4. Wasteland

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(I prossimi capitoli fanno parte di un salto indietro nel tempo. Ho sentito la necessità di esplorare il passato di Rachel e Chloe prima degli eventi di Before the Storm, ma anche di sistemare il casino di incongruenze canoniche che ha fatto la Deck Nine con quel gioco! Nei prossimi capitoli ho cercato di raccontare una storia più in linea con i fatti del gioco originale, facendo un po' di "ordine" prima di tornare al "presente" post BtS con Chloe e Rachel.
In questo capitolo racconterò la vita di Chloe nel periodo tra la morte di William e poco prima dell'incontro con Rachel.
In quello successivo ho tentato di immaginare ed esplorare la backstory di Rachel, immaginando come sia diventata la persona che era fino all'incontro con Chloe.
Poi seguiranno due capitoli in cui mostro finalmente la nascita e lo sbocciare della loro amicizia, utilizzando alcuni eventi chiave di BtS, personaggi noti e altri non noti (pochissimi del tutto inventati). Ho voluto dipingere uno scenario plausibile fino al giorno in cui Chloe e Rachel balzano su quel treno per andare a Culmination Park e dare avvio alla storia di Before the Storm. Da lì in poi gli eventi di BtS si sono svolti più o meno come nel gioco.
Spero che vi piaccia e se vi va lasciatemi un feedback.

Buona lettura!)


"Take the worst situations
Make a worse situation
Follow me home, pretend you
Found somebody to mend you

I feel numb
I feel numb in this kingdom
I feel numb
I feel numb in this kingdom"

(Numbers - Daughter)

 
Chloe non riusciva a dormire.
Nel letto, avvolta dalle lenzuola, si sentiva soffocare. Il tessuto contro la sua pelle era come carta vetrata, faceva troppo caldo, ma quando si scopriva si sentiva congelare. Non sapeva cosa fare. Si rigirava disperatamente alla ricerca di un po' di comfort.
Che non sarebbe arrivato.
Nell'ampio letto c'erano numerosi fazzoletti di carta pieni di lacrime. Chloe, però, aveva smesso di piangere. Per ora.
Diede un'occhiata alla sveglia luminosa vicino al letto.
1:13
Non era mai stata alzata così tanto. Non senza Max comunque.
Quella mattina era stata l'ultima in cui si era svegliata fianco a fianco con la sua migliore amica. Prima del funerale di suo padre. Chloe ricordava i tre giorni precedenti a sprazzi, come si ricorda un sogno. Non era nemmeno sicura che fossero realmente accaduti. Tutto era sfocato, ovattato...
Cosa aveva mangiato?
Probabilmente la pizza che i Caulfield avevano portato la sera il giorno dell'incidente. Quel giorno William le aveva promesso la sorpresa al salmone di Joyce... aveva passato il pomeriggio pregustandola, giocando ai pirati con Max, finché sua madre non era rientrata a casa in lacrime, ancora con la divisa del Two Whales, accompagnata dall'agente Berry.
Era... un incubo. Ma non si poteva svegliare.
Suo padre era morto.
Morto...
La morte era un concetto su cui si era interrogata altre volte. Qualcosa con cui aveva un pessimo rapporto. Ricordava da bambina quando era morto il suo pesce rosso Calico Jack. Non aveva nemmeno potuto dirgli addio. Quando sua madre gliel'aveva detto le spiegò che era saltato fuori dall'acquario ed era soffocato, così l'aveva buttato nel water. Chloe non le parlò per un mese. Oppure lo scorso febbraio... Bongo... Ancora ci pensava. Lo avevano salvato da un gattile otto anni prima. Non si sapeva di preciso la sua età, ma si supponeva che avesse due anni quando l'avevano preso. Spesso con Max aveva scherzato sul fatto che non fosse più un gatto, ma fosse mutato in un croccantino peloso. Saltava poco e a fatica, correva solo quando c'era del cibo. Quando si avvicinava un altro gatto si nascondeva e non usciva mai di casa. Un giorno, per qualche motivo, è uscito. Una macchina l'ha investito. Quella volta però gli avevano fatto il funerale, la tomba del micio era vicino ai cespugli nel giardino di casa Price. Tre giorni prima, Chloe vide Max posare una margherita sulla sua piccola tomba e sentì un calore profondo nascerle nel centro del cuore.
Era incredibile...
Mentre guardava Max onorare Bongo, in quel preciso momento, suo padre era già morto e lei non lo sapeva.
Era già morto mentre sistemavano la stanza.
Era già morto mentre lei e Max ascoltavano la sua voce registrata nel loro messaggio pirata.
Era già morto mentre disseppellivano la capsula del tempo.
E Chloe non lo sapeva...
Max le era rimasta accanto in quegli ultimi tre giorni, quasi sempre in silenzio. L'aveva abbracciata, avevano pianto insieme, Max le aveva portato qualche fetta di pizza avanzata, poi un piatto di spaghetti troppo molli. Per la prima volta in vita sua, Joyce aveva sbagliato i tempi di cottura. A Chloe non importava. A malapena sentiva i sapori. Gli odori, il tocco di sua madre o di Max. Per tre giorni era rimasta sospesa, fino a quella mattina.
Vestita in abiti neri e formali, Chloe scese le scale lentamente, incontrando sua madre all'ingresso della casa. Max era in bagno al piano di sopra. Lo sguardo di Chloe era fisso sul pavimento, sentiva uno zaino colmo di macigni sulla schiena. Le impediva di respirare bene, spostarsi di un solo metro era uno sforzo sovrumano. Joyce le disse qualcosa, ma Chloe non se lo ricordava. Forse aveva a che fare con l'essere forte, poi le aveva dato un bacio sulla fronte e un abbraccio. Chloe non era riuscita a ricambiare. Continuava a guardare da qualche parte davanti a sé, immaginando che William sarebbe saltato fuori da un momento all'altro. Come se fosse tutto uno scherzo orribile. Almeno avrebbe avuto una scusa per arrabbiarsi con lui. Non ricordava di averne mai avute. C'erano sicuramente stati dei momenti. Giusto?
Infine, Max le raggiunse. Indossava un vestito nero piuttosto carino. I suoi occhi cerchiati di rosso indicavano che aveva appena pianto. Chloe si stupì di come ricordasse perfettamente i dettagli che riguardavano Max, mentre quasi tutto il resto le sfuggiva. Varcarono la porta per trovare i Caulfield parcheggiati con la loro Berlina nel viale in cui un tempo si trovava la macchina di William. Chloe ricordava la mano di Max che stringeva la sua. Ne trasse coraggio e fu l'unica memoria che le rimase del viaggio verso il cimitero. Fu allora, scendendo dalla macchina, che qualcosa si svegliò.
Tutto divenne improvvisamente reale.
Una brezza tagliente le ferì le guance. Un tuono distante attirò la sua attenzione, si voltò verso le montagne e vide una massa di nubi nere avvicinarsi. Il sole splendeva ancora nel cielo, ma presto sarebbe stato coperto. L'aria odorava già di umidità. Chloe notò il bagagliaio dei Caulfield straripante di valigie, spostò lo sguardo su Max che guardava fisso per terra. I suoi occhi umidi erano pieni di colpa e tristezza. Fuori dal cancello del cimitero incontrarono alcuni parenti, persone che Chloe vedeva solo durante le feste. Ricevette l'abbraccio dalla zia Dorothy, i baci affranti di nonna Clem, le condoglianze di zia Linda e zio Aaron. Guardandolo, si accorse per la prima volta di quanto somigliasse a William. Un po' più basso e con una pancia prominente, ma aveva lo stesso taglio degli occhi, gli stessi capelli biondi, le iridi di un azzurro solo un po' più scuro. Chloe lo abbracciò e per un istante ebbe l'impressione di essere di nuovo tra le braccia di suo padre.
Solo per un istante.
C'erano anche alcuni amici di lavoro di William, come un certo Roy che ogni tanto rimaneva a cena. Altri non li aveva mai visti prima.
Il carro funebre infine arrivò, tutti si scostarono e quando fu passato lo seguirono in processione fino al luogo di sepoltura.
Papà era morto davvero...
Durante il discorso del pastore, Chloe ricordava che Joyce era alla sua destra e Max alla sua sinistra, ma non le aveva guardate. Il suo sguardo era ipnotizzato dalla bara sormontata da una corona di fiori. Il mondo intorno a lei iniziò ad oscurarsi, la sua gola divenne incredibilmente stretta, l'aria passava a fatica, le gambe e le braccia si raffreddarono. Chloe era paralizzata. Vedeva attraverso la bara, suo padre sdraiato pancia in su in uno splendido completo nero, con il volto sorridente a occhi chiusi, come se dormisse e facesse bei sogni. Chloe sapeva che probabilmente non era così. Tutta la parte che di solito precede i funerali, con la veglia e l'esposizione del corpo era saltata. L'incidente era stato molto grave, probabilmente non avrebbe riconosciuto suo padre nei resti che la cassa conteneva. Eppure, Chloe lo vide...
Con la coda dell'occhio percepì sua madre avvicinarsi, protendere una mano bisognosa verso il suo braccio, ma quando la sfiorò sentì bruciare. Si allontanò, infastidita. Non voleva staccare gli occhi da lui, l'unica cosa che ancora la teneva in piedi.
Ancora non riusciva a muoversi.
Non riusciva a sentire.
Il mondo intorno a lei era oscurato.
La bara fu calata nella fossa. Uno ad uno, i partecipanti sfilarono accanto ad essa, raccogliendo una manciata di terra da un mucchio accanto alla lapide e lasciandola cadere sulla bara. Venne il turno di Chloe, ma non si mosse.
Qualcosa si era rotto.
Un tocco di gelo le colpì la testa. Se ne accorse ma non gli diede peso. Poi un altro e un altro, e un altro ancora. Le gocce gelide le picchiettavano fastidiosamente addosso, riportandola alla realtà. Quando si guardò intorno, Chloe vide che erano rimaste solo lei e Joyce, mentre il custode del cimitero completava con una pala la sepoltura di William.
Zio Aaron aveva aspettato fuori dal cimitero e le accompagnò a casa. Appena varcata la soglia Chloe si diresse in camera sua. Qui incappò con il piede nel suo registratore. Cosa ci faceva in mezzo alla stanza? Su di esso era attaccato un post-it con scritto "Mi dispiace". Premette play e ascoltò il messaggio di Max. Fu allora che le lacrime cominciarono a sgorgare. Le crepe nella sua anima si allargarono rapidamente, frammenti si staccarono, finché non andò completamente in frantumi. Poté quasi sentirne il rumore...
Il temporale imperversava fuori dalla finestra.
Papà era veramente morto...
Max era davvero partita...
Era sola.

Chloe si rigirò per l'ennesima volta nel letto. Gli occhi si inumidirono di nuovo. Credeva di essere disidratata ormai, e invece...
Strattonò irritata le coperte e disfacendo ogni parvenza di ordine. Allungò una mano fino al suo cellulare, quello viola che aveva decorato con Max. Tastando sui pulsanti, Chloe aprì la cartella dei messaggi e ne rilesse alcuni.
[Chloe]Hey Max.

Life is Strange: UntoldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora