Chapter 4

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Jealousy And Bickering:

Uscii dalla doccia calda che avevo la testa fra le nuvole, come sempre d'altronde, e con in mente le parole della canzone di Charlie XCX ~ Boom Clap; spesso mi capita che quando faccio la doccia inizi a cantare, è una cosa che mi mette di buon umore. Entrai in camera con addosso solo l'asciugamano in testa e un altro che avvolgeva il corpo. Con mia sorpresa trovai Olimpiade chiacchierare con una nostra coinquilina, dopotutto non le abbiamo mai incontrate. Olimpiade mi attirò a se con un gesto.

-Ele vieni ti presento Margaret!-

Le porsi la mano un po' bagnata e lei me la strinse con forza.

-Piacere Electra.-

Mi sorrise.

-Margaret!-

Tornai verso il mio letto. Adesso dovevo cambiarmi ma non avevo la più pallida idea di come fare, non avevo vestiti, erano rimasti tutti a casa mia.

-Olimpiade abbiamo un problema! I vestiti?!-

Smise immediatamente di confabulare e mi venne vicino.

-ODDIO! E ora?!-

Margaret ci raggiunse.

-Non preoccupatevi ragazze, basta che apriate l'armadio mentre pensate ad un capo d'abbigliamento!-

Ormai mi stavo abituando a questa stranezza inconsueta che stava diventando di routine.

-Ah grazie.-

Mi fece l'occhiolino e si avvió verso la porta ma prima si giró verso noi:

-Spero che potremo diventare amiche. Anche le altre sono simpatiche.-

E se ne andó via lasciandoci un po' stupite.

-Seh va beneee!-

E ritornai alle prese con l'armadio mentre Olimpiade non disse nulla.

-Vediamo un po' che mi posso mettere.-

Pensai a dei capi possibili per l'abbinamento ma tutto ció mi faceva ritornare al guardaroba di casa mia e soprattutto a mio padre...giá mio padre, mi mancava da impazzire. Chissá che gli avranno raccontato.

-Olly ma secondo te che cosa avranno raccontato ai nostri genitori?-

Lei parve per un millisecondo vuota dentro.

-Non so...-

Chissá come avranno inscenato la nostra scomparsa. Forse con un rapimento? O con la nostra morte?

-Vorrei tanto ritornare, anche solo per un secondo, e dirgli che sono viva e che può vivere la sua vita tranquillamente e serenamente e che...-

Scoppiai a piangere. Mi immaginai mio padre, quella povera vita stroncata dalla "morte" di sua figlia, l'unico suo tesoro inestimabile, piegato in due nel suo studio con la voglia di vivere pari all'infinito dei numeri negativi. Olimpiade per quell'istante colmó la mia desolazione e inondó la mia anima arida e vuota. Restammo così per molto tempo.

-Ele dai su ora vestiti che tra poco dobbiamo andare a cena.-

E sorridendomi si avvió verso il bagno per farsi una doccia anche lei. Aprii l'anta dell'armadio immaginandomi il completo: jeans chiari strappati sulla coscia destra e sul ginocchio sinistro, sopra una camicetta nera un po' trasparente, di un tessuto leggero, con il colletto di pelle nera e delle scarpe con doppia suola stile Converse bianche e nere con borchie. E il completo era lì, dentro l'armadio, proprio come lo avevo immaginato io.

Le Figlie Dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora