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𝑨𝒏𝒏𝒐 ➠ 2018

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𝑨𝒏𝒏𝒐 ➠ 2018

L'aria di quella stanza sembrava intrisa di polvere ed il suo svolazzamento era messo in evidenza dagli ultimi raggi solari di quel giorno lavorativo. Jungkook allungò la mano verso il suo capo, piegandosi leggermente in avanti e prese la busta bianca contenente i soldi che gli dovevano per quella missione portata a termine con successo «Ottimo lavoro, come sempre» si congratulò l'uomo, tornando a sedersi nella poltrona di pelle marrone della sua scrivania. Il corvino lo guardò senza espressione e prese a contare le banconote per attestarne la quantità corretta. Non gli rispose, sospirò soltanto...era il suo lavoro, per quanto potesse essere illegale, le cose andavano fatte bene e non c'era motivo di congratularsi per aver assolto un suo dovere. «Bene» prese finalmente la parola, riponendo il tutto nella tasca del suo giubbino di pelle nera «Io vado, chiamami solo quando c'è bisogno» si permise di sottolineare, in modo da cercare di passare quel fine settimana tranquillo. Era raro il dover lavorare nei festivi, ma capitava, spesso declinava ad altri suoi colleghi, ma quando a dover compiere il lavoro era richiesto espressamente lui, non poteva tirarsi in dietro. 

Salì sulla sua moto, indossò il casco e partì sfrecciando per rifugiarsi nel solito bar di tutte le sere. In qualche modo doveva scaricare la tensione accumulata durante il lavoro e quale miglior occasione se non scolandosi una birra fresca, in solitaria. Si sedette al bancone, braccia incrociate, il cappello nero con la visiera posto accanto a lui. Aspettò che qualcuno lo servisse e quel qualcuno che ben conosceva arrivò velocemente «Jungkook! Non manchi una sera eh» il ragazzo giovane sorrise smagliante sotto le luci rosse di quel locale «Hey, Park» il corvino accennò ad un debole sorriso, non era solito lasciarsi a troppi convenevoli «Il solito per favore» l'altro annuì girandosi verso lo scaffale e prendendo un bicchierone da riempire «Ancora con questo "Park"» girò gli occhi al cielo divertito «Ti ho detto di chiamarmi Jimin»

Jungkook fece finta di aver capito, tirandosi dritto a sedere quando con la coda dell'occhio rivide un ragazzo, che aveva attirato la sua attenzione da diverse sere. Era ben vestito, con un completo elegante bordeaux, risaltato dalle luci della sala, seduto ad un tavolo, con delle carte in una mano e nell'altra un bicchiere di vino rosso «Sai chi è quel ragazzo laggiù?» chiese rivolto a Jimin ma mantenendo lo sguardo sulla persona di suo interesse. Il più piccolo ridacchiò, pensando che forse Jungkook fosse solamente troppo timido per chiamarlo per nome «Viene da circa una settimana, è nuovo da queste parti, ma sta facendo carriera» si fermò dal lavare dei bicchieri e si appoggiò al ripiano del lavandino «Vince sempre, non si sa come, anzi» fece una pausa, asciugandosi le mani «Molti pensano che usi dei trucchetti, ma non si hanno le prove»

Sempre più curioso, Jungkook si passò una mano tra i capelli, lasciandoli ricadere in avanti «Come si chiama?» osservò nel frattempo l'altro bere anche l'ultimo goccio di vino dal suo calice che appoggiò sul tavolo con una smorfia poco soddisfatta «Kim Taehyung» sorrise leggermente il corvino mentre lo vide alzarsi, accaparrarsi i soldi vinti e dirigersi verso il bagno «Park, prepara due calici di vino rosso» non diede conto alla sua birra ed afferrò quei bicchieri andandogli incontro.

𝑴𝒀 𝑻𝑨𝑹𝑮𝑬𝑻 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora