Scontrarsi con un foglio bianco è tremendamente difficile. Colmare il vuoto dell'assenza di concetti con argomenti sicuramente già trattati, anzi, abusati da altri, è esasperante, insoddisfacente. Non c'è nulla di cui non si sia già discusso, parlato, conversato, colloquiato, chiacchierato. Tutta ha già trovato in qualcuno la sua valvola di sfogo con cui diradarsi nelle orecchie e negli occhi della gente. E spiegare ciò che è stato già spiegato, equivale a calpestare un foglio di un origami già aperto e quindi rovinato, oltraggiato e privato del misticismo della forma che prima lo rendeva degno d'avere il suo nome. E di che dovrei scrivere io che del valore nemmeno ne so riconoscere l'essenza ? Che ripudio il banale più di quanto sia sano e ragiovevole farlo ? Io che non ho con me la capacità di vedere o apprezzare il bello nel quotidiano perchè mi perdo nei dettagli trascurando l'intero palcoscenisco. Quasi come apprezzare solo le sfumature meno presenti in una tela di colore. Una condanna autoimposta, che mi ostacola in quella felicità tanto agognata che qualcuno ha la fortuna, forse il coraggio, forse la banalità, di cogliore nel quotidiano. Io quindi, così avulsa dal banale, come dovrei sentirmi nell'esserci in qualche modo comunque coperta, sigillata. Cosa dovrei fare per scostarmi dall'ovvietà in cui sono certa di ricadere ? Il solo modo di non cedere alle ripetizioni è non fare arte e al contempo farla è anche l'unico modo per creare novità, pur che siano sfumature nate dalla congiunzione di altri due colori.
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Pensieri erranti
PoetryRaccolta di poesie, pensieri e voglia di esprimersi riversata su carta.