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Le braccia di Carter erano ancora avvinghiate alle mie gambe nude. Strinse leggermente la presa e sentivo i suoi muscoli premermi sulla pelle.
"Scusami, Mel. Ti prego perdonami" disse quasi singhiozzando. "Ti amo."
Non sapevo ancora cosa fare con lui, nella mia testa c'era il caos più totale. Era in corso una guerra, ma quelle due paroline fecero fermare tutto. Niente più armi, niente più bombe, era tutto finito. Mi amava. Su questo pianeta c'è un ragazzo che mi ama, che mi vuole. E il desiderio di avermi che Carter sentiva nei miei confronti mi provocò un brivido a cui sicuramente non avrei rinunciato.
"Alzati."
Carter mi guardava dal basso con i suoi occhi azzurri che cercavano di chiedermi perdono. Gli carezzai la testa e si alzò davanti a me. Era altissimo e io sembravo piccola nonostante il mio metro e settanta. Mi sfiorò la mano con le dita affusolate. Mi cercava, aveva bisogno di me, del contatto con la mia pelle. Lo lasciai prendermi la mano, le nostre dita si intrecciarono.
"Mi dispiace, non volevo farti del male" ripeté.
Abbassò lo sguardo, poi mi guardò con aria ferita, come se fossi stata io a fargli del male. Si avvicinò a me, aspettandosi che fossi già pronta a ricevere un suo bacio. Spostai la testa di lato e Carter mi guardò deluso, scuotendo la testa a destra e sinistra.
"Cosa c'è?" Chiesi arrabbiata.
Mi lasciò la mano e incrociò le braccia al petto. Sul suo viso apparve un sorrisetto beffardo che mi fece imbestialire. "Grazie per le rose, ci vediamo in giro" dissi aprendogli la porta.
"Hai intenzione di lasciarmi?!"
Questa volta ero io quella a sorridere, incredibile come questo suo comportamento del cazzo mi abbia fatto cambiare di nuovo idea.
"Ti ho già lasciato Carter, proprio nel momento in cui mi hai fatto del male. Ora ho solo bisogno di tempo per capire se posso perdonarti o no."
Carter si grattò la testa e posò la sua mano sulla mia, che era ancora appoggiata alla maniglia della porta. Continuò a stringere la presa, sempre più forte, fino a farmi male.
"Carter mi fai male" dissi preoccupata.
Lui mi guardò. In quel momento non lo riconobbi più, aveva uno sguardo strano, assente.
"Mi fai male, Carter!"
Quando gridai vidi gli occhi di Carter diventare normali, presenti, e lasciò la presa.
"Scusa" disse guardando il pavimento. "Ci vediamo, allora."
Uscì e chiusi la porta prima di portarmi la mano dolorante al petto.
"Ciao cara, ho interrotto qualcosa?"
Mi voltai e vidi mia madre appoggiare un paio di buste della spesa sul tavolo. La raggiunsi in cucina e l'aiutai a mettere via la quantità industriale di roba che aveva comprato.
"Pensavo fossi al lavoro, è venerdì."
Mia madre mi guardò mentre apriva il frigorifero per metterci dentro il latte.
"Sono in pausa pranzo e ho pensato di portarti qualcosa di pronto da mangiare."
Si avvicina a me e mi bacia sulla guancia prima di andarsene di nuovo, lasciandomi in balia di me stessa e della pasta precotta che mi aveva lasciato.
Il tempo passò più velocemente di quanto pensassi e si fecero subito le sei di pomeriggio. La mano mi faceva ancora male e attorno alle nocche delle due prime dita si erano formati dei piccoli segni rossi non troppo evidenti. Al pensiero dell'incontro con Carter mi vennero le palpitazioni; era riuscito a farmi del male di nuovo. Nella mia testa c'era il casino più totale per l'ennesima volta. Ero sul divano assorta tra i miei pensieri quando qualcuno suonò il campanello. Mi alzai in fretta e furia ed andai ad aprire. Davanti a me c'erano Luke, Casey e Calum. Luke e Casey avevano in mano due cartoni della pizza mentre Calum teneva un sacchetto bianco con dentro delle lattine di birra e di Coca Cola. Ma non avevano litigato quei due?
"Ciao Mel" disse Casey entrando.
Luke mi diede un bacio sulla guancia ed entrò seguito da Calum. Chiusi la porta alle mie spalle e guardai i miei amici che avevano già monopolizzato il divano e la tv. Aprirono i cartoni delle pizze e iniziarono a mangiare tranquilli.
"Non sapevo foste così affamati, non mi avete nemmeno dato il tempo di chiudere la porta."
Mi sedetti sul tappeto di fianco a Calum e presi una fetta di pizza.
"Ma voi due" dissi guardando Casey e Calum. "Vi siete rimessi insieme o..?"
La ragazza scoppiò a ridere mentre lui accennò un mezzo sorriso da 'non ci pensare nemmeno'.
"No Mel."
"Siamo solo amici."
"Che stronzi, avevate la fortuna di poter scopare in grande libertà e vi siete mollati" disse Luke.
Scoppiammo tutti a ridere, Luke non riusciva a dire una parola senza metter dentro nel discorso una nota di simpatia.
Parlammo e guardammo tv fino a tardi, dato che mia madre acconsentì quando le chiesi se i miei amici sarebbero potuti rimanere a dormire. Luke si addormentò subito come un bambino, con la maglia tutta sporca di briciole e Casey lo seguì a ruota, addormentandosi non appena scoccò la mezzanotte. Gli unici svegli eravamo io e Calum, che a stento mi parlava. Non sopportavo più questa situazione, la vita era mia e non mi sembrava necessario che lui dovesse arrabbiarsi così tanto solo perché non facevo ciò che mi diceva lui.
"Sei incazzato con me?"
Calum non si voltò, tenne lo sguardo fisso sul televisore davanti a noi.
"Ho incontrato Carter che veniva a casa tua oggi" disse posandosi una mano sulla pancia. "Cosa ti ha detto?"
La tensione si poteva tagliare con un coltello.
"Mi ha portato delle rose per farsi perdonare."
Fu in quel momento che si girò verso di me con un'espressione arrabbiata.
"E ci è riuscito, a farsi perdonare?"
Abbassai la testa e mi fissai i piedi nudi. Sentivo lo sguardo di Calum bruciarmi sulla pelle.
"No" dissi. "Io.."
"Cosa?"
"Niente Cal."
Il dito lungo di Calum mi sfiorò il dorso della mano ma la ritrassi subito. Mi faceva ancora male.
"Cosa ti ha fatto ancora quel bastardo?"

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Anche il quarto capitolo è scritto. Scusate se fa un po' schifo ma non sono troppo nell'umore di scrivere dato che sono malata (~_~;)
Se volete commentare sapete come fare, io mi dileguo. Adieu (o^^o)

Ps: ho scritto una nuova fanfiction, si chiama Sotto il cielo d'ottobre, se ne avete voglia, passate. Trovate tutto sul mio profilo.

Knockout, c.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora