«Tuffo a bombaa!»
«Mmm Tom» mugugno
«Forza dormigliona, è ora di svegliarsi» mi sussurra nell’orecchio provocandomi solletico.
Lo fa di proposito, sa che è un mio punto debole.
Mocciosetto.«Non è vero, saranno le otto di mattina. Non capisco perché devi svegliarti sempre così presto; guarda che occhiaie profonde che hai stamattina. Prevenzione fratello.»
Lo sento ridacchiare alle mie parole, infatti, subito dopo mi informa:«Si certo, come no, è quasi ora di pranzo! La mamma, prima di andare a lavoro, mi ha detto che stanotte non hai dormito bene, quindi mi ha chiesto di non svegliarti molto presto. E comunque, dovresti vedere le tue di occhiaie. Sveglieresti anche i morti!»
Mi lamento dandogli le spalle, fingendomi offesa, e quando sto per riprendere sonno, vengo colpita da una cuscinata, seguita da altre più forti.Quanto può essere insopportabile?Anch’io meritavo un angioletto come fratello.
«Oh e va bene mi alzo, mi alzo, tregua» mi arrendo
«Finalmente!» esclama mio fratello, che alza le braccia in alto in segno di resa quando lo minaccio anch'io di colpirlo con un cuscino.
«Che risveglio traumatico» dico tra me e me
«Ehi, c’è gente che pagherebbe oro per avermi come sveglia personale, non sai apprezzare la mia unicità» dice con fare altezzoso, ricevendo da me un’occhiata di disdegno.
«Ora scendi in cucina, ti raggiungo tra qualche minuto»
«E va bene, ma se quando torno ti ritrovo a dormire...» esita qualche istante per cercare di utilizzare la minaccia più adatta «Beh non ne sono ancora sicuro ma qualcosa mi inventerò» dice uscendo dalla camera a testa alta, lasciandomi sola tra i miei pensieri.Le immagini della sera scorsa sono ancora vivide nella mia mente. Da quando ne ho parlato con mia madre sono più tranquilla, ma questo non significa che abbia eliminato completamente l'accaduto, credo che esperienze come queste rimangano scritte con l'indelebile nella mente e non esiste modo per poterle dimenticare; bisogna solo abituarsi a conviverci e per il momento l'episodio è troppo fresco per avere la consapevolezza che non sono né la prima né l'ultima ragazza a cui capitano cose di questo genere e che dovrei affrontare la situazione con coraggio, battendomi per evitare che quello che è capitato a me possa capitare ad altre ragazze o peggio ancora, bambine.
Forse un giorno avrò abbastanza coraggio e forza di volontà per farlo, ma quel giorno non è di sicuro oggi. Nonostante ciò, decido di alzarmi dal letto stampandomi un falso sorriso sul viso, infondo, è la cosa che mi riesce meglio.Una volta scesa in cucina, inizio a fare colazione o meglio dire a svaligiare il frigo in cerca di qualcosa che mi soddisfi. Mi domando se Tom avesse già mangiato qualcosa, ma figuriamoci, non ho neanche il bisogno di chiederlo; quel bambino è cresciuto così in fretta che ora mi sembra sia più responsabile e forte di me. È lui, molto spesso, a proteggermi e consolarmi quando tutto non va, nonostante sia molto più piccolo di me.
Ma, sì, ogni tanto lo vizio anch’io.
«Fratellino, sentiamo un pò, cosa desideri di buono da mangiare oggi?»
«Che domande sono? Una succosa bistecca…»
«Cotta al punto giusto?» domando retoricamente
Mentre aspetto una risposta da parte sua, sento un tonfo assordante accompagnato da un urlo strozzato, che riecheggiano in tutta la casa.
Istintivamente corro da mio fratello trovandolo ai piedi delle scale che portano al piano superiore, dev’essere inciampato nella coperta che tiene ancora stretta tra le sue piccole mani.Dovrei fare qualcosa, aiutarlo ad alzarsi, confortarlo con le mie parole, ma davanti alla scena il mio corpo non sembra voler rispondere ai comandi.
Sto provando a muovermi con tutte le mie forze, sto lottando con me stessa, “devi andare da lui, è a due passi da te, non puoi lasciarlo soffrire da solo, fai qualcosa!” mi ripeto senza avere alcun risultato.
È come se il pavimento tenesse bloccato il mio corpo impedendogli di muoversi nonostante io ci provi con tutte le mie forze.
Tutto ad un tratto sento il rumore delle chiavi nella serratura, è la mamma, è tornata per il pranzo. Questo mi fa entrare ancora di più nel panico, cosa penserà di me? Non sono riuscita a prendermi cura di mio fratello, quando era l'unico compito che avrei dovuto svolgere, ed ora lui è steso sul pavimento senza accennare ad un minimo movimento. E se fosse…? Non riesco neanche a pensare a questa possibilità. Inizio a non trattenere più le lacrime e a respirare affannosamente, ho bisogno di aria.«Emily stai bene? Sei pallida, sembri molto turbata, aspetta qui vado a prenderti qualcosa» smette di preoccuparsi del mio stato quando si imbatte nel corpo di mio fratello.
«O mio Dio Tom! Aiuto! Emily cosa è successo? Vieni ad aiutarmi, tuo fratello non apre gli occhi, non reagisce. Chiama il 911 immediatamente!» pronuncia con la massima potenza della sua voce
«Figlio mio rispondimi, ti prego...svegliati, respira, fallo per me» dice scuotendo delicatamente il corpicino di mio fratello scoppiando in un pianto disperato per poi rivolgere il suo sguardo verso di me e ogni parte del suo corpo mi implora di chiamare soccorso.
Io nel frattempo sento mancare sempre più il respiro, la bocca mi si impasta e le gambe iniziano a farmi giacomo giacomo, fino a quando non riescono più a reggermi facendomi cadere al suolo.
Tutto ciò che riesco a sentire prima di perdere del tutto i sensi sono i passi della mamma, che sembra correre veloce per andare chissà dove.~~~~
Un fastidioso suono ripetuto con frequenza, mi sveglia.
Tento di aprire gli occhi, un’azione così semplice che in questo momento sembra quasi impossibile.
Quando finalmente, con fatica, riesco a schiudere lentamente le palpebre, vengo accecata da un abbagliante luce bianca.
Un forte mal di testa mi porta a prendermi il capo tra le mani e a stringerlo per alleviare l’insopportabile dolore; non so quanto questo rimedio possa essere certificato, ma mi permette di stare meglio per qualche minuto.
Comincio a guardarmi attorno. Mi sento spaesata. Niente di questo posto mi è famigliare.
Sono circondata da bianche e squallide pareti e mi trovo al centro della stamza stesa su un letto abbastanza scomodo, proprio come il mio, ma non si tratta del mio letto e questa non è la mia camera.
Non ci sono i miei libri, iniziati e mai finiti, sparsi ovunque e mai riposti, in ordine, nell'apposita libreria; non ci sono i peluche di quando ero bambina che ogni tanto mi sbloccano qualche tenero ricordo, non ci sono i miei discutibili quadri per cui la mamma va matta; mancano tutte le foto con Allison, Erin, Madeline e con la mia famiglia, certo, fino a qualche tempo fa, le pareti erano tappezzate da foto raffiguranti me e mio padre, ma da quando ha deciso di costruirsi una nuova famiglia, ha scelto di andare via anche dalla mia vita ed io ho scelto di eliminarlo completamente liberandomi di tutti quei ricordi che mi riportavano alla mente lui.
Di sicuro però, non mancano le foto con Tom, il piccolo ometto della mia vita, penso, sorridendo al pensiero di noi due.Il sorriso però, mi si smorza in volto quando abbasso lo sguardo sulle mie mani e vedo un ago infilato all’interno della mia pelle. Pian piano ripercorro con gli occhi il tubicino a cui l’ago è attaccato e alla fine di questo, scorgo una sacca colma di un certo liquido a me sconosciuto.
In questo momento i pensieri iniziano a farsi spazio nella mia mente, contribuendo ad aumentare il mio lancinante dolore alle tempie.
Finalmente capisco dove mi trovo.
Sono in ospedale.✨✨✨✨
Ma ciaoo!
Chi non muore si rivede, penserete voi, e non vi do tutti i torti :)
Non mi dilungo molto sul perché sono stata assente per così tanto tempo in quanto ne ho già parlato nella bacheca; mi auguro solo che non vi siate dimenticati della storia, se così fosse, ed è comprensibile, potete andare a rileggere i capitoli precedenti (non sono molti) per poter poi comprendere il seguito.
E nulla dopo queste questioni “serie” parliamo di cose interessanti. Come potete vedere la vita di Emily continua ad essere turbolenta e piena di sorprese poco piacevoli.
Che ne dite? Scopriamo cosa c'è dietro il prossimo angolo?;)Ricordatevi di lasciare commenti e stelline per supportarmi❤️❤️
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Un'estate da vivere
Romansa|Sospesa| Emily Stewart è una ragazzina di quindici anni, molto curiosa e inizialmente timida. La sua specialità? La distrazione. Si può definire la persona più distratta presente sulla faccia della terra. Dopo la perdita di una persona a lei mol...