Vola il tempo quando ci si diverte,
Ma si amalgama quando non c'è nulla,
Scorre senza possibilità o appigli, in una tonalità uguale che gli conferisce la nomina di sprecato, perso. Uguale il movimento delle lancette in una camera che ti sta vedendo identica al giorno prima, identica al giorno dopo, sempre lì presente tra la voglia di uscire e un'ancora attaccata ai piedi e il nulla, il nulla che si cosparge nelle dilatazioni di un tempo inesistente nelle sue stratificazioni. Uguale, inesistente, ma pesante. E per quanto possa durare in eterno un attimo, vedere indietro quelli passati darà la sensazione di essersi lasciati sfuggire, di volerli qua per viverli in modo diverso, volerli qua anche solo per viverli davvero. Per viverli quantomeno e non lasciarli morire in un'ambizione irrealizzata.
Imprimerò a quest'attimo il senso di quello che sto scrivendo, così che lo smembramento che verrà della decadenza della memoria non sfochi la pura confusione delle mie emozioni attuali. Vivrà in eterno l'attimo inutilizzabile con cui sto scrivendo, ora che è stato impiegato per descrivere la sia stessa inutilità. Il concetto si metabolizza con la gloria e il potere dati al pretenzioso nullafacente, così ricorrente nella storia da prender fattezze di un anonimo essere umano, data l'impossibilità di riconoscerne solo uno. A tale modo l'attimo, timoniere dello strazio che apporta, è meritevole del titolo di creatore della lamentela nei suoi confronti. Inconcludente e priva di risposta, ma ormai l'hanno reso eterno, come solo l'immobilità di una rappresentazione può fare. Non basta forse ciò a far acquistare valore allo scandire dei secondi ? Ma ammettendo che abbia conferito loro valore nel momento stesso in cui li ho descritti, lo toglierei al mio scritto e alle mie ragioni. Non posso trovare ragione di lamentarmi dell'inutilità ove questa assume importanza. Penso di voler lasciare la questione in balia del campo dell'ossimoro. Tanti dubbi hanno trovato risposta nell'accettazione di realtà differenti e coesistenti. Come quelle di tanti attimi eterni, che vanno quindi a estendersi infinitamente senza entrare in contrasto. Forse non ha senso parlar di attimi, o eternità, o anche tempo, se la relativà ha la peculiarità di poterlo assorbire in milioni di paradossi. La relativà dona tranquillità con una maschera di dubbi. Ho gettato confusione sulle mie parole, ma per il momento mi par ancora di averne la chiave di comprensione, momento che forse passerà e porterà con sé la decifrazione, ma fino ad allora ne godrò come meglio posso.
Sto solo cercando di dare al tempo quantomeno la sagoma della parola stessa che lo descrive, così da non lasciarlo libero di vagare, vantarsi ed estendere senza alcuna forma di controllo.
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Pensieri erranti
PoesiaRaccolta di poesie, pensieri e voglia di esprimersi riversata su carta.