THE NIGHT: BEARBER OF DREAMS OR NIGHTMARE?

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Quando arriva la notte il cielo si fa blu scuro, il calore del giorno scompare lasciando spazio ad un leggero freddo, le stelle e la luna illuminano le strade della città addormentata. Spesso James, rientrando da un lavoro partime come lavapiatti in un locale poco fuori città, si ferma a ad osservare il paesaggio notturno sul lago. La luna si specchiava sulle acque  assieme a milioni di stelle che illuminavano il pontile. La bellezza della notte suscitava in James forti emozioni contrastanti, da una parte la quiete che trasmette il buio, dall'altra il timore del percorrere quei tratti isolati in totale solutidine.
James stava percorrendo il solito tragitto di ritorno a casa, con le cuffiette ad alto volume per scacciar via i pensieri negativi.
Rientrato a casa, strinse fra le braccia la piccola Vanessa sussurandole quanto le volesse bene e la portò con sé in stanza, dove come un vera famiglia si corico'a letto con Amanda e la piccola.
Il mattino seguente le lezioni ebbero un risvolto, la professoressa Green organizzò una piccola uscita di classe presso i boschi che circondavano Lake Geneva, che secondo lei erano pieni di storia.
Così, una volta saliti sull'autobus, si recarono nella zona rurale del paesino per ammirare le meraviglie che il luogo aveva da offrire.
Fu' una giornata speciale per i ragazzi, che riuscirono a scrutare varie specie di piante, molteplici famiglie di animali, e a respirare l'aria pura che solo gli alberi potevano offrire.
Il gruppo, dopo aver cuncluso l'uscita di classe, decise di passare la serata insieme.
Lebon mise a disposizione casa sua e durante la serata successe qualcosa di anomalo.
I ragazzi erano seduti sul divano a mangiare la pizza e guardare un film, quando ad un certo punto la luce iniziò a tintennare, dava l'impressione che si stesse surriscandando ,la tv iniziò a interrompersi continuamente.
Dopo pochi minuti tutta la casa era al buio, nessuna luce e prese elettriche erano funzionanti.
Così Lebon, con James e Ted, si recò sul retro della villa dove era situato il contatore .
Quella sera la nebbia si presentava fitta agli occhi della gente, anche se con difficoltà, i ragazzi trovano il contatore e riavviarono il sistema d'illuminazione.
Mentre stavano tornando in casa videro, da lontano sull'altra parte della strada, la sagoma di un individuo che gli osservava.
Lo ignorarono e si recarono con totale tranquillità in casa, e al loro ingresso consigliarono alle ragazze di andarsi a nascondere nel garage, portando con loro la piccola Vanessa.
I ragazzi si munirono di ciò che per loro potesse avere l'utilità di un arma in un presunto affronto con l'individuo che gli osservava.
Uscirono nuovamente all'esterno, dove però non riuscivano più a intravedere la sagoma, così decisero di fare un sopralluogo di tutto l'isolato.
Mentre stavano camminando videro un uomo davanti a loro e incominciarono a seguirlo.
Sembrava quasi che lo sconosciuto volesse condurli in punto preciso,ma il loro inseguimento terminò quando l'uomo salì su una moto e scappò via.
I ragazzi, certi del fatto che l'uomo fosse ormai lontano decisero di tornare immediatamente ognuno nella propria abitazione.
Era notte fonda e James, come tutto il resto del gruppo, ricevette una chiamata da Lydia, la sua amica infermiera che con discrezione e delicatezza li raccontò una tragedia appena accaduta.
Betty si suicido'.
James in lacrime informò Amanda dell'accaduto, la quale, nel pieno della notte, svegliò suo padre per far sì che li accompagnasse in ospedale, dove avrebbero incontrato il resto del gruppo già presente sul posto.
Lydia, dispiaciuta, raccontò i dettagli della morte di Betty e consegno'ai ragazzi una lettera che la stessa prima di compiere l'atto scrisse per loro.
Arrivato giorno, i ragazzi si riuninoro al solito parco, sotto quel albero di pesco, per leggere la lettera scritta da Betty per loro.
Fu' Jessica, legata a Betty sin da bambina, a leggere il contenuto della lettera a loro dedicata:

Ho cercato di resistere, ho cercato di non sentirmi responsabile della morte del mio piccolo Abe, ho cercato di aiutarvi, ho cercato di superare il fatto di ritornare ad indagare dopo la disgrazia, ma purtroppo nulla è andato bene.
Abe è morto,Gim per quanto ne sappiamo è scomparso e in più non vi ho dato l'aiuto che meritavate.
Siete dei ragazzi fantastici, mi avete, anche se in poco tempo, regalato tante emozioni belle.
Voglio ricordarvi come quella sera che siete appositivamente venuto a casa mia solo per lasciarmi il ciondolo e una fetta di torta, voglio ricordarvi con quel sorriso, voglio ricordavi con la tenacia che ho visto nei vostri occhi nei momenti di difficoltà.
Io credo in voi.
Trovate il filgio di puttana, e negategli la vita.
Fatelo per voi stessi.

Vi voglio bene la vostra Betty.

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