Chapter 2

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The Encounter:

Avevo sbaragliato Brandon alla grande. Ero fiera di me e della mia arguzia. Si avvicinò Olimpiade:

-Hey chi era quello?-

Arrossii e mi guardai intorno per cercarlo.

-Era qui un attimo fa!-

Era sparito nel nulla. Lo cercai con foga e animo tra la folla ma niente. Dissolto.

-Vabbè l'importante che il piano sia andato a buon fine! Vedessi la faccia di Brandon! Ahahahaha troppo bella!-

Avevo lo sguardo perso in cerca di quel misterioso ragazzo. Tornai al presente.

-Dov'è andato?-

Olimpiade mi guardò preoccupata.

-Chi Brandon? O il tuo adone?-

Mi irrigidii.

-Brandon.-

Mi guardò seria e sbuffò.

-É uscito arrabbiato marcio dopo che ti ha visto con il tipo.-

La ringraziai e uscii a cercarlo. Fuori c'era il nulla. Sembrava di essere nel deserto del Saara in cerca di forme di vita.

-BRANDON!-

Iniziai a chiamare il suo nome gridando. Solo il suo eco mi rispose rimbalzando sui palazzi circostanti.
Mi imbucai in una stradina stretta e scura, ero certa che portasse alla trentatreesima dove egli prendeva sempre il tram. Svoltai l'angolo e lo vidi.

-BRANDON!-

Si fermò e si girò. Aveva il volto sconvolto come se avesse visto un fantasma. Restai immobile. Cercai di decifrare quello sguardo poi tutto cambiò. Il suo sguardo era diventato truce. Iniziò a correre a tutta velocità verso di me come un placcaggio di rugby.

-Ma che...-

Non sapevo come interpretare quel gesto. Pensavo fosse benevolo ma prima che potessi capire ero già a terra. Sopra di me c'era lui. Odorava di alcool.

-Bran..don...-

Respirava a fatica. Ma la forza non gli mancava.

-ZITTA!-

Iniziai a tremare. Il mio corpo non rispondeva più a nessun comando. Ero paralizzata.

-Brandon che fai! Togliti!-

Cercai di spingerlo via ma era troppo pesante per me. In quel momento rimpiansi di non essermi iscritta al corso di jujitsu quando mi si era presentata l'occasione.

-Ti ho detto ZITTA!-

Non c'era nessuno. Ero sola. Mi domandai che cavolo avessi avuto in mente andandolo a cercare.

-Sei solo una puttana!-

Cercai di divincolarmi ma mi tappò la bocca e di rimando serrai la mascella intorno alla sua mano più forte che potei. Un urlò di dolore si levò alto e solo l'eco rispose nuovamente.

-FERMA DANNAZIONE!-

Mi legò la bocca con la cintura che si sfilò dai pantaloni. Piano piano si sbottonò i jeans.

-NWAAAAA!-

Iniziai ad urlare anche se la cintura me lo impediva. Dagli occhi mi cascarono lacrime calde e coppiose. Come poteva Brandon essere un mostro del genere.

-Così impari ad andare con gli altri puttana!-

Mi divincolai ma lui riuscì a bloccarmi le braccia ma non mi arresi, iniziai allora a scalciare. Quell'incubo sembrava non finire mai. Era l'inizio della fine. Pensai a mio padre, lo chiamai mentalmente, implorai il cielo e le stelle di non far finire la mia vita così. Ormai mi immaginavo giá l'indomani su qualche giornale: ragazza violentata e uccisa, si cerca il responsabile.

Le Figlie Dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora