La sala d'addestramento non era nient'altro che una mensa di una delle fattorie dei pacifici.
Una ventina di ragazzi dai dodici ai diciassette anni erano radunati in gruppo.
Ineducati, chiassosi e allo sbaraglio.
Studiai la stanza: i più piccoli si rincorrevano, le ragazze parlottavano tra loro e i ragazzi si davano pacche sulle spalle e facevano delle simil-lotte scherzose l'uno contro l'altro.
Tris...
Era lì, in mezzo alle altre ragazze. Capelli biondi, occhi scuri, viso tondo e corpo minuto, ma slanciato. Era lei, ne ero sicuro.
Ma lei era morta davanti ai tuoi occhi, è finta.
Girai lo sguardo per cancellare i pensieri.
Tris?
Era identica all'altra ragazza tranne per un dettaglio: il colore di capelli.
Era in disparte, seduta su un tavolo con le gambe penzoloni e la schiena aderente al muro. Aveva un coltellino in mano con il quale giocava.
-Quattro, datti da fare- disse una voce all'altoparlante.
Sbuffai.
-Qua!- gridai cercando di farmi sentire.
Tutti vennero verso di me in un semicerchio, tranne la ragazza solitaria dai capelli scuri.
-Tutti- corressi fissandola.
Lei si voltò e svogliatamente si alzò dirigendosi lentamente verso di me.
-Vi voglio divisi per età. I più piccoli davanti in file ordinate, subito-
I più giovani si diressero davanti mentre le due ragazze si diressero più in fondo.
Erano identiche, due Tris che si differenziavano per il colore dei capelli e per l'abbigliamento: una aveva un paio di pantaloni aderenti neri strappati, una canottiera nera, una striscia di stoffa nera annodata sotto la spalla destra e degli anfibi maschili neri.
L'altra aveva una gonna nera, una camicia azzurra e un paio di ballerine bianche.
Erano totalmente diverse eppure apparivano uguali.
-Scegliete un rappresentante che vi presenti. La prima fila sarà la prima a parlare-
Un bambino fece un passo avanti.
-Sono Jack, lei è Kassy, poi Kriss, Mike e Sergio. Tredici anni-
-Sono Kristen, poi Mark e Greg. Quattordici anni-
-Io sono Leyla e lui è Simon. Quindici anni-
-Sono Chris. Sedici-
E poi finalmente fu il turno delle due ragazze. La bionda si schiarì la gola.
-Siamo Margot e Van e abbiamo diciassette anni- disse seria sorridendo.
L'altra ruotò gli occhi.
Margot e Van
Tris due e Tris tre.
Fissai tutti i ragazzi davanti a me.
-Ci sono dei sacchi ai muri. Sceglietene uno, inizieremo con le mosse basi del combattimento- annunciai mettendomi le mani nelle tasche dei pantaloni.
Tutti si mossero verso l'attrezzo, tranne Van.
Margot la chiamò, ma lei tornò alla sua vecchia postazione.
-Ho detto di andare ad allenarsi- dissi a bassa voce avvicinandomi a lei.
Mi guardò e sorrise scherzosamente.
-So già difendermi- disse prendendo ancora in mano il coltellino e passandoselo da un dito all'altro.
-Questo non ti da il permesso di non fare ciò che ti dico-
Ero sempre più vicino a lei. Mi stava facendo innervosire.
-Io faccio ciò che voglio e non è un single depresso che mi comanda-
Single depresso.
Sorrisi di rimando.
-Se mi batterai in un corpo a corpo potrai fare quello che vorrai- dissi indicandole un piccolo ring rialzato.
Lei si alzò senza dire una parola e andò verso il ring.
Si diresse spaventata verso la pedana.
I suoi capelli biondi raccolti in una coda ondeggiavano sfiorandole il collo delicatamente.
Era fragile e debole, avrebbe perso di sicuro.
Eppure non potevo farci niente, Eric voleva fargliela pagare.
Scrollai la testa.
Lei non era Tris.
Salì sulla pedana. Io mi tolsi la giacca nera e la lasciai cadere a terra.
Era piccola e debole, con pochissimi muscoli.
Era come Tris, non avrei mai potuto farle del male.
Fece un passo verso di me e mi tirò un pugno.
Lo schivai e gliene tirai uno che schivò a sua volta.
-Fai sul serio- disse tra i denti.
Dietro di lei Margot ci guardava silenziosa e abbastanza sbigottita.
Si avvicinò tirandomi un pugno sotto al mento.
Era forte. La vista mi si annebbiò.
Lei mi tirò un calcio nello stomaco.
Dovevo ribellarmi. Era furba e sapeva dove doveva colpire.
Ma io lo ero di più.
Lei cercò di tirarmi un pugno nel viso. Spostai la testa.
Il pugno colpì l'aria dietro di me. Le afferrai il braccio e la feci cadere a terra in un secondo. Le girai il braccio e la sentii trattenere un gemito di dolore.
Chiusi gli occhi mentre la schiacciavo contro la pedana.
Avevo vinto.
-Ora farai quello che ti dico, chiaro?- le dissi stringendole il braccio.
grugnì e la lasciai andare.
Van sarebbe stato un bel problema.
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Risurgment
FantasyTobias è stato separato dalla sua metà. Beatrice è morta per salvare la sua gente. Lui è morto dentro. [-Il seguito della saga Divergent di Veronica Roth, scritto e pensato da me]