CAPITOLO 10

64 1 2
                                    

Il mare calmo di prima mattina emanava un senso di rilassamento davvero unico. Sono convinta che sia la migliore terapia che possa esistere al mondo.

Ero seduta sulla mia tavola da surf a largo della spiaggia del wind ed osservavo l'orizzonte dove i gabbiani si stavano divertendo a sorvolare nel cielo.

Mi voltai e guardai Elio disteso sulla sua tavola. Aveva gli occhi chiusi e si stava lasciando andare ai raggi del sole che gli picchiavano sulla pelle. I suoi capelli biondi erano appicciati sulla fronte poiché una ventina di minuti fa era riemerso dall'acqua, dopo che avevamo finito la nostra lezione privata. Solitamente rimanevamo ancora in acqua per un po' a rilassarci, godendoci i primi raggi del sole che erano ancora sopportabili.

     Gli schizzai un po' d'acqua addosso. Ormai era asciutto e accusando i miei schizzi, si mise seduto immediatamente. Aprì gli occhi puntandoli verso di me.

Mi stava uccidendo con lo sguardo.

     «Sei la solita rompipalle.» Borbottò portandosi una mano sulla fronte per coprirsi dal sole che gli impedivano di guardare nella mia direzione.

Adoravo quando mi chiamava in quel modo.

Ormai quello era il nomignolo che mi aveva assegnato e solo lui aveva il permesso di usarlo.

     «Pensavo ti fossi addormentato.» Spiegai sistemandomi i capelli in un piccolo codino.

     «Quando ci sei tu nei paraggi è impossibile dormire. Combini sempre qualcosa.» Disse sorridendo.

Odiavo quando faceva così. Ci mettevo tutta me stessa per essere arrabbiata con lui, in quanto mi aveva offesa, ma quel cazzo di sorriso che mi rivolgeva ogni volta, finiva col farmi sorridere di conseguenza.

     «A quanto pare lo stavi facendo, bello.»

Aprì di nuovo gli occhi e sorreggendosi sui gomiti, mi scrutò attentamente.

     «Mi hai per caso detto che sono bello?» Chiese con gli occhi chiusi in due piccole fessure, le rughe attorno alla bocca e un sorrisino da una miriade di schiaffi sulle labbra.

Io lo dicevo che aveva una risposta sempre a tutto.

     «Assolutamente no. Mi sa che hai sentito male.»

Feci la disinvolta e mi stesi rivolta verso il sole che aveva cominciato a scottare maledettamente.

     «Baby, ci sento ancora bene.»

     «Ehm...non ne sarei così sicuro. Mi sa che tutte le urla delle tue scopate, ti hanno lesionato un po' i timpani».

Fui molto fiera di ciò che dissi.

Elio faceva uscire fuori il meglio del meglio.

     «Io mi domando: perché sei così stronza?»

     «Per difendermi dai tipi come te, mio caro e dolce Elio.»

Sorrisi estendendo le labbra finché potevo.

     «E sentiamo, che tipo sarei?» Domandò con le braccia conserte sotto al petto. Assunse un'aria da duro ma dopo due secondi sorrise.

Era proprio un deficiente.

     «Un ragazzo assai stronzo.»

     «Cosa te lo fa pensare che io sia così?» Chiese poggiando le gambe in acqua e seduto con lo sguardo puntato su di me che rimasi comunque stesa.

     «Ho una certa attitudine a capire i tipi come te. E poi un uccellino mi ha specificato che tu detieni il primato degli stronzi.» Precisai guardandolo e sul suo viso comparve un sorrisino malizioso. Istintivamente mi morsi un labbro.

Baciami e portami al mare || In vendita su Amazon Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora