Pensieri

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La cena è finita e mi ritrovo da solo con i miei pensieri e i miei ricordi.

Non è ironico?

Vogliamo anzi desideriamo stare con gente per parlare, solo perché abbiamo paura dei nostri pensieri.
Di quello che abbiamo fatto con essi.

Gelosia, invidia, speranza, odio, paure... tutti pensieri che mi passano per la mente come faccio anche adesso, immergermi e perdermi come se fossi al mare permettendo ad esso di trasportarmi.

Avolte ho paura di come possano essere crudeli, spietati o anche che siano fragili e delicati come una piuma.

Ma qualsiasi aspetto essi abbiano mi trasportano e avolte mi sembra di avere delle catene.

Desiderare non è male ma si deve sempre pensare cosa si desidera. E se fosse questo il pericolo? Se fosse il pensare?

Ma se non si facesse di sicuro potremmo anche uccidere qualcuno solo perché non ci pensiamo.

Mi ricorda di come da piccolo mamma mi diceva sempre di contare fino a 10 prima di parlare e di rispondere, ma avolte forse era meglio non farlo, rispondere di getto, forse allora le cose sarebbero state diverse.

Ci penso, se non avessi conosciuto Kate cosa sarebbe successo, e probabilmente avrei fatto le stesse cavolate, ma allora mi chiedo perché facciamo queste scelte, se sappiamo che sono sbagliate?

Forse una risposta non c'è, ma so una cosa quelle scelte, per un momento ci danno la sensazione di essere liberi, senza catene, senza tabelle, senza qualcuno che può essere deluso o ferito.

In quelle scelte la sensazione di libertà anche se falsa c'era.

Ecco cosa rappresenta Kate, la falsa libertà, quella che ti da la falsità di poter scegliere e che le tue scelte sono senza conseguenze.

Mi rigiro ancora nel letto, ci penso ancora a quelle sensazioni, ai baci, al sapore del vino, il sapore della sigaretta e del fumo che viene trattenuto, il sapore dell'essere più forte.

Chiudo gli occhi

Prendo un respiro enorme
Lo trattengo per poi lasciarlo fuoriuscire.

Scivola dalle labbra come se fosse acqua, ma non c'è nessuna nuvola grigiastra, nessun odore forte o strano.

A volte penso di essere in una serie televisa, come se qualcuno mi dicesse quando ridere o quando piangere, ma la verità è che nessuno ti insegna come vivere con i sentimenti, nessuno ti dice come sopraffare il dolore ed è questo che ci distrugge.

È tutta la soferenza che ci fa diventare falsi.

La verità è che le tabelle le mettiamo noi, perché sono come le maschere, ci coprono, ci proteggono da una verità fin tropo dolorosa, perché la maschera la puoi togliere, la puoi buttare quando voi, il pericolo è quando ti scordi di chi sei, quando diventi tutt'uno con quella.

Prendiamo Facebook, Instagram, Tweeter. Sono applicazioni che dovrebbero aiutarci. A mostrare chi siamo in realtà e pure

E pure è un'altro modo per essere giudicati.

Ma non si fa per cattiveria o almeno io non lo facevo con intenzioni subdole.

Lo si fa solo perché  proviamo, desideriamo, tentiamo di opprimere i sentimenti e abbiamo una così grande paura che essi comincino a respirare, ad avere vita propria, a essere giudicato anche dalle vicine dei sentimenti  lasciarli respirare che ci sentiamo persi quando vediamo qualcuno forse "migliore".

Non facciamo altro che invidiare, e non cerchiamo mai di cambiare qualcosa perché siamo egoisti ma anche stanchi di lottare, perché quella maschera è una lotta di sopravvivenza, una lotta a quel vuoto che sentiamo, che percepiamo, eppure se li lasciassimo fuoriuscire e prevaderci, saremmo persi, saremmo senza un copione già scritto da altri e qui mi domando se è quello che vorrei.

Ma ci sono così tanti rischi, se cadi ti fai male e la realtà è che non ti rialzi come prima, sei un po rotto, un po rovinato ma fingi di star bene, tanto passa no?

La risposta è no, non passa, rimane lì a ucciderti, rimane a ricordarti il tuo sbaglio.

Ma perche ricordiamo e gli altri ci ricordano questi fantomatici sbagli e non ci ricordano delle cose buone che abbiamo fatto o ai motivi che abbiamo fatto una scelta?

Perché siamo così cocciuti da pensare a cosa non abbiamo fatto o in cosa abbiamo fallito anzi di pensare alle cose di cui essere fieri?

E alla fine eccoli i monologhi
I pensieri
Così crudi e così spaventosi.

Ottuso ma carino sterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora