White Queen (As it began) A Queen's Story

Live at Wembley. Condanna a morte

Dopo quello che mi aveva confidato durante la registrazione di A kind of magic, la dedica di quella canzone (mannaggia a te, ogni volta che l'ascolterò piangerò), c'era da preparare un tour. Un tour che sarebbe stato l'ultimo. L'ultimo, era nell'aria, qualcosa era cambiato ma c'era comunque l'euforia, l'eccitazione che presto i Queen avrebbero nuovamente suonato davanti al loro pubblico.

Eravamo sempre "amici", quel tipo di amicizia che aveva quel più aggiunto. Io avevo nuovamente preso le distanze da lui dopo che aveva messo incinta nuovamente sua moglie. Erano ormai separati in casa e non volevo venire additata come quella che sfascia le famiglie. Se il rapporto era nato male non c'era possibilità di aggiustarlo. Io avevo i miei problemi tra immortali che volevano la mia testa e la mia conoscenza, Adunanza che si avvicinava sempre di più.

Andare in tour mi avrebbe distratta. Suonare con loro però, mi rendeva nervosa, turnare con Spike ed ero a tutti gli effetti la sesta Queen. È brutto quando hai un orecchio assoluto e conosci a memoria ogni loro canzone e arrangiamento. Le prove durarono un bel po' prima di partire. Ormai sembravano davvero 4 vecchie signore, anzi 5 con me. In effetti io ero la più vecchia... quasi decrepita ma ok, in teoria non dovrei nemmeno esistere.

Brian era l'unico a conoscere il mio segreto ma desso penso proprio che anche Freddie abbia il sospetto di qualcosa. Dovrei avere la loro età e invece... avevamo un rituale scaramantico io e Freddie che ci portavamo dietro da quando ci siamo conosciuti a fine anni 60. Una cena corale tutti insieme a casa di Freddie questa volta. Garden Lodge era immensa. Oltre a noi c'erano le rispettive compagne e Brian da solo. Io e Jim eravamo ai fornelli.

Jim lo adoravo oltre ad essere un parrucchiere eccezionale se la sa cavare bene in cucina. Jim sa che non mi facevo toccare i capelli da nessuno in tutta Londra e in altri posti e lui era diventato il mio parrucchiere personale. "Come va?" "Bene Jim, va tutto bene. Ho l'ansia da tour, dopo tutti questi anni uno pensa di averci fatto l'abitudine ma non è così..." "Ah Jes, andrà tutto bene, quello che mi preoccupa è Fred"

Freddie. Sembrava sempre lo stesso eppure, eppure c'era una luce diversa nei suoi occhi. "Sarà stanco tutto qui. È da un po' che vorrebbe smettere di andare in giro per dedicarsi ad altro" sì, era tipico di Freddie. Si annoiava facilmente e aveva bisogno di nuovi stimoli. "Forse è così Jim, dai andiamo di la se non mangeranno anche noi per cena..." Freddie era si pronto per questo tour ma...c'era un ma. Oddio, non sono mena grama o altro ma fin da piccola aveva un sesto senso sviluppato e ora non so se con l'immortalità questo si sia aiuto. Beh, cenammo ovviamente, e bevemmo.

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La nostra tradizione.

Amo tutto questo. Loro sono la mia faglia, quella che forse mi vuole più bene di tutti. Acquisita. Amici che conosco da una vita. Fratelli. Gli vuoi bene e li mandi anche a quel paese senza se e senza ma. Ci litighi, fai pace ma resteranno sempre con te. Ci vogliono loro in questo periodo in cui mi sto separando da mia moglie.

"O me o la musica"

Ho già fatto troppe scelte, alcune giuste, altre sbagliate. Compromessi. No, ora basta. Decido io cosa fare quando e come voglio farlo. E poi ci sei tu Jes, tu ci sei sempre per noi. Con noi. Non saprei che fare se un giorno te ne andassi via. Non saprei che fare se ti perdessi.

E la serata scivolò via.

Ti riaccompagno a casa, proprio come gli amici fanno. "Ti vedo giù Bri, tutto ok?" "Le solite cose Jes, spero davvero che questo tour mi dia la carica giusta per affrontare il resto..." "Sarà così, ne sono certa – mi baci sulla guancia – professor May, si ricordi che dobbiamo vedere le stelle..." sorrisi e ti osservo mentre entri in casa. Avevamo una specie di appuntamento fisso quello di guardare il cielo notturno una volta al mese. Il tour partì.