Intanto, mentre i villains tramavano i loro piani in segreto, gli ignari ragazzi proseguivano imperterriti il loro allenamento.
Più precisamente, Tommaso e Davide erano appena usciti dal palazzo per evitare altri incontri sconsiderati sui tetti.
«Te lo chiedo un'altra volta» disse Davide mentre si guardava intorno «sei veramente sicuro di stare bene? Possiamo sempre avvertire il Professor Behest se vuoi...».
«Ti ho già detto che sto benone» rispose Tommaso togliendosi temporaneamente la maschera «Quella botta in testa mi ha solo frastornato per bene, tutto qua».
«Mh... beh, se lo dici tu!» disse l'altro allora con entusiasmo. Era evidente che si fidasse completamente delle parole del compagno.
Compagno che, però, era chiaramente un bravo bugiardo.
"Certo, ho tranquillizzato Davide per non far interrompere l'allenamento, ma cosa diavolo è successo poco fa?" Pensò Tommaso guardando la maschera che teneva in mano "Tutto questo non ha senso? Ozymandias? Re dei Re? Non saprei davvero spiegarmelo..."
«Ehm... Tommaso...?» disse il compagno interrompendo i suoi pensieri.
«Non ora Davide, sto pensando» rispose l'altro senza muoversi di mezzo millimetro.
«No, credo che questa tu la voglia vedere...» insistette l'altro.
Tommaso alzò la testa sbuffando e visibilmente contrariato.
«Cosa c'è? Ti ho dett-
Improvvisamente un qualcosa non meglio specificato si fiondò contro di lui come un fulmine, colpendolo in pieno stomaco e scagliandolo ad almeno una decina di metri di distanza.
Tommaso sentì il bisogno di vomitare subito dopo l'impatto, ma riuscì di poco a trattenersi, anche se finì in ginocchio per terra.
"C-che cazzo era?!".
La risposta arrivò presto.
Davanti a lui, preceduto da un fulmine blu, un ragazzo con degli occhiali da corsa e una tuta con vari simboli di saette argentate gli si parò davanti.
«Questa ti era sfuggita, eh?».
Tommaso alzò il viso e, con un po' di fatica, riuscì a rimettersi in piedi.
«Oh, quindi ne vuoi ancora? Bene, non vedevo l'ora!» disse l'altro.
«Vuoi correre bastardo?» chiese Tommaso cominciando a far fluttuare tutte le carte che gli erano rimaste intorno a sé «Va bene, allora corriamo!»
Delle carte si scagliarono verso il ragazzo, ma prima che potessero colpirlo, egli si spostò ad una velocità inaudita, per poi colpirlo in pieno volto.
"Merda, è più veloce del previsto!" Pensò accusando il colpo "in più, quando mi ha colpito allo stomaco la maschera mi è sfuggita di mano, quindi i suoi pugni sono ancora più dolorosi!".
«Tutto bene laggiù?» chiese Davide da più lontano.
«Oooh, non ti preoccupare ragazzo...» disse una voce alle sue spalle «...anche tu hai i tuoi problemi ora».
Davide si girò e, davanti a lui, torreggiava Elia, che indossava il suo costume da Hero.
«Ehm... ciao?»
Poco dopo, Davide si trovò un gancio destro in faccia.
«Ok» disse allora puntando contro il suo avversario il guanto propulsore «Non sei di troppe parole».
Il raggio di energia colpì Elia, che si parò chiudendo le braccia a croce.
Il colpo lo spedì indietro di qualche metro ma, con gran stupore di Davide, la sua reazione fu ridere.
«Bene... questo non dovevi farlo!»
Davide non ebbe nemmeno il tempo di scansarsi.
Elia si fiondò infatti contro di lui con una ritrovata forza, e lo colpi con un secondo gancio, stavolta sinistro, stranamente molto più potente del precedente.
Il ragazzo incassò il colpo con grandi difficoltà, e sentì del sangue che fuoriusciva dalla sua bocca.
"Merda!" Pensò Davide "l'ho appena colpito, come fa ad avere ancora più forza di prima? Che sia a causa del suo quirk?".
Intanto, poco più in là, lo scontro tra Tommaso e il velocista stava proseguendo in favore di quest'ultimo.
Egli infatti stava continuando ad infliggere colpi veloci e dolorosi al suo avversario, che per contro cercava di pararsi da essi come meglio poteva, fallendo perennemente.
"Non posso competere con la sua velocità!" Pensò mentre usava una carta per creare uno scudo e utilizzandolo per coprirsi dall'ennesimo colpo "devo trovare un altro modo, o sono finito!".
Lanciò una carta ai suoi piedi.
«So già che me ne pentirò, ma... ESPLOSIONE!».
Una volta impartito l'ordine, la carta fece come detto, generando una poderosa esplosione che sbalzò in aria Tommaso e lo fece atterrare svariati metri più in là, atterrando sull'asfalto di schiena.
«Si, me ne sono decisamente pentito...» disse tirandosi in piedi e massaggiandosi la schiena.
In men che non si dica, il velocista gli si parò davanti.
«Ne vuoi ancora?» chiese Tommaso cercando di intimidirlo in modo fallimentare.
«Per quanto mi sia divertito ad usarti come sacco da box, fossi in te darei un'occhiata alla tua mano».
«Cosa intendi?» disse l'alto guardando il punto indicato dal velocista.
Improvvisamente sgranò gli occhi.
Al suo polso era legato il filo che il professore gli aveva fornito.
«Ma come?»
«Non so se l'hai notato, ma sono molto veloce» rispose l'altro «Comunque tieni, ti era cascata mentre combattevamo»
Gli lanciò contro la maschera, che Tommaso riuscì a prendere al volo.
«Comunque» disse poi indossandola «il mio compagno è ancora in gioco, quindi non canterei vittoria».
«Ne sei sicuro clown?» disse una voce poco lontana da loro.
Improvvisamente Davide, che era evidentemente svenuto, venne scagliato accanto a Tommaso. Le sue braccia non erano legate da alcun filo, ma era evidente che non si sarebbe rialzato a breve.
Il lanciatore era il ragazzo pelato che Tommaso aveva avuto vicino durante l'esame.
L'altro ragazzo tirò fuori un cronometro da una tasca e lo controllò.
«35 secondi» disse il velocista girandosi verso il compagno «Sei stato più lento del solito, Elia. E comunque dovevi legarlo».
«L'importante è che sia fuori gioco, no?» rispose Elia guardando il compagno con aria interrogativa.
Mentre i due continuavano a battibeccare, da dietro la maschera gli occhi di Tommaso continuavano a passare velocemente dal corpo svenuto di Davide alla sua mano legata.
Avevano... perso?
Certo, non è che egli si aspettasse di vincere in questo allenamento, ma sicuramente non si aspettava di fare una figuraccia del genere sin dalla prima volta.
Quindi questa era la forza delle persone che si era ritrovato come compagni di classe?
"Veramente... straordinario..." pensò infine, abbassando la testa e accennando un sorriso da sotto la maschera.
Improvvisamente, mentre tutto questo accadeva, si sentì un urlo avvicinarsi da dietro di loro. Tutti si girarono a guardare, e davanti ai loro occhi si parò una scena a dir poco divertente: Edoardo, il ragazzo che si era ritrovato in squadra con Camilla, stava correndo verso il gruppo con un'espressione terrorizzata e gli occhi colorati di un vivace ma insolito verde scuro.
Proprio dietro di lui, anche se con molta più difficoltà, lo stava rincorrendo Matilde, la quale era appena visibile per via della cortina di fumo che la circondava.
Quando Edoardo arrivò più o meno vicino a loro, sembrò come se le forze gli stessero venendo a mancare: smise di urlare e si accasciò a terra accanto a Davide, colpendo la faccia contro il pavimento di cemento. Ben presto Matilde, che nel frattempo aveva ritirato la maggior parte di gas della paura che gli girava intorno, lo raggiunse.
«Merda!» disse mentre si chinava a legargli le braccia con il filo «Ha respirato una dose troppo potente! Oh beh, poco male, avrai gli incubi per qualche giorno...».
Fu solo in quel momento che, alzando la testa, notò i tre ragazzi osservare quella sottospecie di spettacolo.
«Oh» disse alzandosi in piedi «Salve?».
«Immobilizzala» disse il velocista ad Elia.
«Subito Diego» rispose l'altro muovendosi in modo innaturalmente veloce e afferrando Matilde da dietro.
Il velocista, che evidentemente si chiamava Diego, partì immediatamente alla carica, e cercò di legarla con il filo.
Non l'avesse mai fatto.
Pochi secondi prima che Diego la raggiungesse, Matilde sprigionò un'enorme nube di gas della paura molto più grande e fitta della precedente che inghiottì tutti i soggetti nell'area.
Tommaso cominciò presto a non vedere più niente, a malapena le proprie mani.
Pochi secondi dopo, due rumori di impatto segnalarono la lo svenimento di Diego e Elia. Ben presto, lo stesso Tommaso cominciò a sentire le palpebre farsi pesanti, mentre intorno a lui la realtà cominciò a farsi distorta e ben poco chiara.
Più si muoveva, più questa condizione peggiorava.
Ben presto, tutto divenne buio.
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My Hero Accademia: UA In Italia
FanfictionQuando la UA arriva in Italia, nuovi eroi sono pronti a sorgere! Riuscirai a seguirli?