You are my sunshine

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I ricordi iniziano a farsi spazio nella mia mente: Tom caduto dalle scale, io che non riuscivo a prendermene cura, l'arrivo della mamma, le urla, le lacrime e poi il buio assoluto. 

Tom è il mio primo pensiero. 
Dov'è? Sta bene? È ferito? Non ho la minima idea di quanto tempo sia passato da quando ho ricordi, ma ho bisogno di vederlo, di accettarmi che stia bene. 

Così decido di liberarmi di questo affare che apparentemente non mi aiuta in alcun modo, strappando l'ago dalla mia mano senza alcuna prudenza; nel momento stesso in cui estraggo l'ago non sento alcun tipo di dolore, ma qualche istante dopo mi pento di averlo fatto, corrugando la fronte per il male.  
Mi alzo dal letto che si è rivelato decisamente più scomodo di quanto credevo prima, nonostante ciò non mi curo dei dolori perché in mente ho solo un obiettivo: trovare mio fratello. 

Vago per l'ospedale senza sapere realmente dove andare; non solo non conosco questa struttura, ma fortunatamente manco da un ospedale da molto tempo e con questo intendo che le uniche volte in cui mi è capitato di metterci piede è stato quando sono nata io, quando è nato Tom e quando sono finita in sedia a rotelle per essermi rotta una gamba grazie ad un bambino a cui venne la geniale idea di spingermi dalle scale fuori da scuola. 
In ogni caso, anche se sapessi come muovermi, non so dove si trovi Tom e a dirla tutta non sono sicura che sia ancora qui, se mai c'è stato. 

Per esserne certa, mi rivolgo alla prima infermiera che incontro durante il mio cammino senza meta. 
«Salve, scusi il disturbo, saprebbe dirmi se avete avuto un paziente di nome Tom Stewart?» pronuncio affannata 
Prima di rispondermi, la donna di mezza età di fronte a me, mi squadra da capo a piedi, assumendo un'aria interrogativa e disgustata allo stesso tempo. 
Ma insomma, in che ospedale siamo? Un'infermiera che si mette a giudicare l'aspetto di una paziente bisognosa di una risposta urgente...da mettersi le mani ai capelli!

Curiosa di sapere come mai il mio aspetto turbasse così tanto la signora, che indubbiamente aveva visto di peggio lavorando in questo ospedale dove arrivano continuamente persone malate o sfregiate a causa di incidenti, mi volto verso una porta specchiata presente alla mia destra che mi permette di guardarmi a figura intera, e mi rendo conto che, forse, sarebbe stato meglio non voltarmi. 

Ho gli occhi gonfissimi, il viso più pallido del solito che mette in maggiore risalto le mie profonde occhiaie, e un grande bozzolo sulla fronte dovuto probabilmente alla mia caduta. 
A dire la verità, quello che realmente spaventa è l'espressione che il mio viso ha assunto involontariamente; è un misto tra tristezza, paura e rabbia, rabbia verso me stessa. 

Torno immediatamente a rivolgere la mia attenzione all'infermiera ed esaurisco la mia pazienza quando noto che questa continua a fissarmi con gli occhi sbarrati.
«Signora credo stia un pò esagerando, ho bisogno di sapere se questo bambino è qui o meno e anche subito» dico marcando la parola finale
«Ehm...sì signorina, controllo subito, mh allora vediamo un pò» dice con tutta tranquillità passando lentamente a rassegna l'elenco dei pazienti di oggi per ogni reparto. 
Sento il sangue ribollire nelle vene per la collera, basta, sono stata fin troppo tollerante: «Senta, non ho tutto questo tempo da perdere, se non mi sa dare una risposta troverò da sola mio fratello, a costo di bussare ad ogni singola stanza di questo maledetto ospedale. Buona Giornata» e mentre sto per bussare alla prima porta, l'infermiera si decide a degnarmi di una risposta:«Secondo piano, stanza 17. Suo fratello si trova lì, mi dispiace per l'accaduto».

Dopo aver fatto un cenno col capo all'infermiera, mi dirigo rapidamente verso l'ascensore per raggiungere il piano superiore.
Per mia fortuna non ci mette molto tempo ad arrivare al mio piano ed una volta entrata e aver selezionato il pulsante, mi concedo qualche secondo di riflessione socchiudendo gli occhi e appoggiandomi ad una parete. 

Le parole dell'infermiera mi risuonano nella mente "mi dispiace per l'accaduto"; cosa voleva dire? Probabilmente si tratta solo di una frase fatta utilizzata dai medici per relazionarsi con i famigliari, infondo io negli ospedali non c'ero mai stata prima, magari usano dire così anche per situazioni spiacevoli, ma non particolarmente tragiche. 
Sì, sarà sicuramente così
Voglio pensare positivo. Lui sta bene, la mamma sta bene, va tutto liscio come l'olio, ne sono certa.

Le porte dell'ascensore si aprono e nell'istante stesso in cui ne varco l'uscita, mi sembra che tutte le certezze che avevo fino a questo momento, si stiano velocemente sgretolando dietro di me per lasciare spazio alla paura.

Percorro lentamente il corridoio, voglio davvero raggiungere la camera di Tom il prima possibile, ma sono così terrorizzata di scoprire quello che è accaduto, che provo a rimandare il momento il più possibile, osservando con occhi tristi le decine di persone malate che ci sono in questo posto, pieno di tristezza e rassegnazione. 

A rapire la mia attenzione è l'angelica voce di una piccola bambina, di circa sei anni, dai capelli ricci rosso fuoco, che canticchia, rannicchiata sul corpo di una giovane donna che giace su un letto, sulle note di una canzone che non ci metto molto a riconoscere, si tratta di "You Are My Sunshine" di Johnny Cash

"You are my sunshine, my only sunshine
You make me happy when skies are gray
You'll never know dear, how much I love
you
Please don't take my sunshine away..." 

La scena scena mi scalda così tanto il cuore, che non mi accorgo di star piangendo fino a quando non sento lo sguardo della bambina su di me, intenta a scrutare la mia figura da capo a piedi.

«Ehi tu, non sei un medico vero?» mi domanda con tono sospetto, puntandomi il dito contro
«Oh...ehm no, eravate molto tenere insieme e non mi sono resa conto di essere rimasta a guardarmi più del dovuto» faccio una pausa per affrettarmi ad asciugare una lacrima scesa sul mio viso per poi cercare di congedarmi «Okay, ora tolgo il disturbo, scusatemi ancora» dico con tono pacato, facendo per allontanarmi con un sorriso di circostanza alquanto imbarazzato.

«No, non andare. Se non sei un medico che vuole portare via la mia mamma, puoi restare quanto vuoi, vero mamma?» dice guardando dolcemente sua madre 
«Ma certo, ci fa piacere ricevere visite; non ne abbiamo da un po'» risponde amareggiata, con voce rauca «Bene allora il mio nome è Isabel e questa furbetta si chiama Hanna» sorride sforzatamente mentre le scompiglia i capelli.

«Piacere di conoscervi, io sono Emily...Come mai si trova qui?» chiedo di getto rivolgendomi alla donna, mossa dalla mia curiosità, ma accorgendomi del mio poco tatto, aggiungo «Se sono troppo invadente non deve darmi una risposta...» dico grattandomi nervosamente il capo
«Tranquilla, non c'è nessun problema. Lo scorso anno mi hanno diagnosticato un tumore al fegato, sai, parlo continuamente della mia malattia, credo possa aiutare le persone a non commettere il mio stesso errore, sottovalutando i problemi, fino a quando diventano irrisolvibili»
«Mi dispiace molto, spero tu possa stare meglio il prima possibile» dico sinceramente
«Anche tu sei qui per la tua mamma?» chiede ingenuamente la piccola, intromettendosi nel discorso
«In realtà sono qui per mio fratello, abbiamo avuto un incidente domestico e non sono ancora riuscita a vederlo»
«Non te lo fanno vedere?»
«No...ho solo paura di vederlo con i miei occhi»
«Ehi, fidati di me, devi andare da lui, devi stargli vicino, sfrutta ogni momento, magari non è così grave come credi» afferma la donna afferrandomi la mano e stringendola per infondermi coraggio.

Vengo come risvegliata dalle parole e dal gesto, così decido di seguire il suo consiglio e dirigermi dalla mia famiglia; non prima però di aver salutato calorosamente Hanna ed Isabel.

Arrivo finalmente dinanzi alla porta della stanza 17, la stanza di Tom, ed in questo momento anche il numero mi provoca incertezze, facendomi immaginare i peggiori scenari che potrei trovare dietro questa porta. 
Prima di entrare faccio un lungo sospiro di frustrazione e quando mi introduco all'interno della camera, trovo quello che, tra tutto, non mi sarei mai aspettata.

✨✨✨✨✨
Ehii, come state? Io abbastanza bene, sono abbastanza provata per questo capitolo e per il prossimo che deve ancora uscire, spero che le sensazioni che ho provato io quando lo scrivevo vi siano trasmesse e nulla fatemi sapere cosa ne pensate e le vostre opinioni su cosa sia successo a Tom🤎

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 26, 2021 ⏰

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