𝒸𝒾𝓃𝓆𝓊𝑒 - radio

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"Ma siamo tutti stelle perdute che cercano di far brillare il buio?"

- Lost Stars, Adam Levine

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- smut alert -

Erano ore ormai che restavo seduto sul pavimento a gambe incrociate, annoiato, ad ascoltare le canzoni che passavano in radio mentre Dong-sun passava la mattina sul divano a controllare dei documenti di chissà cosa. 

Non mi interessava neanche sapere di cosa fossero sinceramente.

"Qual è il modo migliore per nascondere una truffa?" domandò, nemmeno alzando lo sguardo dai fogli. 

Mi chiedeva sempre cose del genere ed io dovevo rispondere da poliziotto.

Cercavo però sempre di aggirare le questioni o rispondere vago, non avrei mai e poi mai aiutato un verme del genere.

"Dipende da quanto è grave la frode" risposi facendo spallucce, sdraiandomi sul pavimento congelato e con lo sguardo verso il soffitto alzai il braccio per controllare che il tatuaggio fosse ancora là. 

'C'è' constatai con un sorriso tracciando le linee fine di esso mentre il ragazzo mi adocchiava alzando un sopracciglio. 

"Prenderai freddo se stai così sul pavimento" mi fece notare mentre io roteavo gli occhi e sospiravo senza farmi notare. 

'Come se ti importasse qualcosa' pensai mordendomi l'interno della guancia ma semplicemente ubbidendo ed alzandomi.

Era tutto ciò che potevo fare, ubbidire.

"Okay Hyung" dissi camminando in cerchio nel soggiorno non sapendo minimamente come passare il tempo annoiato a morte.

Nell'ultima settimana pure la televisione aveva smesso di funzionare quindi non sapevo più come passare le ore.

Dong-sun si accorse dei miei girotondi allungando la mano ed incitandomi a prenderla. 

"Vieni qua" mi fece segno di avvicinarmi a lui mai staccando lo sguardo da quei maledetti documenti, come se nonostante tutto io passassi sempre in secondo luogo.

Prima i soldi, poi scopare me no?

Camminai verso di lui maledicendomi internamente, percependo la sua mano carezzarmi il fianco mentre io mi trattenevo dal tirargli un pugno dritto in faccia. 

L'avevo anche vicina per riuscirci bene.

"Siediti" mi indicò lo spazio tra le sue gambe incrociate ed io scossi la testa prendendomi il labbro inferiore tra i denti. 

C'era un limite alla mia pazienza e questo lo superava largamente. 

"Taehyung" mi intimò con tono di avvertimento. 

"Non fare il bambino" io spostai lo sguardo sorridendo amaro per le sue parole senza farmi notare e sedendomi malvolentieri sul divano, sistemandomi meglio mentre lui faceva aderire il suo petto alla mia schiena.

La vicinanza mi faceva venire la nausea. 

Neppure la sua colonia super costosa ed il suo solito fascino facevano più effetto su di me.

"Ecco, ci voleva tanto?" domandò facendomi roteare gli occhi e portando la mano prima a togliermi i capelli dal viso, poi sullo stomaco passando il pollice debolmente sopra la stoffa della t-shirt bianca. 

Riuscii a leggere cosa aveva scritto sulla carta in silenzio, facendo finta di poggiarmi alla sua spalla con la nuca per riposare ma in realtà sbirciando. 

Detective Park | 𝕜𝕥𝕙 𝕩 𝕡𝕛𝕞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora