Chapter 6 - Face To Face

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Tommaso si spogliò e cominciò ad indossare il resto del suo costume.
Mentre faceva ciò, cominciò a guardarsi intorno, per osservare i costumi dei suoi compagni e per sentire le loro conversazioni.
«Bene, proprio come volevo! Ingranaggi, schede madri, cavi! Tutto quello che mi serve!» disse il ragazzo con i capelli riccioli di prima.
Evidentemente, il suo quirk comprendeva l'utilizzo della tecnologia.
«È finiscila di urlare!» rispose il ragazzo con capelli rasati quasi a zero.
Indossava già il suo costume, che comprendeva una maschera che gli copriva la parte superiore del volto e che lasciava scoperti solo gli occhi. Era a petto nudo, con degli addominali scolpiti e alle mani aveva delle bende per coprirsi le nocche. Infine, indossava dei normali pantaloni neri con una linea bianca ai lati.
Poco più in là, un ragazzo con dei capelli lunghi e degli occhi color blu ridacchiò. Indossava un giacchetto invernale con una folta pelliccia sintetica, e aveva in faccia una maschera che gli copriva la bocca.
«Raffredda i bollenti spiriti Elia!» disse guardando l'altro ragazzo.
Tommaso non riuscì a trattenere una risatina, che fortunatamente per lui passò inosservata.
Intanto, proprio quest'ultimo aveva finito di indossare il suo costume.
Quest'ultimo comprendeva la già nominata maschera, che era decorata in modo simile ad un clown, con un grande sorriso fisso e inquietante, con due fessure per gli occhi grandi e coperte da un vetro nero e delle decorazioni a forma triangolare sopra e sotto ai suddetti "occhi".
Il resto del vestito era assai particolare, ed era composto da una camicia bianca e dei pantaloni neri. Sopra di essi, indossava un trench coat e una cravatta nera. Anche se potevano sembrare dei semplici vestiti, erano in realtà realizzati con un materiale speciale: difatti, esso era molto leggero, ma resistente come l'acciaio.
Portava due guanti senza dita neri, e una cintura marrone con due manganelli attaccati ai fianchi. Li avrebbe utilizzati in caso di combattimento corpo a corpo, e li avrebbe potenziati con il rilascio di energia causato dal suo quirk.
Normalmente, gli oggetti che venivano investiti dall'energia sprigionata dal suo quirk venivano distrutti all'istante, o venivano danneggiati in modo irreparabile, ma grazie all'abilità dell'azienda che produceva i costumi, i manganelli erano in grado di sopportare livelli di energia sufficientemente elevati.
Tommaso mise i manganelli nelle apposite fondine e, una volta controllato che tutto fosse in ordine, si diresse fuori dagli spogliatoi, pronto a cominciare la lezione.
Fuori, alcuni ragazzi e anche alcune ragazze erano pronti proprio come lui.
Tra questi, Tommaso riuscì ad individuare Lara e Matilde, che stavano parlando tra di loro.
Lara indossava un crop top nero con una semi manica sulla sinistra e che invece lasciava la spalla destra completamente scoperta. Per coprirla, indossava un coprispalle di color grigio scuro che aveva un'unica e lunga manica destra che era chiusa tramite dei lacci intrecciati che correvano su tutta la manica.
Indossava dei pantaloni neri che sulla gamba destra erano shorts, mentre sulla sinistra erano lunghi e leggermente strappati.
Portava ai piedi 2 anfibi che gli arrivavano fino alle caviglie.
Infine, portava una maschera nera che le copriva la parte inferiore del viso, e una cintura bianca che faceva contrasto con il costume, che era invece completamente nero.
Accanto a lei Matilde era vestita in modo totalmente diverso:
Indossava una lunga giacca e dei pantaloni che sembravano fatti di liuto, con varie cuciture che li tenevano insieme. La giacca era fornita di un cappuccio, che era tirato su e che evitava di cadere tramite un falso cappio, simile a quello di un impiccato, che le circondava il collo.
Non portava alcuna maschera, poiché il suo respiratore occupava già la metà del viso, e poteva funzionare perfettamente come tale.
Improvvisamente, Tommaso si sentì toccare la spalla. Si girò, e vide suo cugino che gli faceva un cenno di saluto.
Egli era vestito come una specie pistolero steampunk, con un cappello classico del West, una bandana nera e con un mirino che si poggiava direttamente sul suo occhio destro. Indossava dei semplici vestiti, simili a quelli che un bandito dell'epoca avrebbe portato, con sopra un'armatura leggera che era a malapena distinguibile dai vestiti nominati in precedenza.
Il suo costume non era stato fatto a caso: difatti, il quirk di Filippo si chiamava "Finger tips". Praticamente, usufruendo del vento circostante, poteva sparare dei colpi ad aria compressa direttamente dalla punta delle dita.
«Allora» disse Filippo guardando il cugino «Come sto?».
«Bene a vederti così. Eccetto il mirino, quello è orripilante»
«Parla quello con la maschera da clown!» rispose Filippo con una risata che presto contagiò anche il cugino.
Ben presto però, anche le risate si fermarono.
«Bene, siamo tutti fuori» disse Behest osservando gli ultimi studenti che uscivano dagli spoiatoi.
«Ottimo» continuò poi grattandosi il collo «l'allenamento di oggi sarà molto semplice da spiegare. Sarete divisi in coppie, per poi essere lasciati il luoghi diversi del sito C, ovvero questa riproduzione di una cittadina alle mie spalle. Sarete forniti con un cavo resistente ma estremamente flessibile, ed il vostro obbiettivo sarà quello di legare con il cavo più coppie possibili»
«Quindi è una specie di nascondino» disse la ragazza con le ali d'angelo.
«Si, ma avrete la piena possibilità di utilizzare il vostro quirk. Chiaramente però, appena noterò che qualcuno è in serio pericolo interromperò l'allenamento, quindi evitate di fare stupidaggini»
I ragazzi risposero in coro con un sonoro sì.
«Bene allora» disse Behest tirando fuori dalla tasca destra un pacchetto di fogli e distribuendoli tra i ragazzi.
«scrivete il vostro nome sul foglio e poi metteteli qua dentro» disse infine prendendo da terra una scatola di medie dimensioni.
Tutti gli studenti fecero come detto, ed in men che non si dica il professore cominciò ad estrarre le prime coppie.
«Ecco la prima coppia» affermò il professore tirando fuori dalla scatola i primi due nomi.
«Tommaso e Davide!» aggiunse subito dopo «Forza ragazzi, fate un passo avanti»
Tommaso fece un passo avanti, ed anche il ragazzo degli ingranaggi si mosse, ad indicare che era lui il suo compagno di coppia.
Il professore passò un biglietto a Tommaso.
«Questo è il vostro punto di partenza all'interno del sito. Arrivate laggiù è aspettate il mio segnale»
Tommaso annuì, per poi dirigersi verso il luogo indicatogli assieme al suo compagno.
Durante tutta la durata della camminata, i due rimasero completamente in silenzio, senza scambiarsi nemmeno una parola.
Soltanto quando arrivarono al punto designato, ovvero la cima di un palazzo nell'estremo ovest del sito, Tommaso tentò di cominciare una conversazione.
«Quindi» cominciò il ragazzo «Il tuo quirk si basa sulla tecnologia, giusto?»
Davide alzò la testa, sorrise in modo piuttosto calmo e annuì.
«Si, esattamente. Per essere più precisi, il quirk si chiama Tecnopathia. Ho il controllo totale su ogni oggetto di tipo tecnologico e, se ne conosco i componenti, riesco a costruirlo in pochi secondi»
«Con un potere del genere saresti molto utile nella sezione di supporto, no?» domandò Tommaso.
«Beh, mi piace stare sul campo di prima persona, che ci posso fare» rispose l'altro «piuttosto, con il tuo quirk puoi trasformare delle carte da gioco in qualunque cosa tu desideri, giusto?» aggiunse poi.
Tommaso lo guardò confuso.
«come fai a saperlo?»
«beh, l'avvenimento del robot gigante non è passato proprio inosservato»
«Oh, in effetti hai ragione»
Dopo quella frase, calò nuovamente il silenzio tra i due. Questo durò però solo pochi secondi, poiché fu spezzato dalla voce di Behest, proveniente da un altoparlante.
«la sfida è ufficialmente cominciata. Avete un'ora. buona fortuna»
«Si comincia» disse Davide.
«Allora cerchiamo di tenerci in movimento» rispose Tommaso «Dobbiamo trovare più compagni possibile»
«I palazzi sono attaccati tra loro» aggiunse Davide «Possiamo utilizzarli come percorso e restare sui tetti. Avremo un vantaggio strategico restando in alto»
«andiamo allora»
I due cominciarono a muoversi velocemente sui tetti dei palazzi, cercando dei compagni contro cui combattere.
Dopo solo pochi minuti di corsa però, Tommaso si fermò improvvisamente.
Aveva sentito qualcosa.
«Cosa succede?» chiese Davide, confuso riguardo il comportamento del compagno.
Tommaso non risposa, ma anzi, continuò ad ascoltare.
Due persone. Una corre, l'altra invece cammina.
Sembra che si stiano avvicinando.
Quella che corre e appena saltata verso l'alto e...
Tommaso si girò improvvisamente urlò lanciando una carta.
«Scudo!»
Improvvisamente la carta si trasformò nella parola detta e, dopo pochi centesimi di secondo, si sentì un rumore secco, come se qualcosa o qualcuno si fosse appena schiantato sullo scudo.
Da dietro del suddetto oggetto si sentì una voce.
«Accidenti, ho mancato»
Lo scudo si sfece, e colui che aveva parlato si palesò.
Indossava un'armatura metallica molto dettagliata e che aveva svariate somiglianze con quella di un cavaliere medievale. Dalle fessure dell'elmo dalla forma appuntita si potevano vedere due occhi color ghiaccio che si guardavano intorno, proprio come quelli di un predatore fanno quando cercano la loro preda.
Infine, al posto degli avambracci aveva due lame lunghe e affilate di un colore anch'esse metallico, probabilmente a causa del suo quirk.
«Il pistolero aveva ragione però» aggiunse poi il ragazzo.
"Pistolero?" Pensò Tommaso "non sarà che-"
Improvvisamente un proiettile d'aria ruppe la concentrazione del ragazzo, il quale riuscì a schivarlo di poco.
«Ti avevo detto di fidarti Christien!» esclamò Filippo poco più in là mentre si reggeva il cappello «Adesso divertiti pure!»
Tommaso guardò Davide.
«Tu va' a prendere il pistolero laggiù in fondo» disse indicandogli il cugino «Io ho una questione in sospeso con il cavaliere»
Davide annuì partendo verso Filippo.
Tommaso invece si parò davanti al ragazzo in armatura che era evidentemente chiamato Christien.
I due cominciarono a guardarsi a vicenda, scrutando ogni movimento altrui.
«Ti stavo cercando» Disse Christien «Sei diventato famoso dopo l'incidente all'esame»
«beh sì, mi avevano avvisato» rispose secco Tommaso. Non doveva perdere la concentrazione.
«Prima di cominciare, voglio che tu sappia che ammiro ciò che hai fatto. Non è da tutti fiondarsi contro il pericolo per salvare qualcuno»
«Grazie mille»
«Bene allora, cominciamo!»
Christien si fiondò contro Tommaso il più veloce possibile, e quest'ultimo fu abbastanza veloce per spostarsi lievemente, evitando la lama.
Per contro, egli sguainò i manganelli, che cominciarono a brillare.
«ottimo, non vedevo l'ora» aggiunse sorridendo sotto la maschera.

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Intanto, in un vicolo maltenuto di Roma, una persona incappucciata stava camminando tranquillamente.
Il suo aspetto semplice e tranquillo non la faceva sembrare pericolosa, ma al contrario piuttosto indifesa.
Difatti, un uomo alto, magro e con un po' di barba incolta era stato attirato dalla docile natura della figura.
«Hey bimbetta! I tuoi non ti hanno insegnato a evitare dei luoghi così malridotti?»
La figura si fermò, ma non rispose, né si girò a guardare l'interlocutore.
L'uomo, vedendo questa reazione così indesiderata, si adirò non poco.
«Hey! Non sai che gli adulti si ascoltano quando parlano?!»
L'uomo allungò il braccio e cominciò ad avvicinarsi in modo minaccioso.
Non avrebbe dovuto farlo.
Appena a pochi centimetri dalla figura, il braccio dell'uomo cominciò a polverizzarsi nell'aria.
Presto tutto il corpo cominciò a disintegrarsi.
L'aggressore cominciò ad urlare mentre svaniva dall'esistenza, divenendo tutt'uno con il nulla.
La figura si girò, togliendosi il cappuccio.
Aveva il volto di una ragazza di all'incirca 16 anni, con i capelli mori racchiusi in una coda di cavallo.
Sul suo volto c'era un sorriso raccapricciante.
«qualcuno ha parlato?» disse poi sempre sorridendo e riprendendo a camminare «Mi sembrava di aver sentito qualcosa»

TO BE CONTINUED

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