Mi stavo contorcendo su quel fottuto sedile dell'aereo da quasi un'ora e mezza, non ne potevo davvero più. Accanto a me c'erano seduti una coppia di anziani che dormivano da quando eravamo partiti da Milano. Erano stati davvero di molta compagnia. Mi avevano allietato fino ad ora con il dolce suono del loro russare.
Decisi che non ne potevo davvero più. La maledizione era stata che ero nel posto vicino al finestrino e loro al lato corridoio. La mia vescica era diventata come una delle astronavi del film Battleship, con tanto di alieni.
Senza pensarci su due secondi, mi alzai e li scavalcai decisamente, senza farmi nessuno scrupolo. Non si mossero nemmeno di un centimetro. Erano davvero impressionanti...
Tornai a camminare sulle mie gambe che non mi sentivo più dall'inizio del viaggio. Diedi un'occhiata veloce al bagno e segnava che era libero.
"Finalmente si fa la pipì, Ari".
Esultai mentalmente e mi diressi verso quel posto da sogno.
Stringevo un Tampax fra le mani, perché oltretutto avevo il ciclo. Mi avvicinai alla porta del bagno e l'assorbente interno mi cadde a terra. Feci in fretta per raccoglierlo quando sentii qualcosa colpirmi alla testa.
"Cazzo che dolore"
Istintivamente mi toccai il capo con la mano e mi trovai seduta per terra accanto alla porta del posto da sogno in cui ero diretta.
«Scusami, ti sei fatta male?»
Alzai la testa per guardare chi mi avesse posto tale domanda.
Era un ragazzo che più o meno doveva avere la mia età. Era davvero molto alto, o forse doveva smembrarlo visto che ero seduta ancora per terra. Aveva i capelli castani con una piccola chioma di biondo ossigenato, indossava una camicia di jeans aperta con sotto una t-shirt di Fendi. Alzai gli occhi al cielo pensando che era un cazzo di ricco schifoso, proprio come la mia nuova famiglia.
Mi stava guardando in attesa di una risposta.
«Cazzo! Ma guardi quando ti muovi? No, aspetta non rispondere. Perché voi ricchi non guardate, ma noi plebei si.»
Lo rimproverai acida marcando l'ultima parola, mentre cercavo di alzarmi.
«Non pensavo che ci fosse qualcuno accovacciato per terra. Sai da questa prospettiva non riesco a guardare per terra.»
Annunciò facendomi notare la sua altezza contro la mia statura da un metro e sessanta.
«Davvero molto spiritoso.»
Gli feci il dito medio.
«Ti ho chiesto scusa. Cosa vuoi di più? Ah, hai il ciclo. Qualsiasi cosa io dica, comunque non ti andrà bene.» Si difese alzando le mani in segno di resa.
Aveva notato il mio Tampax. Di certo non mi facevo intimorire da quello stronzetto. I tipetti come lui non facevano altro che fortificarmi, era sempre stato così e questa volta non era un'eccezione.
Gli diedi una spinta oltrepassandolo e andai finalmente a fare pipì. Feci tipo il fiume PO, la mia pipì era infinita. Mi asciugai con la carta e tirai lo sciacquone.
Improvvisamente buttai un urlo. Lo scarico dei wc degli aerei faceva sempre un risucchio assurdo che se ci avessi messo una mano dentro, avrebbero succhiato anche quella.
Mi lavai le mani con il sapone e mi guardai nello specchio. I miei capelli lisci neri e blu scuro erano, fortunatamente, impeccabili. Non si erano mossi nemmeno di un centimetro e non avevo nemmeno un capello fuori posto.
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ChickLit🌊 DISPONIBILE SU AMAZON 🌊 Arianna è una ragazza molto dura, schietta che non si fida di nessuno e non crede più nell'amicizia e nell'amore. I ragazzi per lei devono essere solo usati perchè non meritano di essere amati. Ce l'ha con il mondo e in p...