CAPITOLO 31 -DIMMELO!-

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Non mi era mai capitato di sentirmi così scaraventata a terra.
Eravamo passate da un momento di passione incontrollabile ad una doccia fredda in mezzo secondo.
Non sapevo cosa dire, cosa fare, in quel momento avrei voluto soltanto urlarle contro, ma nemmeno quello sarebbe bastato a riconciliare i pezzi del mio cuore.
Mi sentivo distrutta.

<<Alejandro non è stato solo il mio compagno.
È il padre di Teo e mio marito>>
Le sue parole le sentivo scandire piano nella mia testa ad un ritmo incessante.
Mi limitai a guardarla con occhi colmi di lacrime e di delusione, aprii veloce la portiera dell'auto e scesi, senza dire una sola parola.

<<Maggie! Dove vai? Torna qui!>> esclamó lei uscendo dall'auto e cercando di raggiungermi.
Non mi voltai.
Fui sorpresa dalla mia determinazione nell'ignorarla completamente, anche se avrei voluto prenderla a sberle per tutto il male che mi stava procurando.

Passarono svariati giorni dopo quella dolorosa mattinata di dicembre.
Il telefono non aveva smesso di squillare, mettendo in bella mostra il suo nome.
Fui costretta a bloccarla ovunque.
Sarebbe stato forse più facile sfogare il dolore e la frustrazione contro di lei, ma quella notizia detta su due piedi mi aveva scombussolata così tanto che non riuscii a trovare il modo per reagire e fargliela pagare.
E forse non m'interessava nemmeno la vendetta.
Volevo solo starmene in casa mia, più distante possibile dai luoghi che mi avrebbero ricordato lei.
Ma il tentativo fu vano quando proprio la mattina di Natale trovai il suo ultimo CD sul ripiano del camino .
Me l'aveva regalato il giorno prima che uscisse e non avevo nemmeno fatto in tempo ad aprirlo che già mi ero ritrovata nuda e sudata insieme a lei sul mio divano.

Quella mattina lo aprii.
Sembrava così tanto un regalo di Natale, ma purtroppo non era altro che un ricordo di lei che poteva procurarmi soltanto altro dolore.

"Alla persona che ho trovato, perso e poi ritrovato di nuovo e che prometto non lascerò mai andare di più.
Ascolta questo CD, Rubia.
La prima traccia è per te"

Inutile trattenere le lacrime che volevano prepotentemente scendere dai miei occhi.
Leggevo le sue parole e riuscivo sorprendentemente a sentire la sua voce, anche se non c'era.
Mi resi conto di amarla così tanto che anche quando non c'era riuscivo a percepirla, e se da un lato la volevo ancora, dall'altro avevo paura anche solo di pensarla.

Misi il CD nel lettore dvd con cura, poi schiacciai play sul telecomando.

"Lento" era il titolo della prima canzone.
Tirai un lungo sospiro prima che partisse la musica, poi chiusi gli occhi e iniziai a bearmi della sua voce che sembrava quasi accarezzarmi i timpani.

"Agárrame del pelo, traspasemos la barrera
Que lo que me dás, no lo tenga que pedir
Que gozar es parecido a sufrir
Dame sin herir, dame sin herir, dame
Abro la boca, tú cierra el pico
Ya no hay nada que decir, nada que decir
Tú y yo sabemos que vamos a morir, vamos a morir"

Sembrava la colonna sonora del nostro fare l'amore.
La sua voce così sensuale, così profonda e femminile mi mandó fuori di testa in pochi minuti.
Afferrai il mio telefono e iniziai a scorrere nella galleria delle foto, alla ricerca di quelle insieme a lei.
Un paio le avevamo scattate nel giardino di casa sua, strette sulla sdraio a guardare le stelle.
Altre le avevamo scattate dopo aver fatto l'amore per l'ultima volta.
Poi comparvero quelle sul set insieme al resto della troupe e quelle nel nostro camerino.

Hoy te toca morir lento
Hoy te toca morir lento
Hoy te toca morir lento
Hoy te toca morir...

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