Una sagoma

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Ci separammo da Hitomi ed entrammo nel negozio di dischi.

Sayaka si precipitò nel reparto di musica classica, mentre io vagavo di reparto in reparto, ascoltando qualche canzone di quà e di là.

Mentre ne stavo giusto ascoltando un'altra, sentii qualcuno urlare.

Mi guardai attorno, allarmata, ma nessuno sembrava muoversi.

-Salvami! Salvami, Madoka!-

Sobbalzai, e il tipo vicino a me mi guardò strano, ma poi tornò al suo cd.

-Presto, Madoka!-

Perchè nessuno faceva niente?

Allora capii.

La voce era nella mia testa.

"Sto forse diventando pazza?"

-Ma dove sei?-mormorai.

Uscii dal negozio e mi incamminai verso il seminterrato, ancora in costruzione.

Le urla mi stavano traforando i timpani, e la paura mi bloccava le gambe; non so per quanto sarei riuscita a sopportarlo.

La voce sembrava farsi sempre più vicina; fino a quando non trovai ai miei piedi l'esserino più strano che avessi mai visto.

Assomigliava a un gatto, ma allo stesso tempo, era completamente diverso, soprattutto per le orecchie, da cui uscivano buffi "prolungamenti" di carne; era uno spettacolo raccapricciante e affascinante allo stesso tempo.

Era ridotto molto male, con delle ferite molto profonde da cui usciva del sangue denso e scuro; respirava a fatica.

-Eri tu quello che mi chiamavi?-

-S..salvami, M-madoka- disse la piccola creatura con una vocina acuta.

Lo presi in braccio.

-Ma chi ti ha ridotto cos..-

Le tubature sopra di noi cominciarono a scricchiolare, quando improvvisamente esplosero, e uscì una nuvola di vapore.

Riuscii a vedere la sagoma di una persona che si avvicinava, a passi regolari.

Sembrava una ragazza.

Io, MadokaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora