𝑨𝒏𝒏𝒐 ➠ 2018
Si rigirò il cellulare tra le mani Taehyung, lo accese e spense più volte, seduto di una poltrona in feltro di casa sua, indeciso se digitare finalmente quel numero di telefono, scritto sul bigliettino poggiato sul tavolino in vetro posto lì accanto. Lo afferrò e lo guardò per un attimo leggendo per l'ennesima volta tutte quelle cifre e sospirò buttando il capo all'indietro, indeciso.
Si alzò di scatto e decise che sarebbe stato meglio recuperare la bottiglia più invecchiata di vino che possedeva e di rilassarsi prima di prendere qualsiasi decisione. Aveva visto la delusione sul volto di Jungkook, qualche giorno prima e aveva perfettamente capito che fosse collegato tutto a quella chiamata che non arrivò mai e dalla scintilla nei suoi occhi intuì anche che quel ragazzo l'avesse aspettata con trepidante attesa e Taehyung in tutto questo se ne dispiacque immensamente. Ci aveva pensato giorno e notte, ogni ora, se mandargli un messaggio oppure chiamarlo, ma qualcosa lo bloccava.
Non lo conosceva benissimo per prima cosa, sarebbe potuto essere un qualsiasi maniaco avvicinatogli per estorcergli un po' di soldi, come successe frequentemente in passato. Ma il bacio che si scambiarono, quella sera, fuori dal locale, era stato magico; un bacio all'insegna della passione, della lussuria. Si era sentito travolto, investito in pieno da esso ed avrebbe voluto riprovarlo altre miliardi di volte se solo lo avesse avuto lì con lui.
Ma persisteva comunque il dubbio, se tutto quel teatrino, fosse stato messo su, a causa di un finto interesse che fosse sentimentale o carnale, ma solo per la sua influenza economica o peggio, se fosse stato mandato da qualcuno che aveva dei conti in sospeso con lui? Ma lo sguardo che gli rivolse quella sera su quel terrazzo e la vicinanza in riva al mare, gli facevano contorcere lo stomaco, altro che farfalle, lui aveva dei cavalli imbizzarriti nello stomaco.
Si andò a risedere con il bicchiere tenuto elegantemente tra le dita, ma vuoto, la bottiglia rimase chiusa sul tavolo in salone, e prese a digitare freneticamente quei numeri, lo registrò semplicemente come Jungkook e aprì la loro chat, per poi bloccarsi nuovamente di fronte ad una nuova difficoltà, come doveva approcciarsi?
In modo formale, informale, lo doveva trattare come un amico od un conoscente?
Sicuramente se avesse saputo che anche un semplice "ciao" sarebbe andato benissimo al corvino, non si sarebbe posto tutte quelle domande. Cancellò messaggi su messaggi ed alla fine stremato da tutti quei rompicapi mentali chiuse gli occhi e scrisse la prima cosa che gli passò per la testa.
[TH]: Hey Jungkook, sono Taehyung, disturbo?
La sorpresa fu enorme quando dopo pochi secondi gli arrivò risposta. Jungkook digitava quasi tremante quelle parole, finalmente si era fatto sentire.
[JK]: No! Assolutamente no, non disturbi per niente, Taehyung.
Entrambi sorrisero, chi più chi meno, ma non per differente felicità, ma per differenti caratteri. Il biondo cenere fu tentato di spogliarsi per un attimo della sua tipica eleganza ed ordinare, senza giri di parole, all'altro di andare subito a casa sua, ma alla fine cercò di utilizzare una via più lunga ma anche più raffinata.
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𝑴𝒀 𝑻𝑨𝑹𝑮𝑬𝑻 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfiction[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] 🃏 Jeon Jungkook è un cecchino e sicario di fama internazionale, gli viene assegnato un compito: tracciare ed uccidere Kim Taehyung, un personaggio odiato da molti a causa dei suoi continui raggiri. Non ha ricordi di loro due, ma...