Chapter 3

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The New Me:

Ci stavamo incamminando verso le acclamazzioni e le grida della gente che vi si era raccolta per la nostra presentazione. Piano piano al nostro passaggio la calca di persone si allargava per farci passare, fu come quando Mosè allargó le acque del Mar Rosso per passarvi a piedi. Salimmo in silenzio sul palco, in legno di Quercia, allestito pochi minuti a dietro. Cassandro ci fece segno di metterci al centro.

-É con grande onore che vi annuncio l'arrivo di due nuove figlie!-

Ovoazioni e grida di gioia si levarono alti, come il fumo che si innalza dal faló che brucia vivido e ardente.

-I loro rispettivi nomi sono: Electra e Olimpiade. Da oggi in poi faranno parte della mia, della vostra e soprattutto della nostra vita!-

Altre grida e applausi si udirono ma quegli occhi indifferenti e gelidi mi tagliavano la gola, il respiro, tutto. Olimpiade si avvicinó al mio orecchio e mi sussurró piano:

-C'è il bei occhioni!-

Abbozzai un sorriso tirato e lei non ci fece caso.

-Mi devi far vedere Dancan!-

La guardai storta.

-Dilan vorrai dire.-

Annuì e continuó a sorridere alla platea. Curiosai tra le persone e accanto al ragazzo dagli occhi chiari c'era Dilan. Tirai Olimpiade per un braccio verso di me.

-Guarda è quello laggiú, accanto al bei occhioni come lo chiami tu!-

Ne restó impassibile.

-Mi piace piú il ragazzo occhi celesti!-

Scossi la testa con far arreso.

-Wow conosci altri sinonimi oltre al bei occhioni!-

Mi cinse un braccio attorno al collo e scendemmo giú dal palco ma prima che potessi azzardarmi a mettere un solo piede sul suolo, mi vidi Dilan davanti che mi prese dai fianchi e mi depositó a terra. Tutto si era fermato. Nemmeno il suono del battito cardiaco si avvertiva. Tutti ci stavano guardando, soprattutto un gruppetto di ragazze della solita etá di Dilan e quell'altro, che ancora un nome non aveva.

-Gr..azie.-

Mi sorrise e mi prese per mano la quale me la tiró su.

-Viva le nuove arrivate!-

E nuovamente acclamazioni. Ero sicura al cento percento di essere diventata di tutti i colori immaginabili, soprattutto la cosa me lo diede a pensare Olimpiade che si mise a ridere. Rimise la mia mano giú ma non la lasció e si avvió con noi verso la nostra abitazione e Olimpiade non si attardó dal tirarmi una gomitata.

-Ah Dilan questa é la mia amica Olimpiade.-

Si fermó e con l'altra mano si presentó.

-Piacere mio!-

Lei gli mostró un sorriso a trentadue denti.

-Quindi Dilan, giusto? Quant'è che vivi qui?-

Lui si schiarí la voce.

-É da quasi otto mesi.-

Olimpiade si elettrizzó inspiegabilmente, a mio parere, chissà forse era la sua tattica conquista ragazzi.

-Accidenti! E da quale cittá ti hanno prelevato, se così si puó dire?-

Continuavo ad ascoltarli, dopotutto ero in mezzo a loro, e a fissare in basso per stare attenta a dove mettevo i piedi.

Le Figlie Dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora