Tommaso si avviò verso l'edificio guardandosi intorno nel frattempo.
Poteva vedere persone di ogni tipo: c'era chi aveva quirk di mutazione che si notava subito. Per esempio, era rimasto affascinato dal quirk di un ragazzo, che aveva le braccia come una molla che culminavano con due mani di ferro.
C'era poi chi, come lui, non aveva un quirk appariscente e sembrava una persona normalissima.
Proprio mentre camminava immerso in questi pensieri, non notò che davanti a lui c'era una ragazza, e finì per sbattere contro quest'ultima senza volerlo.
«Ahia!» disse lei «Hey amico, guarda dove vai!».
Tommaso si coprì la faccia, completamente rossa, con le mani.
«scu... Scusami...» balbettò distogliendo lo sguardo.
La ragazza lo guardò con fare interrogativo per qualche secondo, poi ridacchiò.
«Calmati bello, non è successo niente! Piuttosto, buona fortuna per l'esame. Ti servirà!» disse lei superandolo e tirandogli una leggera pacca sulla spalla.
Tommaso la guardò allontanarsi confuso.
"Ma quella chi diavolo era?!" pensò esterrefatto.
Dopo un'altro paio di secondi di ragionamento, decise di lasciar perdere e di pensare all'esame.
Sentì la voce di suo cugino che lo chiamava da poco più in là.
«Muoviti, oppure non riusciremo a passare l'esame!» disse il ragazzo urlando.
Tommaso si avvicinò a suo cugino.
«Chi era quella?» disse Filippo tirandogli una leggera gomitata.
«Non chiederlo a me...» rispose Tommaso.
«Certo, come no...» disse l'altro sorridendo.
«Ti giuro che è così!» rispose Tommaso arrossendo.
La conversazione finì lì ed entrambi entrarono nella scuola.
«Wow! Questo posto è fottutamente enorme!» esclamò Filippo portandosi le mani dietro la nuca.
Non aveva torto. Probabilmente soltanto la sala d'ingresso era probabilmente grande almeno quanto la loro casa.
«Allora... Dobbiamo trovare l'auditorium!» esclamò Filippo improvvisamente.
«Si...» disse Tommaso guardando verso il basso. Stare in mezzo a tutte quelle persone lo rendeva piuttosto nervoso.
«Su, un po' di allegria!» rispose Filippo sorridendo. Era proprio vero che i due cugini erano agli antipodi.
Pian piano, grazie anche all'aiuto di vari professori, i ragazzi furono tutti scortati dentro l'auditorium, una stanza che aveva un piccolo palco con un leggio al centro, con poi vari posti a sedere che gli giravano intorno, posizionati a scaletta. Per molti versi, ricordava l'interno del Colosseo.
Tommaso e Filippo si sedettero ai posti assegnati, mentre vicino a Tommaso si sedette un ragazzo piuttosto robusto con dei capelli tagliati quasi a zero.
Quando tutti riuscirono finalmente a sedersi ai posti assegnati, Behest salì sul palco.
«Molto bene, direi di saltare i convenevoli e di tagliare corto» disse con un tono quasi annoiato.
Un proiettore dietro di lui si accese mostrando uno schermo bianco.
«Le regole dell'esame sono molto semplici: sarete separati in vari gruppi che andranno in campi di allenamento diversi. Ogni campo ha una particolarità unica nel suo genere che potrebbe cambiare drasticamente le sorti del vostro esame, quindi tenetelo bene a mente.
Il vostro campo è segnato sul foglio illustrativo che vi abbiamo assegnato.
Una volta dentro il vostro campo, dovrete distruggere più robot possibili per fare punti. Chi riuscirà a fare abbastanza punti, passerà, mentre i poveracci che non ne faranno abbastanza, beh, verranno rifiutati.
Chiaramente ogni robot vale un certo numero di punti. C'è quello da un punto, quello da due punti e quello tre punti.»
Improvvisamente, il ragazzo vicino a Tommaso si alzò e urlò verso il professore.
«Hey! Qua nel foglio che ci avete dato ci sono raffigurati quattro robot, non tre! Che razza di scherzo è questo?»
Al professore scappò una risata.
«Non ti preoccupare» aggiunse poi «Lo scoprirai presto come tutti i tuoi compagni...»
Il ragazzo, per tutta risposta, sbuffò e tornò a sedersi.
«Bene, sapete tutto ora» concluse Behest «Solo un'ultima cosa, il motto di questa scuola. Una certa persona comincerebbe a dirvi chi lo disse per primo, che cosa significa e tutto il resto. Io invece mi limito soltanto a dirvi il motto in sé:
Plus Ultra.
Buona fortuna, sta a voi capire cosa significa...»
Behest scese dal palco e la sala calò in silenzio.
Tommaso girò lentamente il foglio per scoprire qual'era il suo campo d'allenamento.
«Sono campo B» disse poi a suo cugino «Te invece?».
«Campo A» rispose l'altro «evidentemente voglio tenere separati i parenti e gli amici stretti».
«Si, è un'opzione molto probabile...»
I ragazzi cominciarono ad alzarsi.
«Beh, buona fortuna per l'esame allora» disse Filippo allontanandosi.
«Si, anche a te...» rispose Tommaso.
Filippo si unì alla folla di ragazzi che si dirigeva verso il campo A, mentre Tommaso rimase da solo.
Si guardò intorno un po' spaesato, cercando con gli occhi la strada per il campo B.
Mentre si guardava intorno, qualcuno gli lo colpì per sbaglio.
«Mi dispiace, non- Ah, ma sei il ragazzo di prima!» disse una voce femminile.
Tommaso alzò lo sguardo e scoprì che la voce proveniva dalla stessa ragazza con cui si era scontrato all'entrata.
Notò che in mano aveva un foglio su cui era scritto sopra "Campo B".
«Allora...» disse la ragazza notando il silenzio di Tommaso «...Il gatto ti ha mangiato la lingua?».
Tommaso si riprese dai suoi pensieri piuttosto imbarazzato.
«Scusami...» disse ridacchiando nervosamente «è che non ho potuto fare a meno di notare che il tuo biglietto recita "campo B", che è il mio stesso campo. Volevo chiederti se potevi dirmi dove andare, anche perché io non ne ho la più pallida idea...».
La ragazza lo guardò e rise.
«Ti vergogni a chiedere una cosa così semplice?» chiese divertita «Comunque seguimi, ti posso accompagnare fin lì. Ah comunque il mio nome è Lara, il tuo invece?»
«To... Tommaso...» rispose lui cercando di tenere a freno la timidezza.
«Tommaso eh? Ottimo!» rispose Lara «Seguimi, il campo B è da quella parte!» aggiunse poi prendendo Tommaso per il braccio e cominciando a correre.
"Certo che si sta prendendo un po' troppe libertà, ci siamo appena conosciuti! E poi da dove viene tutta questa forza?! Ok, non sono robustissimo, ma sono comunque 1,95 cm, mentre lei sarà sul 1,70 cm! Forse è il suo quirk! Ma se è veramente così, potrebbe essere un bel pericolo, durante l'esame potrebbe rubarmi dei punti con questa super forza! Ora che ci ripenso, mi metto a fare amicizia con il nemico?! Aaaaaah! Andiamo Tommaso, tuo cugino ti lascia solo per qualche secondo e guarda quanti errori stai già facendo!"
Mentre era immerso nei suoi pensieri Tommaso non si rese conto che erano arrivati davanti al campo B, un'enorme riproduzione di un distretto cittadino.
«Bene eccoci qui!» esclamò Lara.
«Grazie ancora per l'aiuto...» rispose lui.
«Tranquillo, è un piacere per me! Adesso muoviamoci, stanno per cominciare!» ribatté lei.
Detto questo andò verso gli altri ragazzi pronti a cominciare.
Tommaso strinse i pugni.
Doveva farcela.
Ad ogni costo.TO BE CONTINUED
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My Hero Accademia: UA In Italia
Fiksi PenggemarQuando la UA arriva in Italia, nuovi eroi sono pronti a sorgere! Riuscirai a seguirli?