Nonostante io avessi fatto tardi, arrivammo a scuola in orario. Le ragazze scesero dall'auto e scapparono via, fin troppo felici per quello che era per loro il primo giorno di scuola superiore.
Però, prima che anche noi ci avviassimo verso l'edificio, James mi guardò serio.
- Sei sicuro di stare bene? Insomma, dopo tutti questi mesi probabilmente la rivedrai e.. -
- Sto bene! - taglio corto, perchè conoscendolo sapevo che avrebbe cominciato uno sproloquio senza senso.
Mi guarda stranito ma non replica e lo ringrazio mentalmente.
Quindi, ci avviammo verso il cortile scolastico per poi sederci sul solito muretto appartato che da anni rappresentava il nostro punto di incontro.
Infatti, ad aspettarci c'erano i nostri amici: Lucas, Nikita, Este.
- Buongiorno a tutti! - esclamò James. Lo guardarano imbambolati.
- Potevate anche offrire! - dissi con un sorrido beffardo sul volto, notando che i tre avevano occhi gonfi e pupille dilatate.
- Se voi foste arrivati in orario, la avremmo condivisa con voi! - disse Lucas un po' frastornato, facendo riferimento al mozzicone per terra.
- Si! Come no! - parlò James. E così iniziammo a ridere, per non si sa quale apparente motivo ma ridemmo e ridemmo.
Ma suonata la campanella, con un malcontento generale, entrammo a scuola.
***
I corridoi brulicavano di adolescenti di vario genere.
Hipster, cardigan e felpe larghe, ai piedi vans o all star alte. Camicie da boscaiolo, jeans attillati con quel risvoltino a mò di "esondazione di un fiume". Ma si riconoscono subito da quello che hanno sul viso: baffi spesso arricciati e la barba ottocentesca. Portano degli occhiali con montature importanti ma sono decisamente inutili: l'Hipster ci vede fin troppo bene.
Chi non ci vede realmente sono i Nerd. Portano occhiali tenuti insieme da un nastro isolante bianco con delle lenti che sembrano più dei fondi di bottiglia che altro. Camicie a maniche corte e pantaloni larghi con scarpe ortopediche. Patiti di tecnologia e appartenti ad un mondo tutto loro, di difficile comprensione.
Quelli più amichevoli sono i Geek, un po' più fighi del Nerd. Non presentano lo stesso aspetto dei loro "cugini", anzi, sembrano decisamente più in salute. Con loro si può parlare serenamente e ci si può incontrare per una birra.
Diverso è il mondo dei Punk. Vestono pantaloni stracciati, giacche di pelle e utilizzano lo stile Mohicano per quanto riguarda i capelli, mentre altri vestono in modo completamente fai da te o si ispirano all'abbigliamento hardcore degli anni '80. Dei tipi decisamente introversi.
Simili ai Punk, sono i Grunger. I capelli sono lunghi, i jeans strappati, scarpe da ginnastica Converse spesso vecchie e rovinate o anfibi, t-shirt sdrucite, maglioni pesanti, spesso monocolore e camicie di flanella a quadri.
Io cosa sono?? Bè, un po' Hipster, un po' Grunger, un po' Nerd.
Vado da Kurt Cobain ai The Lumineers, dall'ultima versione di GTA alla pittura creativa. Questo perchè non mi sono mai piaciute le etichette, anzi le odio. Non vedo perché bisogna stereotipare le persone con un nome. Siamo liberi di essere quello che si vuole e sempre nel rispetto di noi stessi. E soprattutto, le etichette portano incontrollabilmente a discriminazioni.
- Che abbiamo alla prima ora?- parla Nikita, distogliendomi dai miei pensieri filosofici.
- Letteratura ingle.. ahia! - dice James dopo essere stato sbattuto contro un armadietto. È mingherlino quindi anche una folata di vento gli fa male.
- Guarda dove cammini, idiota! - grido mentre aiuto James ad alzarsi, rivolgendomi ad una ragazza di cui non sono riuscito a vedere il viso. Indossava dei jeans neri, una maglia anch'essa nera che sembrava avere il logo di qualche band, chiodo in pelle, dr martens ai piedi. Era alta e magra, con una camminata decisa. Non si girò.
- Stronza! - disse James, digrignando i denti.
- Dai, James! Lascia stare, sono Grunger. Che ci puoi fare! - disse amichevole Este.
- Col cavolo che lascio stare! Sicuramente mi uscirà un livido enorme sulla spalla! - disse James, massaggiandosi la spalla.
- Femminnuccia! - parlò Lucas.
James lo guardò male ma non rispose e si avviò a gran falcate verso la classe.
- Penso si sia offeso! - disse Nikita che poco prima era intento a fissare un punto fisso sul soffitto. Probabilmente la canna di prima gli ha fatto fin troppo effetto.
- Credo sia il caso di entrare in classe. - parlai. Loro concordarono.
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Ius Variandi
Teen FictionGabriel. Giovane, bello, timido, altruista, educato. Ama la sua famiglia e vive la sua vita da adolescente al massimo. Si lascia andare dopo la delusione d'amore più grande. Amanda, la fidanzata di una vita, l'unico amore. Iniziano le droghe, il ses...