Chapter 1 - A New Story

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Roma, 1 agosto 2021

Era veramente una mattinata tranquilla quella che la capitale d'Italia stava passando in quel momento.
Era molto presto, e la città sembrava quasi completamente abbandonata, senza neanche macchine o persone in giro.
Già, avete capito bene.
Quasi abbandonata.
Difatti, in un appartamento come tanti altri a Trastevere, alle 5 di mattina, si poteva udire una voce "idilliaca" che parlava, o meglio urlava, usando termini molto colorati.

«CAZZO, CAZZO, CAZZO! SONO IN RITARDO PER IL TEST DI AMMISSIONE!» disse Tommaso mettendosi velocemente una tuta da ginnastica presa a caso dal suo armadio.
Non era solito per lui urlare alle 5 di mattina, tanto meno imprecando, ma in fondo stiamo parlando di, forse, il giorno più importante della sua vita, e si poteva capire il sentimento d'ansia che sentiva all'interno.
Difatti, come aveva appena comunicato a tutta Roma con il suo fine urlo, era in ritardo per il test di ammissione della UA, la più grande e prestigiosa scuola per eroi (e non) del Giappone, che dopo aver notato la mancanza di una scuola per eroi importante in Italia, aveva deciso da qualche anno di aprire una loro branca proprio nella capitale.
Per Tommaso, ma anche per altre centinaia di ragazzi della sua età, passare il test poteva signicare solo una cosa: essere considerati degni per essere la nuova generazione di Heroes italiani.
A onor del vero, Tommaso, come tutti del resto, aveva già sostenuto in parte l'esame lo scorso giorno:
Difatti aveva passato con non poche difficoltà l'esame scritto, che prevedeva materie basilari come matematica o inglese. La vera sfida iniziava ora: l'esame fisico.
Tommaso non sapeva ancora di cosa si trattasse, ma era sicuro solo di una cosa, ovvero che l'unico modo per passarlo era riuscire ad utilizzare il suo quirk in modo quantomeno decente.
Tommaso aveva un quirk piuttosto raro, se non unico, poiché era la fusione del quirk "Cards" di suo padre, e il quirk "Energy Manipulation" di sua madre:
lo chiamava "Cards Manipulation", e gli conferiva la possibilità di utilizzare delle carte che possedeva sin da quando aveva 4 anni, età dove il quirk si manifesta, per trasformarle a suo comando in oggetti, oppure utilizzarle come proiettili incanalando all'interno di esse l'energia negativa prodotta dal suo corpo. A onor del vero, poteva passare questa energia anche all'interno di altri oggetti essendo quello un'effetto secondario del suo quirk, ma non ci aveva mai provato.
Tommaso aprì la porta della sua camera e uscì nel corridoio.
Passò davanti a varie stanze, tra cui la camera di suo cugino, Filippo, che, non molto stranamente, stava ancora dormendo.
«ma sei serio?» chiese Tommaso guardandolo.
«No... Sono tuo cugino...» mormorò l'altro alzandosi.
«Quanto manca al test di ammissione?» chiese poi il ragazzo andando verso il bagno.
«All'incirca 25 minuti. Muoviti adesso» rispose Tommaso scendendo le scale.
Mentre scendeva sentì suo cugino dire qualcosa, ma non capì bene cosa.
Entrò in cucina, prese dei biscotti e cominciò a fare colazione.
In quel momento, qualsiasi altro ragazzo avrebbe guardato il telefono oppure la TV. Tommaso invece evocò dal nulla il suo mazzo di carte, che cominciò a fluttuargli attorno, dividendosi.
Dopodiché prese una carta a caso tra le tante e la girò.
"due di picche" pensò Tommaso guardando la carta.
"ironicamente accurato alla mia vita".
Lasciò andare la carta che fluttuò poco lontano.
Tommaso schioccò le dita e le carte cominciarono a riunirsi in un unico mazzo, che si rimescolò da solo.
Tommaso pescò la prima carta del mazzo: di nuovo due di picche.
Almeno il trucco aveva funzionato.
«Bello spettacolo» disse una voce dietro di lui.
Tommaso sobbalzò, e carte finirono sparse in terra.
«Quante volte ti avrò detto di non farmi paura in questo modo?!» aggiunse poi leggermente imbarazzato.
Filippo ridacchiò e si sedette davanti a lui.
Passò qualche minuto, ma finalmente erano pronti ad andare.
Salutarono i propri genitori e uscirono di casa. La UA non era lontana, quindi ci sarebbero arrivati a piedi senza problemi.
«Muoviti cugino! Ci sono dei posti da ottenere che aspettano soltanto noi!»
Disse Filippo sorpassandolo e proseguendo a passo più spedito.
Tommaso ridacchiò. Dei due, era sempre stato quello più riservato, e probabilmente suo cugino era uno dei suoi pochi amici.
Ci vollerò dieci minuti per arrivare davanti all'enorme cancello della UA.
Il brulicare di gente laggiù era pazzesco: Ragazzi di ogni genere si trovavano lì, alcuni con quirk più apparenti rispetto ad altri.
Tommaso non aveva mai apprezzato stare in mezzo alla gente, mentre Filippo era molto più tranquillo, con comportamenti più naturali.
Improvvisamente i cancelli dell'istituto si aprirono.
Alcuni studenti provarono a attraversare il cancello ed entrare nell'edificio ma, dopo pochissimo, si udì una voce.
«state fermi»
Improvvisamente, tutti gli studenti che avevano provato ad entrare si fermarono, come se qualcosa di esterno non li permettesse di muoversi.
«molto bene, vedo che il mio quirk funziona anche su di voi» disse la persona che aveva parlato in precedenza.
Era un uomo sulla ventina, con capelli lunghi e neri raccolti in una coda.
Aveva un pizzetto ed un accenno di baffi.
Indossava una felpa nera con il cappuccio addosso, e aveva una cintura che reggeva due bastoni in metallo. Infine indossava una maschera nera sugli occhi.
Nella folla di studenti si cominciarono a sentire dei bisbigli.
«Quello chi è? Non l'ho mai visto in televisione...» disse Filippo.
«È Behest, uno dei Pro Heroes più giovani d'Italia» rispose Tommaso «Il suo quirk si chiama Order, e consiste nel poter dare comandi alle persone col solo uso della voce».
Behest fece zittire tutti con il proprio quirk.
«Allora» disse con una voce annoiata «Io sono il Pro Hero Behest, ma se riuscirete a passare l'esame d'ammissione, mi conoscerete come Professor Zanella.
Vi avverto subito: se pensate di essere venuti qui per divertirvi, potete anche fare retrofront e tornare a casa.
Io sarò il coordinatore della classe della sezione "Eroi".
Vi consiglio di impegnarvi al massimo, anche perché sarà l'unico modo di superare l'esame. In caso contrario... Beh, sarà divertente vedervi fallire...» disse aggiungendo una risatina finale.
Detto ciò, il professore si fece da parte, e gli studenti furono liberi di entrare nell'edificio per sapere i particolari dell'esame.
«Bene cugino, è il momento di decidere il nostro futuro!» disse felice Filippo per poi correre dentro il cancello.
«Già, lo spero anch'io...» disse Tommaso sottovoce per poi corrergli dietro.

TO BE CONTINUED

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