"Ora ti siedi e mi ascolti." ordinò Jin al più piccolo, indicandogli il suo letto.
Tae però era incline alla ribellione, per questo decise di sedersi sul letto di Yoongi, facendo sbuffare l'altro. Aveva capito che il maggiore aveva finalmente raccolto il coraggio per chiarire, e anche se era ancora arrabbiato con lui per via di come si era comportato durante l'intervista, non poteva far a meno di trovarlo adorabile mentre si morsicava le pellicine del pollice - cazzo, era fottutamente perso.
"Vai, sono tutt'orecchi." gli diede il via libera, spostandosi i capelli dietro le orecchie per prenderlo in giro, e accavallò le gambe.
Jin non se lo aspettava. Non si aspettava di trovare Tae in salotto, né di vederlo così tranquillo, né tantomeno così ironico, non dopo che se n'era andato in quel modo dall'intervista… non dopo quegli ultimi giorni.
"Mi dispiace-"
"Dimmi qualcosa che non so."
"Non interrompermi per favore."
"Uh, per favore va bene…"
Jin lo fulminò con lo sguardo, sapeva che il moro era nervoso quanto lui, per questo continuava a sdrammatizzare, ma la cosa non lo aiutava a mettere insieme delle scuse sufficientemente accettabili. "Tae lasciami parlare." erano giorni che il maggiore non diceva il suo nome, e sentirlo chiamare da quella voce così soffice lo fece fremere. "Mi dispiace per quello che è successo, non avrei mai dovuto reagire in quel modo alle tue attenzioni. Avrei dovuto scherzarci sopra come sempre, e invece quella sera è stato diverso, ed ho reagito male, nel peggiore dei modi, e non me lo perdonerò mai. Mai. Sono stato un tale stronzo con te che se non mi vorrai più vedere avrai la mia più totale comprensione. Non merito di avere il tuo perdono, non dopo averti colpito. Non so cosa mi sia preso, davvero, non avevo intenzione di fare niente di simile, non sono una persona violenta… lo sai vero?" la voce di Jin s'incrinò sull'ultima frase.La cosa che più sperava è che Tae non avesse cambiato opinione su di lui, l'ultima cosa che voleva era far paura a qualcuno.
Il più piccolo lo guardò da sotto la frangia, e provò una gran tenerezza: Jin aveva paura che lo odiasse e lo credesse una persona diversa, ma se c'era una cosa che sette anni di convivenza gli avevano insegnato sul maggiore era che fosse la persona meno incline alla violenza che conosceva; per questo si sentì in dovere di rassicurarlo. "Lo so, Jin." soffiò. E Jin perse un battito nel sentire la calda voce di Tae chiamarlo.Entrambi avevano gli occhi lucidi, ma nessuno dei due osava dare soddisfazione all'altro scoppiando a piangere.
Taehyung non aveva ancora chiaro cosa avesse fatto scattare la rotellina dello schiaffo, e nonostante pensasse fosse solo accumulo di stress, che lui aveva fatto esplodere come una scintilla con una nuvola di gas, non riuscì a fermarsi dal provocarlo ancora una volta. "Forse tirare in mezzo i tuoi sentimenti per Jungkook non ha giocato a mio favore." la faccia del più piccolo sarebbe stata da prendere a sberle per la faccia tosta.
"Io non ho sentimenti per Jungkook." sottolineò il castano.
"Andiamo Jinnie, non c'è niente di male." lo provocò ancora un po'. Da una parte lo faceva perché voleva avere la certezza che il maknae non piacesse realmente allo hyung, e dall'altra perché ormai la cosa per lui era superata: aveva perdonato Jin nel momento in cui lo aveva visto torturarsi le pellicine della mano - lo faceva solo quando estremamente preoccupato per qualcosa.Jin si avvicinò al moro poggiando le mani sul letto, ai suoi lati, guardandolo dritto negli occhi. E il fatto che Tae non si spostò né accennò sorpresa gli fece capire che si fidava di lui, che non aveva paura di un suo sfogo improvviso. Che tutto era passato.
Il moro sostenne il suo sguardo e alzò un lato della bocca, prendendolo in giro. "Non provo nient'altro che affetto fraterno per Jungkook." ci tenne a precisare Jin. Per quanto quello non fosse il momento adatto per farsi avanti - quello era il momento per farsi perdonare -, voleva far presente al ragazzo davanti a lui che non provava sentimenti d'amore per nessuno, o almeno nessuno che non fosse lui.
"Se lo dici tu." continuò a provocarlo, scastrando i loro sguardi ed iniziando a fissarsi le unghie - era complicato sostenere lo sguardo di Jin con così tanta intensità e a così poca distanza.
Lo hyung lo prese per le spalle, costringendolo ad incatenare i loro sguardi nuovamente. "Sono serio, Tae, voglio bene a Jungkook, ma nulla di più." sottolineò quelle parole con estrema serietà, non doveva più essere frainteso il suo affetto per il maknae d'oro.
"Okay okay, ti credo. Ora molla il colpo, hyung." rise alzando le mani in segno di resa.
Jin lasciò scivolare le mani dalle spalle del minore, che si alzò per uscire dalla stanza, ma prima di varcare la soglia venne prontamente fermato dall'altro, che lo prese per un polso facendolo voltare verso di lui.
Taehyung lo guardava in una muta richiesta: perché lo aveva fermato?
"Quindi siamo a posto?" ma c'era altro in fondo agli occhi di Jin, qualcosa che non stava dicendo. Tae annuì in risposta, e quel semplice cenno fece scoppiare l'altro. "Dio quanto mi sei mancato, pensavo di averti perso." ammise il maggiore stringendoselo contro. Il moro portò le mani a circondare il busto del più grande, strofinando il viso contro il suo collo.
Entrambi lasciarono andare un sospiro di sollievo, quel riavvicinamento era stato un toccasana per i loro cuori.[...to be continued]
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Thinking Out Loud - a Taejin story
RomanceDove Tae fa di tutto per far capire a Jin cosa prova, ma lui non reagisce nel migliore dei modi. Questa è una piccola Taejin scritta per compensare il mio amore per i due. Sarà una storia breve che però potrebbe avere un seguito in futuro, o dei mis...