Chapter 4 - The Story Begins

78 5 4
                                    


Tommaso continuò a correre alla ricerca di altri robot.
Era riuscito a totalizzare altri 15 punti dopo l'incontro con Lara poiché aveva trovato una piccola schermaglia di robot da 3 punti, e attirarli con delle esche per poi farli saltare in aria con le carte non era stato un problema.
Tommaso si fermò un attimo per guardarsi intorno per qualche secondo per poi imboccare una piccola strada isolata.
Proseguì per qualche metro, addentrandosi sempre di più nell'oscurità di quella piccola via.
Lì, lontano da tutto e tutti, Tommaso si appoggiò al muro e si lasciò scivolare in terra.
Era sfinito.
Creare illusioni solide con le carte era una fatica immensa per lui, e era chissà quanto tempo che non faceva altro che correre.
Aveva bisogno di riprendere fiato solo per qualche istante, nient'altro.
In fondo, aveva già totalizzato 47 punti, che erano molti, quindi poteva riposarsi un poco.
Improvvisamente però, si sentì il rumore di un altoparlante.
«Ragazzi» la voce di Behest si sparse in tutto il campo di prova «Mancano solo 5 minuti. Preparatevi».
Tommaso si rialzò pronto a ricominciare a correre.
"chissà cosa intendeva il professore con preparatevi" pensò confuso.
"speriamo che sia qualcosa di non troppo complicato, sono esausto e prima o poi finirò le carte. Di questo passo non riuscirò ad affrontare problemi troppo complessi".
La risposta arrivò presto.
Proprio in quel momento infatti, il terreno cominciò a tremare ad intervalli regolari, proprio come se nelle vicinanze stesse camminando qualcosa di enorme e decisamente molto pesante.
Tommaso uscì velocemente dal vicolo e guardò verso l'origine del rumore.
Ciò che vide lo fece restare a bocca aperta.
Un gigantesco robot si stava aggirando per le strade della falsa città, distruggendo qualunque cosa gli si ponesse davanti.
«Oh, la mia classica fortuna!» disse Tommaso stupefatto «Ci mancava solo il robot enorme!».
Il ragazzo corse verso la strada principale per avere una migliore visuale del bestione. Aveva una mezza idea di cosa poteva essere, ma voleva confermare la sua ipotesi soltanto acvicinandosi.
A forza di correre, riuscì a ritrovarsi nella strada principale, luogo da dove era apparso il robot.
Da lì poteva vederlo chiaramente: il suo aspetto era molto diverso rispetto a quello degli altri robot, pareva più sofisticato. Sembrava quasi fuori posto, ironicamente.
Ad una più attenta ispezione poi, Tommaso notò un'altra cosa. Una piccola scritta rossa dipinta sul corpo metallico del robot.
0 Points.
"Adesso è chiaro!" pensò il ragazzo con euforia "non possiamo abbatterlo, e soprattutto non serve abbatterlo. È una distrazione!"
Il bestione fece un altro passo, e la terra tutto intorno tremò così violentemente da far cadere tutte le persone lì vicino, Tommaso compreso.
Distrazione o no, quel coso era reale e piuttosto pericoloso. Meglio allontanarsi.
Proprio quando però stava per mettersi al sicuro però, Tommaso sentì una voce familiare.
Si girò e vide la ragazza con la maschera a gas che aveva incontrato poco prima dell'inizio della prova. Sembrava incastrata sotto una maceria e sembrava non essere in grado di muoversi, mentre il robot si avvicinava sempre più minaccioso e pronto a schiacciarla.
Il ragazzo non capì bene cosa successe pochi secondi dopo.
Al posto di correre verso l'uscita come molte altre persone intorno a lui, andò dalla parte opposta, dritto verso la ragazza.
Appena arrivò davanti a lei, la prima cosa che fece fu evocare una delle carte da gioco che gli erano rimaste.
«scudo!».
Improvvisamente, uno scudo abbastanza grande e resistente da proteggere entrambi dalla camminata del robot apparve sopra le loro teste.
Si sentì un tonfo provenire dall'alto, segno che il bestione robotico era proprio sopra di loro.
Lo scudo cominciò a tremare.
Non avrebbe retto ancora per molto.
Tommaso si avvicinò velocemente alla ragazza.
«Matilde, giusto?» disse cercando di farsi coraggio.
La ragazza fece un cenno di approvazione con la testa.
Bene.
«Riesci a muoverti o sei ferita?» continuò il ragazzo.
«Non con questo masso addosso» disse lei da sotto la maschera «ma se troviamo un modo per levarlo, credo di potermi alzare, forse anche correre».
Sopra di loro lo scudo cominciò a creparsi.
Tommaso pensò in fretta, e riuscì a farsi venire un'idea in pochi secondi.
Se riusciva a scaricare energia sul macigno con il suo quirk, poi poteva farlo esplodere.
Lo scudo cigolò.
Non avevano altre opzioni.
Tommaso guardò Matilde.
«Posso rompere il masso» disse non troppo sicuro delle sue parole «ma ti devi essere pronta ad alzarti e scappare, capito?».
La ragazza annui.
"procediamo allora" pensò lui.
Mise le mani sul macigno.
Improvvisamente, le sue mani cominciarono a diventare arancioni, e velocemente tutta l'energia cominciò a passare all'interno della pietra.
Quest'ultima iniziò a tremare, dapprima debolmente, poi con più violenza.
I primi piccoli pezzi dello scudo cominciarono a cadere.
Era il momento.
«ORA!» Urlò Tommaso.
Tolse le mani dal masso, e improvvisamente quest'ultimo esplose in mille pezzi, liberando Matilde.
Quest'ultima si alzò il più velocemente possibile e, pur zoppicando leggermente, corse via, lontano dal pericolo.
Tommaso fece per seguirla a ruota, quando all'improvviso una delle piccole pietre che si erano create dall'esplosione del masso lo colpì sulla fronte.
Tommaso rischiò di cadere, ma una mano lo prese e lo tirò a sé.
Il ragazzo cadde di schiena fuori dall'ombra dello scudo, dietro l'enorme robot.
Si sentì il rumore di qualcosa rompersi, e lo scudo finì in mille pezzi, facendo sì che il robot proseguisse le sua camminata.
Matilde era lì accanto a lui, stesa a terra che ansimava.
«Stai bene?» chiese il ragazzo restando giù.
«si...» rispose l'altra «Niente di rotto fortunatamente».
Tommaso stava per rispondere, ma improvvisamente un enorme dolore alla testa lo pervase.
La vista cominciò a farsi più sfocata, mentre il ragazzo si toccava la fronte, solo per sentire del sangue fuoriuscirne.
"Mi prendi in giro..." pensò, prima di svenire.

-------------------------------------

Il giorno dopo

«Mi spieghi come diavolo hai fatto a finire così?» disse Filippo guardando Tommaso seduto sul letto di camera sua con una benda ben stretta sulla fronte.
«Te l'ho già detto» disse Tommaso guardandolo seccato «Ho preso una roccia in testa».
«Ok, ma come hai fatto a prendertela in testa?» chiese l'altro cercando di nascondere una risata.
«Forse non hai notato il gigantesco robot da 0 punti sulla strada.
E smettila di ridere, ti vedo» rispose il cugino con una voce stanca.
Filippo ignorò l'avvertimento e scoppiò in una risata fragorosa.
Tommaso alzò gli occhi al cielo esasperato.
Filippo finì di ridere dopo qualche minuto.
Improvvisamente, il campanello della porta di entrata suonò, ed entrambi i cugini si fiondarono ad aprire.
Davanti a loro si parò un ometto basso che li salutò cordialmente.
«Salve. Suppongo di star parlando con due dei ragazzi che hanno sostenuto ieri l'esame di ammissione alla UA, giusto?».
«Si esattamente» disse Tommaso.
«Ha qualcosa per noi, per caso?» chiese invece Filippo intromettendosi.
«Sì in realtà» rispose l'uomo «Due lettere dal consiglio dei professori della scuola. Qua dentro vi si trova il risultato dell'esame».
Passò ad entrambi i ragazzi una lettera.
«Bene, vi auguro buona fortuna ragazzi, ma adesso devo andare» disse l'uomo mentre si allontanava.
Tommaso chiuse la porta, e poi sia lui che Filippo si fiondarono sul tavolo della cucina per aprire le lettere.
Filippo fu più veloce, ed urlò un sonoro «Ce l'ho fatta!» appena aperta la busta.
Tommaso invece guardò il contenuto della busta lentamente, fino ad arrivare all'ultima frase.
Proprio quest'ultima gli fece apparire in volto un immenso sorriso.
"Risultati esame - Passato".

TO BE CONTINUED

My Hero Accademia: UA In ItaliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora