𝓋𝑒𝓃𝓉𝓊𝓃𝑜 - andrà tutto bene se ci sei te

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"In un'altra vita farò in modo che tu possa restare"

The One That Got  Away - Katy Perry

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- smut alert -

Jimin, 24 giugno 2022

Avevo sempre avuto questa meravigliosa curiosità verso una cosa talmente magica e surreale come il vento. 

Il vento gelido che penetrava carne ed ossa, la brezza serale che donava lieve sollievo dalle afose giornate estive, i turbini di suoni e petali di ciliegio che caratterizzavano le primavere a Seoul e riportavano l'allegria persa durante l'inverno. 

Il vento che manteneva memorie incastrate nei suoi movimenti come fossero impronte nella sabbia bagnata dall'oceano. 

Ed in questa mattinata particolarmente luminosa di giugno percepivo proprio il vento leggero penetrare dalla finestra socchiusa della camera da letto e solleticarmi il volto. 

Brezza portatrice di ricordi. 

Il suono del campanile appartenente alla chiesetta cristiana in fondo alla strada, le grida dei bambini che si affrettavano ad entrare nella scuola elementare all'angolo, i cinguettii degli uccellini appollaiati nell'albero di mango sul retro della casa, il dolce tintinnio delle campanelle di vetro appese al patio, il profumo inconfondibile d'inizio estate. 

Ed il vento portava anche i raggi di sole all'interno della camera da letto, illuminando il volto dormiente del mio ragazzo e tingendo d'oro i capelli scuri sparsi sul cuscino, quasi creando un'aureola attorno ai suoi tratti così rilassati. 

E giurai che mai mi sarei stancato di guardarlo, mai mi sarebbe nemmeno passato per la testa di pensare a qualcun altro. 

Lui era tutto ciò di cui avevo bisogno.

"Sento il tuo sguardo farmi un buco nella testa" parlò con voce roca lui, nemmeno scomodandosi ad aprire gli occhi ma tirandomi più vicino al suo corpo. 

Quella voce così soave, così profonda che ogni singola mattina mi dava il buongiorno. 

Mi aveva beccato, come al solito. 

Emisi un verso di lamento scorgendolo finalmente aprire un occhio per osservarmi, attendendo negassi lo avessi fissato qualche attimo prima. 

Mi morsi il labbro inferiore trattenendo una risata.

"Una fotografia dura di più" concluse con la sua solita frase stiracchiandosi, facendomi roteare gli occhi e lasciandomi un debole bacio sul lato della bocca sorprendendomi.

Rimasi in silenzio sapendo che qualsiasi cosa avessi detto non mi avrebbe potuto salvare: era come se percepisse che lo fissavo, assurdo. 

Nascosi il volto nell'incavo del suo collo allacciando le braccia attorno alla sua vita e toccando la pelle nuda con i polpastrelli, inspirando a pieni polmoni il familiare profumo del quale mi ero innamorato più di tre anni addietro. 

"Non lo stai negando" constatò, e nonostante fosse ancora mezzo addormentato non mi servii guardarlo per capire stesse ghignando. 

"Come vuoi" parlai facendogli il verso, percependo improvvisamente la mia schiena premuta al materasso ed il suo corpo sopra il mio. 

Spalancai gli occhi vedendo il familiare sorrisino coloragli i tratti del volto irradiato dai raggi mattutini. 

Mi toglieva il fiato. 

Detective Park | 𝕜𝕥𝕙 𝕩 𝕡𝕛𝕞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora