Avvertimento

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Finalmente arrivò l'intervallo e come al solito andai al banco di Sayaka, che guardava con aria invidiosa Homura, attorniata da tutte le nostre compagne di classe, che le facevano domante a profusione su quale shampoo usasse, in quale club avesse intenzione di entrare o in quale scuola fosse stata prima di trasferirsi.
Ad un certo punto, Homura, massaggiandosi le tempie, disse: -Scusate, non mi sento molto bene; credo che andrò in infermeria.-
Subito un coro di voci si offrirono per accompagnarla,  ma lei disse che avrebbe chiesto alla capoclasse.
Si alzò e venne verso di me:
-Kaname Madoka, mi accompagneresti in infermeria?-
-S..si, certo- risposi. Come faceva a sapere che ero la capoclasse? Era arrivata da poche ore!
Ci incamminammo verso l'infermeria, ma non c' era alcun bisogno che io la guidassi: sapeva perfettanente la strada, come se l'avesse giá fatta.
L'atmosfera era pesante, così cercai di fare un po' di conversazione.
-A..Allora, Akemi-san, come ti trovi in questa scuola?-
-Chiamami pure Homura.-
-Homura-chan...- Non era un nome comune, anzi, non avevo mai conosciuto qualcuno che si chiamasse "fiamma''; inoltre, creava un bel contrasto con il suo sguardo vuoto.
Eravamo quasi arrivate,  e ci trovavamo in un porticato di vetro coperto sospeso che congiungeva i due edifici che formavano la scuola.
Homura era davanti a me, quando si girò improvvisamente ruotando il piede in maniera strana, innaturale eppure molto aggraziata, come un passo di danza; i suoi occhi erano accesi da una luce sinistra e mi fissavano.
Non sapevo come reagire; ero paralizzata. Potevo solo aspettare che parlasse.
-Madoka Kaname- la sua voce aveva un tono apatico -saresti pronta a rinunciare a tutto, ai tuoi amici, alla tua famiglia, alla tua vita? Rinuncieresti a te stessa?-
Cosa stava dicendo?!
-C..certo che no!-
- Allora cerca di ricordare sempre chi sei:una normale ragazzina.-
Dopo questo strano avvertimento,  il suo sguardo severo tornò normale (sembrava quasi sollevata), e s'incamminò nuovamente verso l'infermeria, in silenzio.
Io rimasi immobile a fissarla, mentre il suono regolare dei suoi passi rieccheggiava nel corridoio.

Io, MadokaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora