CAPITOLO 9 -INASPETTATO-

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Quando nella vita veniamo feriti, inevitabilmente tendiamo a non ascoltare la spiegazione della persona che sembra averci fatto più male di qualsiasi altra al mondo.
Ma è normale.
Il dolore fa chiudere in se stessi, chiude ogni orizzonte e non fa altro che farci allontanare ancora di più dalla persona che ce l'ha provocato.
Questo è ciò che mi sta accadendo con Najwa.
Mi ha ferita e non m'interessa sentire le sue spiegazioni, in realtà non riesco a credere ad una sola parola di quelle che ha detto.
La conosco troppo bene e so che quel gesto era dettato non solo dalla rabbia di Zulema ma anche dalla rabbia di Najwa.
Recitiamo ormai da anni insieme e so bene che ogni volta che ha deciso di improvvisare qualche scena diversa dal copione, me lo ha sempre prima chiesto per sapere se fossi d'accordo.
E ora che i nostri rapporti si sono raffreddati, sono ancora più sicura che se fosse stata improvvisazione, me lo avrebbe detto.

Dopo un bel po' di tragitto che sembra essere stato ancora più lungo a causa del traffico causato dai temporali persistenti, arrivo agli studi.
Parcheggio la mia audi nel posto riservato a me, proprio accanto alla macchina di Najwa che è già presente.
È già qui.
Ultimamente è stranamente in orario, cosa che non è assolutamente da lei.
Prendo l'ombrellino poggiato sul sedile accanto ed esco dalla mia auto chiudendola.
La pioggia scende fitta e non smette per un attimo di bagnarmi, fino a quando raggiungo la roulotte dove fuori è stato allestito un gazebo con tutti i cameraman e gli oggetti di scena.
Chiudo l'ombrellino gettandolo su una sedia e mi avvio verso il mio camerino, pronta per vestire i panni di Macarena.
Mentre truccatori e parrucchiere mi preparano, ripeto in loop nella mia mente il copione da seguire.
Ci sono varie battute tra Maca e Zulema, per il resto Ivan ci ha dato libero arbitrio.
Vuole che recitiamo una scena di sesso senza nudità e soprattutto non volgare.
Qualcosa di leggero da poter mandare in prima serata.
Meglio così.
Se recitare da vestite sarà un'impresa, figuriamoci come sarebbe stato senza.

Una volta pronta mi fisso allo specchio interdetta.

<<Davvero Ivan vuole che sia vestita così?>> chiedo al mio costumista incredula.
Lui annuisce un po' divertito.
Addosso ho un paio di shorts grigi, sopra una camicia scozzese aperta che lascia ben visibili i miei due seni privi di reggiseno.
Ho i capelli sciolti e un trucco molto leggero.
Non posso crederci che dovrò recitare in queste condizioni a stretto con Najwa, soprattutto dopo la rivelazione che mi ha fatto Alba riguardo il cambio di gusti della rossa.
Ma il fatto che mi odia mi tranquillizza sul fatto che recitare un po' svestita con lei non le provocherà nessun effetto, anzi, a limite si prenderà ancora gioco di me, come sempre.

Esco dal mio camerino e vengo scortata verso la roulotte che si trova nel bel mezzo di questo pezzo di terreno.
Prima di entrare deglutisco a fatica, cercando di contenere la mia ansia.
Non appena apro la porta mi ritrovo davanti lei, che non appena si accorge della mia presenza mi squadra dalla testa ai piedi.
Non la saluto nemmeno, non ci riesco, e nemmeno lei.
Restiamo solo fisse l'una contro l'altra, nell'attesa di recitare questa maledetta scena e ritornarmene a casa.
Mi guardo intorno e noto le luci natalizie appese sulla parete: brillano di tutti i colori e mi fa strano osservarle dato che siamo in estate.
Poi noto un letto nell'angolo della stanza e il solo pensiero che potrei finirci sopra con Najwa mi da quasi i nervi.
So bene quanto lei sia arrogante, per questo mi spaventa ciò che potrebbe fare non appena inizieremo a girare.
Vorrà sicuramente stupire tutti con questa scena.

Addosso ha una specie di tutina blu aderente e trasparente che le lascia ben visibili le gambe e anche il seno.
Ha i capelli sciolti e la sua solita macchia disegnata sotto l'occhio.
A distogliere i pensieri dal suo outfit è l'entrata di Ivan.
Mi saluta con un bacio sulla guancia che ricambio freddamente, e saluta Najwa con una pacca sulla spalla.

<<Allora? Come va?>> ci chiede guardando prima l'una e poi l'altra.

<<Perfettamente>> esordisco io, cercando di essere il più convincibile possibile.
Ma lo sguardo spavaldo di Najwa mi fa sentire tutt'altro che convincente.

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