Parte 3.

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Erano saliti tutti e tre nel grande ascensore che dai parcheggi li avrebbe portati al loro piano, Jungkook, Yoongi e Hoseok erano arrivati qualche minuto prima di loro ed erano già su casa - loro erano stati bloccati nel traffico per una decina di minuti -.

Ora che il momento cuore a cuore era terminato erano stati riportati alla realtà: Jimin voleva sapere come stesse Tae, quindi continuava a fissare i numeri dei piani salire troppo lentamente; Jin invece non sapeva ancora come chiedere a Tae perdono, quindi aveva iniziato a torturarsi le mani.

"Mi state mettendo ansia." li riprese Namjoon infilando le chiavi nella toppa per aprire casa. Non la finivano di sbuffare e battere i piedi freneticamente a terra - Jimin -, e mordicchiarsi le pellicine del pollice - Jin -.
Quasi buttarono giù la porta per entrare nell'appartamento, correndo per trovare qualcuno che sapesse che fine avesse fatto Tae.

E Tae era lì, seduto su uno dei divani, con Jungkook ad accarezzargli i capelli alla sua destra, e Hoseok che gli porgeva una tazza di tè; di Yoongi nemmeno l'ombra.

Jimin prese posto alla sua sinistra, come se quella fosse la sua posizione naturale, appoggiando la testa sulla spalla del moro e sussurrandogli qualcosa all'orecchio, a cui Tae rispose con un cenno d'assenso e un piccolo sorriso.

Il maggiore non riusciva a continuare a guardarlo, così si diresse in cucina, e una volta seduto al bancone si prese la testa tra le mani sospirando affranto. Namjoon decise di seguire il suo miglior amico, sedendosi vicino a lui e prendendo il tè che Hoseok gli stava porgendo.

"Come sta?" chiese il leader. Sperava che Tae avesse detto qualcosa dal loro ritorno.
La figura di Yoongi che apriva l'anta del frigorifero lo distrasse. "Come vuoi che stia, sta di merda." disse senza peli sulla lingua il rapper. La bottiglia di succo che rimaneva stretta tra le sue mani, ma lui aveva trovato qualcosa di meglio da fare, e quel meglio era fulminare Jin con lo sguardo.
"Smettila di guardarmi così, cazzo! Lo so che è tutta colpa mia, non devi ricordarmelo ogni singolo istante." urlò il maggiore. Aveva provato a trattenersi ma non ne poteva più di tutte quelle accuse neanche poi tanto velate da parte del ragazzo: Yoongi lo considerava un coglione perché aveva la possibilità di viversi una storia da favola, invece di trattare male Tae, se solo avesse avuto le palle di rivelare i suoi sentimenti, cosa che lui - a detta sua - non poteva fare visto che Jimin non lo vedeva in quel modo.

Le urla raggiunsero i tre dongsaeng sul divano in salotto. E senza pensarci due volte Taehyung si alzò per andare a controllare la situazione.

Lo videro affacciarsi dall'arco che dalla cucina portava alla zona soggiorno, e nessuno osò parlare. "Cos'è, il gatto vi ha mangiato la lingua?" disse incrociando le braccia al petto con aria di sfida. Odiava quella situazione, e ancor di più che i ragazzi ce l'avessero con Jin; aveva riflettuto e, anche se non giustificava lo schiaffo né comprendeva come Jin avesse perso talmente tanto le staffe, capiva tutto il resto: lo aveva provocato, e anche parecchio, quindi capiva perché Jin avesse reagito in quel modo, almeno fino alla parte dello schiaffo. "Allora?" chiese ancora inarcando un sopracciglio.
"Dobbiamo parlare." pronunciò serio Jin parandoglisi davanti. Non poteva scappare da nessuna parte, non stavolta.
"Sarebbe gradito un per favore." disse il moro guardandolo negli occhi dopo tanto tempo.
Jin sbuffò una risata, Tae lo avrebbe fatto impazzire fino alla fine dei suoi giorni. Lo prese per il polso e se lo trascinò dietro, ignorando i suoi ehi che lo intimavano di lasciarlo. "Sarebbe gradito se stessi zitto e mi ascoltassi." ribatté il maggiore continuando a marciare verso la stanza sua e di Yoongi. I ragazzi corsero in salotto per vedere Jin trascinare Tae su per le scale, e chiudersi in camera.

Jimin e Namjoon si guardarono complici, quella cosa poteva finire solo in un grande disastro… o in una grande svolta. Yoongi grugnì guardandoli, andandosi a stravaccare su uno dei divani, visto che era stato implicitamente sbattuto fuori dalla sua stanza.

[...to be continued]

Thinking Out Loud - a Taejin storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora