Capitolo 1 - Play

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-Alzati Gabriel! È tardi!-

Ci svegliamo ogni giorno, consapevoli del fatto che di lì a poco avremmo cominciato le nostre solite giornate.

Apriamo gli occhi. Ancora storditi ci alziamo dal letto caldo. E play..si riparte!

-Gabriel!!- mi grida mia sorella dalla cucina.

-MI STO ALZANDO!- mento, non voglio alzarmi. Non oggi.

Cos'è oggi? Oggi è il mio ultimo primo giorno di scuola.

Sicuramente vi stareste chiedendo perché ne sono così triste. Non lo sono! Forse..

-Gabriel lo so che non ti stai alzando!- Camilla entra nella mia stanza.

-  Appunto! Lo sapevo!!

-Ok! Ok! Mi sto alzando!- e questa volta lo faccio. Barcollo a destra e a sinistra.

- A che ora sei tornato ieri notte?- mi chiede con il suo solito cipiglio da " tu sai che io so".

- Non sono affari tuoi! - parlo come un'automa.

Ogni giorno è sempre così. Tutte le mattine iniziano con gli interrogatori di mia sorella: a che ora sei torntato? Hai bevuto? Lo sai che non hai ancora l'età per bere? Hai preso qualche droga? Sei andato a letto con qualche ragazza? Hai fatto almeno sesso sicuro? Lo sai che di questi tempi le malattie veneree sono molto diffuse? Dovresti stare più attento!

- Hai bevuto? - mi dice.

Come non detto. Non le rispondo perchè lei sa già la risposta.

- Okay Gabriel. Ti ho lasciato stare per tutta l'estate.- mi dice ma non capisco dove vuole andare a parare anche perché lei decisamente "non mi ha lasciato stare" per niente. - Ma ora ricomincia la scuola ed è il caso che tu rimetta la testa apposto!- continua.

Ah, intende questo. Per evitare che continui la ramanzina, mi chiudo in bagno con il necessario per cambiarmi, lasciando mia sorella basita.

Dal bagno sento che esce dalla stanza e faccio un sospiro di sollievo. So che ha ragione ma non ho proprio voglia di sentirla. Quindi, mi preparo per la giornata scolastica e mi butto in doccia.

***

Quando sono completamente pronto, mi guardo allo specchio. Sono alto, ma non troppo. Muscoloso, al punto giusto. Scuro di carnagione, moro con occhi castani, che spesso tendono al nero. Li adoro.

Sono, quello che solitamente si dice, un ragazzo di bel aspetto. Ma non sono mai stato un tipo egocentrico. Al contrario, sono introverso e anche un po' asociale. Non che non mi piaccia stare in compagnia. Ma preferisco le buone compagnie. Le vere amicizie.

Scendo le scale, diretto in cucina per mangiare qualcosa e scappare. Ma noto che è tardi, quindi prendo un pancake che mia madre aveva preparato prima di uscire per il lavoro ed esco. Sento mia sorella gridare un "ciao" e un "fa il bravo" ma non le rispondo. Ancora.

Fuori casa mia c'è già James. Uno dei miei (pochi) migliori amici. Entro nella sua auto e dentro ci sono anche sua sorella minore Lucy e una sua amica. Arrossiscono entrambe quando le rivolgo un sorriso.

- Pronto per questo giorno?? - mi chiede retorico James.

- Pronto un corno! - dico ridendo. Lui ride con me e continuiamo a scherzare fino all'arrivo a scuola.

Ius VariandiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora