Nicolas si girò per guardare negli occhi Tonno, dopo una battuta delle sue.
Vide Martina al suo fianco sorridere spensierata e fu felice che la sua amica fosse lì: sarebbe stato strano passare il Natale lontano da casa, ma almeno aveva un piccolo pezzetto della sua amata Sicilia con lui.Era arrivata il giorno prima, insieme a Beatrice, ed ora erano presenti anche loro alla cena di Natale aziendale.
La mensa era stata riarredata: i tavoli rettangolari da sei, presenti quotidianamente, erano spariti lasciando spazio a dei tavoli rotondi molto raffinati.Questi erano decorati con tovaglie ricamate rosse con motivi bianchi natalizi e centritavola in legno.
Ogni posto era riservato ad un dipendente, il cui nome era inciso in una tavoletta di legno posta affianco al calice di vino. Le posate, ai bordi dei piatti bianchi con piccoli motivi floreali rossi sui lati, erano in argento.I lampadari erano stati ripuliti e addobbati con piccole stelline luminose, mentre al centro della sala un grande albero di Natale rubava completamente la scena: era la versione in miniatura dell'albero che Nic aveva visto a Time Square.
Sembrava di essere ad un ricevimento più che ad una cena aziendale, ma quello sfarzo, pensò Nic, era tipico di Cesare: quando poteva amava esagerare.
Si girò a guardarlo, trovandolo seduto qualche tavolo più in là insieme ai membri principali del consiglio, mentre teneva in mano un calice di vino mezzo pieno e rideva ad alta voce ad una battuta di Robert.
Nic si girò non appena quella risata gli attraversò il cuore come un fulmine: per quella sera doveva staccare la testa da Cesare e godersi la cena con i suoi amici.
Guardò Nelson, di fronte a lui e si accorse che l'amico aveva notato quello che era appena accaduto.
Si sistemò gli occhiali con il dito indice, come faceva sempre, toccando la congiunzione delle due lenti e spingendola più in alto sul naso.Gli abbozzò un piccolo sorriso che valeva davvero più di mille parole e Nicolas ricambiò.
Piano piano e a piccoli passi.
Mentre Dario raccontava a Beatrice e Martina della loro avventura con i giapponesi, finita con un grande successo, Nic si estraniò, l'attenzione rubata dal suo telefono che si illuminava per mostrargli un messaggio di Paul
"Divertiti stasera,
scrivimi quando arrivi a casa"Era passato a mangiare a casa sua la sera della conferenza con i giapponesi.
Era tornato a casa alle sette del mattino e aveva dormito tutto il giorno: principalmente perché era stanco, ma anche per cercare di togliersi dalla mente tutto quello che aveva provato per Cesare e come tutto era già tornato come i giorni precedenti.
Alla fine della conferenza infatti, proprio prima che il più piccolo potesse rimettersi il cappotto e scappare a casa, il ragazzo l'aveva fermato.
"La ringrazio per essere venuto in ufficio con così poco preavviso. Provvederò per farle avere un aumento per questo e anche per il suo lavoro: è stato eccellente"
Era tornato a recitare il loro copione di perfetti sconosciuti.
"La ringrazio, le auguro un buon riposo"
Aveva risposto Nicolas cercando di mettere più distanza possibile tra lui e Cesare.
Era troppo confuso, troppo destabilizzato.Dormire, solo quello voleva.
Quando si presentò da Paul quella sera, si sentiva meglio anche se non al massimo.
Sorrise quando il biondo aprí la porta e sventolò davanti al viso una scatola di cioccolatini che aveva reperito lungo la strada.
Paul lo fece entrare felice e Nicolas si sedette al tavolo, pronto per la serata.
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Ai confini del mondo
FanfictionIn cui Cesare è un architetto di successo, annoiato dalla sua vita apparentemente perfetta e monotona, e Nicolas un giovane studente universitario di relazioni internazionali ma anche un eccellente meccanico nel tempo libero.