THE HUNT

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La polizia di stato pattugliava le strade di  Lake Geneva scrupolosamente e le squadre si raddoppiarono complementate da molteplici figure specializzate nella risoluzione di casi estremamente enigmatici.
Betty, dopo la morte di suo figlio Abe, confessò al detective Forst tutto il suo elaborato e fra loro si creò una sintonia particolare tale da far sorgere in Betty dei dubbi li legava.
Gim passava molto tempo nella villa di Betty, la soffitta presentava molte tracce di sangue, nelle quali secondo lui,grazie all'aiuto della polizia scientifica  avrebbe trovato riscontrato prove schiaccianti sull'identità del killer.
Un altro anno scolastico terminò e tutti i ragazzi riuscirono a superarlo. Tutti tranne Emily, costretta a frequentare dei corsi estivi di recupero, finalizzati ad incrementare la sua preparazone così da renderla uguale a quella degli altri, testando le sue capacità al termine del progetto con una prova d'esame finale.
I corsi ebbero inizio, e  Emily fu affacinata da un ragazzo di nome Ted,nonchè cugino di Jessica.
Ted era una ragazzo molto timido, pieno di insicurezze e paure, ma Jessica in lui vide un senso di appartenenza che la spinse a volerlo conoscere in maniera approfondita.
Dopo qualche giorno di lezione fu' proprio Ted ad invitare Emily per una serata tranquilla sul molo giù al lago.
Arrivò sera e i due ragazzi si incontrarono al vecchio monastero del paese per poi diregersi verso il lago. C'era molto imbarazzo nell'aria e Ted sembrava essere molto intimorito dalla sicurezza  dell'atteggiamento di Jessica;Ted non sapendo come procedere con la convarsazione parlò del fatto che Jessica fosse sua cugina, e che quindi non  fosse favorevole alla loro conoscenza per via delle vicende che stavano accadendo nelle loro vite.
Da lì si avviò una lunga conversazione, che invece di allontanarli in qualche modo li legò.
I ragazzi continuarono a frequentarsi per settimane, come anche Betty e il detective coinvolti sempre più in una relazione intima.
Dopo vari consulti da parte della polizia scientifica,Forst aveva delle prove chiare sui vari omicidi della cittadina.
Sapeva chi fosse il killer.
Racchiuse tutte le informazioni in un plico e si diresse a villa Capoolpoth.
Nel tragitto il detective si accorse di avere poco carburante restante per l'automobile,così si fermò ad un autogrill, poco distante dalla carserma.
Gim decise di fermarsi per una tisana nel chiosco in loco e mentre sorseggiava il suo the' entrò un uomo incappucciato che disarmo' il detective e si approppio' di tutto il denaro che il chiosco aveva in cassa.
Forst recupero' immediatamente l'arma e lo  insegui' fra i boschi situati sul retro dello stabile grazie ad una moto di fortuna.
Il ladro lo condusse sino ad un vecchio manicomio abbandonato da molti anni e Gim, preso dalla furia, decise di non chiamare i soccorsi e di insegurilo al suo interno.
C'era un silenzio abissale fra quelle mura colme di urla di pazienti moribondi.
L'edificio era molto antico e si presentava a gli occhi Gim tenebroso.
Proseguiva con cautela per i corridoi del manicomio e da lontano sembravano provenire dei boati, come se qualcuno volesse condurlo di proposito lì.
Gim decise di muoversi lungo  il lato opposto a quello da cui dove provenivano i boati e passo dopo passo si ritrovò in un vicolo cieco, alla cui destra era presente  una piccola porticina dove Forst entrò.
Al suo interno erano presenti numerosi computer e scaffali colmi di documenti.
C'era anche una lavagna con le fotografie delle vittime poste su di essa.
Gim capì che, in realtà, fosse il bunker segreto del killer e col cellulare, quasi al limite della batteria, fotografo' tutto quello che lo circondasse in quella stanza.
Si diresse rapidamente verso l'uscita dove, a sua insaputa, lo aspettava il killer.
Si ritrovarono uno di fronte all'altro.
Gim sparò il primo colpo che sfiorò il killer lasciandogli solo un graffio sulla guancia.
L'uomo, senza farsi notare, si nascose dietro una delle colonne dell'atrio e con quell'attimo perso e un solo proiettile rimanente Gim non sapeva come agire.
Decise di inseguire il suo istinto sparando l'ultimo colpo in canna verso la colonna centrale, senza nessuna ripercussione. La stanze era colma di silenzio, fino all'avvio di varie lagne provenienti da più angolature dell'atrio.
Gim confuso, si diresse nuovamente verso l'intero del manicomio, si accorse di essere finito in una trappola del killer: dinnanzi a sé trovata un'unica e sola porta in ognuna delle stanze verso le quali l'omicida voleva condurlo.
La sua fuga ebbe fine nel momento in cui varco' l'ultima porta disponibile prima di entrare in una stanza senza via d'uscita. La porta alle sue spalle fu immediatamente serrata per non lasciare scampo a Forst.
Cerco'di abbattere la porta con tutte le forze che egli aveva in corpo ma nel frattempo della stanza fuorisciva una sostanza gassosa che stordi'Gim.
Trascorsero alcuni giorni e del detective non c'era traccia.
La notizia allarmo' la cittadina, i residenti non si sentivano più al sicuro.


The dagger of iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora