalla stanza.

Non vedevo l'ora di rivederla.

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-Oggi faremo delle simulazioni contro la paura. I più piccoli invece andranno nella sala attitudinale insieme a Caleb- grignai quel nome.

Non volevo far vivere a quei ragazzi le loro paure dopo quello che avevano passato, non mi sembrava giusto.

Erano in tre: Margot, Van e il ragazzo.

Per primo entrò il ragazzo. Il siero su di lui non aveva effetto non si addormentava. Lo mandai da Caleb.

Dopo entrò Margot.

-Sono contro il siero della paura, non avrà effetto con me. Van se vorrà ti lascerà vedere le sue paure, ma non penso- disse la ragazza guardandomi negli occhi.

Non capivo. Se vorrà?

-Possiamo modificare gli effetti che hanno i sieri sulle persone normali, i GP o i GD per intenderci. Tris resisteva a tutti i sieri e modificava le paure, noi possiamo non cadere addormentati, possiamo ubriacarci col siero della verità, espellere sotto forma di gas il siero della morte, dimenticare solo ciò che vogliamo col siero della memoria e rilassarci con quello dei pacifici. In poche parole possiamo modificare i sieri modificati- disse lei spostando una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

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