Capitolo 4 - Luna

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Era passata una settimana dall'inizio della scuola e come ogni anno Susie Mayers, una delle ragazze più popolari della scuola, dava la sua festa di inizio scuola.

Ovviamente ci aveva invitati, soprattutto perchè erano anni che ci provava con Nikita.

Ci troviamo nell'auto di James, diretti verso la casa in campagna di Susie. Lucas e James litigano, come sempre.

- Lucas non toccare la radio! Sai che odio l'heavy metal! -

- È proprio per questo! - dice Lucas sghignazzando.

- Ragazzi siete sempre i soliti bambini, anzi ultimamente siete peggiorati! - Este li ammonisce sorridendo.

- È Lucas che tocca sempre ciò che non deve! L'auto è mia! -

- E quindi? Siamo amici da tanto dovresti smetterla di essere sempre così egoista! - parla Lucas, dandogli uno schiaffo dietro la nuca.

- Lucas! Sto guidando! -

- Ora basta! Sul serio! - parla Nikita, mentre io ed Este tratteniamo una risata.

I ragazzi smettono di bisticciare, ma solo per il resto del viaggio. Infatti, James non fa in tempo a parcheggiare l'auto che i due cominciano a spintonarsi l'un l'altro, mentre il frastuono proveniente dalla casa si faceva sempre più intenso.

Superata la soglia, l'odore di alcol e fumo ci colpì in pieno. La casa prevedeva due soggiorni, uno sulla sinistra l'altro sulla destra. Nel primo una massa di persone ballava: molte ragazze, probabilmente ubriache o fatte (o entrambe?), si strusciavano oscenamente contro i ragazzi che, dal canto loro, erano più che felici di quelle visioni; altre coppie invece si baciavano freneticamente ed io ero tentato di dir loro che sopra si trovano le camere da letto.

L'altro soggiorno era un po' più calmo, o meglio, rilassato. Sul tavolino, che si trovava nel mezzo della stanza, vi erano 4 o 5 bong e la marijuana era sparsa ovunque. Si avvertiva un accecante odore di erba ma anche di pesca e cocco, per chi preferiva fumare il narghilè.

- Andiamo a fumare? - mi chiede Nikita, mentre mi accorgo che gli altri sono spariti.

- Certo! - gli dico.

Dopo un'ora passata a fumare sono così confuso da non capire cosa mi sta dicendo una ragazza bionda che si trova seduta affianco a me.

- Scusami io vado fuori! - le dico, sperando di togliermi da quella situazione.

- Vuoi che vengo con te? - mi chiede lei con un sorriso speranzoso e questa volta la capisco.

- Devo pisciare - le dico un po' scorbutico, ma qualsiasi cosa lei abbia in mente non mi va. Lei annuisce e volge la sua attenzione ad un altro ragazzo.

Me ne vado da quella stanza, non mi preoccupo di Nikita perchè è impegnato ad infilare la lingua dentro la gola di una ragazza. Barcollo per colpa dell'erba ma cerco di farmi strada, nel migliore dei modi possibili, tra i corpi sudati. Purtroppo il mio autocontrollo era troppo fatto e per questo vado a sbattere contro una ragazza che fino a quel momento stava ballando.

- Oh scusami tanto! Davv.. - mi blocco

- Gabriel! - mi dice lei sorridente. Mi ritrovo, stranamente, più vigile.

- Scusami Amanda non ti avevo vista. - le dico secco e, senza che lei abbia il tempo di rispondermi, mi dileguo. La sento chiamarmi ma non mi giro. Non devo.

Riesco ad arrivare in cucina; trovo una bottiglietta d'acqua, così vado verso l'uscita che porta al giardino.

Mi siedo in un posto appartato. Ho bisogno di aria, di riprendermi. La scuola era iniziata da una settimana e in questa ho cercato in tutti i modi di evitare Amanda. C'ero riuscito piuttosto bene, fino ad oggi.

- Brutta serata? - una voce profonda parla dietro di me. Mi volto e la vedo.

Penso aver fissato quel corpo per troppo tempo poichè mi guarda con un sopracciglio alzato e subito dopo mi si avvicina e schiocca le dita vicino al mio viso.

- Ehm.. si.. scusami ho..ho fumato.. ehm..troppo.. - le dico come il migliore dei coglioni. Sento che le mie guance stanno andando a fuoco e benedico il fatto che sia sera.

- Insomma? -

- Insomma c-cosa? -

- Ti ho chiesto se è una brutta serata. -

- Oh? Oooh! Si..si. Diciamo che..non è.. una delle migliori. - bene, il migliore dei coglioni 2.

- Capisco. - mi dice e adesso è il suo turno a fissare. Il mio viso sta diventando più rosso di prima.

Durante la settimana sarò anche stato bravo ad ignorare Amanda, ma non sono stato altrettanto bravo a parlare con Taissa. Seguivamo quasi tutte le stesse materie, ma non ho trovato il coraggio di rivolgerle la parola.

- Sei Gabriel Chapman? - mi chiede e subito inizio a sudare.

- Ehm.. s-si..tu sei Taissa Carisse? - cazzo, cazzo, cazzo!

- Caressi con la I. - mi dice irritata.

- Scusami. - rispondo sottovoce, abbassando lo sguardo. Sapevo pronunciare bene il suo cognome, ma mi sono fatto prendere dal panico.

- Alza lo sguardo. - mi dice e di scatto lo faccio.

- Non ti ho detto niente. Può capitare di sbagliare la pronuncia di una parola straniera. - mi dice, mentre mi guarda dritto negli occhi.

La luna sta illuminando il suo volto e i suoi smeraldi brillano, dolcemente. Non riesco a sostenere il suo sguardo e quindi abbasso il volto, di nuovo.

- Perchè sei così imbarazzato? - mi chiede, ma non ho il tempo di rispondere.

Amanda irrompe in quel momento.

- Gabriel finalmente! Ti ho cercato per tutta la cas..oh! Ho interrotto qualcosa? - dice lei rivolgendo uno sguardo omicida verso Taissa.

- No. Me ne stavo andando. - Taissa parla con un tono di voce che non fa trapelare niente. Si sposta per andarsene ma viene bloccata da Amanda.

- Tu sei la ragazza nuova? - le chiede.

- Si. - Taissa prova ad andarsene di nuovo.

- Taissa Car..? Come? - continua Amanda. Noto che Taissa ha serrato la mascella e le sue mani sono strette in un pugno. Lo sguardo è gelido.

- Caressi. Ma ora non può più parlare con noi, deve proprio andare. - parlo io, per evitare qualsiasi lite. Taissa mi guarda in modo strano, ma se ne va senza proferir parola. Io continuo a guardarla, triste.

- Certo che è strana! - Amanda mi distoglie da quella visione.

- No non lo è. Ora scusami ma devo proprio andare. - e questa volta Amanda blocca me.

- No non andartene. Volevo parlare un po'. Sai, è da tanto che non ci vediamo e sei sempre stato un caro amico per me - mi guarda con gli occhi dolci.

- Non abbiamo niente di cui parlare. Devo trovare i miei Amici - enfatizzo l'ultima parola - Ciao! - taglio corto e me ne vado, lasciandola sola.

Ius VariandiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora