Chapter 6

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The Truth:

Scelsi la via piú facile e quella più codarda, mio malgrado. Corsi con quanto fiato avevo nei polmoni fino al dormitorio, ero bagnata fradicia, avevo assolutamente bisogno di una doccia bollente istantanea. Entrai. Percorsi il lungo corridoio in marmo bianco lasciando a terra pozzanghere d'acqua ad ogni mio singolo passo soffocato. Spinsi lentamente la porta della camera, era vuota. Sgattaiolai dentro come se fossi una ladra in cerca del diamante di enestimabile valore da rubare. Mi lavai in tre e quattrotto e mi cambiai i vestiti optando per un cordinato composto da: jeans stretti blu scuro, magliettina corta sopra l'ombellico leopardata con la schiena in pizzo, golf non tanto lungo con cerniera, leggero e nero, e in fine le scarpe della Nike Balzer leopardate. Mi acconciai i capelli in una treccia alta e mi truccai con un lieve passaggio di eye-liner e mascara.
Come feci l'atto per uscire dalla camera mi trovai faccia a faccia con Olimpiade.

-Ciao...-

Si limitó solo a guardarmi e a non proferire parola, poi mi superó come se non fossi mai esistita per lei.

-Olly io...-

Si fermó in mezzo alla stanza senza voltarsi.

-Ele credo che per oggi possa bastare così.-

Me ne andai via da lí, mi si struggeva il cuore e mi si attorcigliava lo stomaco. Non poteva andare a finire in questo modo la nostra amicizia, non volevo. Mi affacciai al portone di uscita del dormitorio, fuori pioveva ancora a dirotto e in terra si era formato del fango viscido e compatto. Decisi di aspettare il cessare della pioggia e richiusi il portone, ma come feci per tornare sui miei passi fui colpita improvvisamente da una lancinante fitta alle tempie tanto acuta da farmi accasciare a terra e cadere in uno stato di svenimento.

Riaprii gli occhi un po' ancora annebbiati, notai che non mi trovavo piú nel corridoio ma tutt'intorno a me era di un bianco plumbeo. Mi alzai da terra lentamente, barcollando ancora un po' ed iniziai a camminare senza una meta precisa fino a quando, in lontananza, scorsi un templio che si ereggeva su un monte. Presa da un'ansia immensa e da una sensazione di terrore inspiegabile incominciai a correrci verso ma d'un tratto tutto si fece scuro e il terreno sotto ai miei piedi franó, passo dopo passo, mentre il templio stava prendendo fuoco. Solo prima di cadere vidi nuovamente il simbolo della civetta che mi apparve per la prima volta quando tutto ebbe inizio, quando la mia vita ebbe letteralmente fine.

-Electra hey! Svegliati!-

Dei piccoli e leggeri schiaffi mi stavano colpendo le guancie, sbattei più volte le palprebre e lentamente, molto lentamente tutto attorno a me tornó limpido, cristallino. Mi stropicciai gli occhi e quando recuperai la vista scorsi la figura di Dilan preoccupata e cerea.

-Ciao...-

Fece un respiro di sollievo e mi abbracciò forte a se, odorava di pino bagnato e la sua maglietta rossa era umida e candida di sudore.

-Che ci fai qui?-

Gli domandai ancora un po' stordita.

-Ti stavo cercando e mentre ti cercavo ho trovato Marte nel campo d'addestramento, gli ho chiesto se per caso ti aveva vista e mi ha risposto che ti avrei trovata sicuramente qui.-

Che confusione avevo nella testa, non ci stavo piú capendo un' accidente.

-Ah sì...come vedi mi hai trovata...-

Distolsi lo sguardo da lui, ero ancora arrabbiata per la scena in mensa.

-Menomale ti ho trovata! Ti ho vista accasciata a terra e sono subito corso da te! Stai bene vero?-

Le Figlie Dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora