𝐏𝐑𝐎𝐋𝐎𝐆𝐎

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''che succede? '' chiese Jimin vestendosi velocemente e nascondendo il sigillo sotto la veste. Tutto ciò che udì furono tre semplici parole, Yoongi, ucciso, padre, e non gli servì niente altro per capire.
Seguì velocemente Taehyung che era appena saltato giù dalla finestra e corsero verso le stalle, i loro cavalli ad aspettarli.
Non fecero in tempo ad arrivare che le trombe della corte iniziarono a suonare, il tipico suono che emettevano quando un nemico era vicino.
Taehyung afferrò delle vestaglie, le stesse usate dai contadini durante le ore più fredde del giorno, per poter nascondere il proprio viso e quello di Jimin dalle guardie imperiali.
Una volte indossate, diedero un colpo di tallone ai cavalli iniziando a correre.
Le mani di Taehyung, nonostante ora fosse lontano da Yoongi, continuavano a tremare e fu il tocco caldo delle mani piccole e paffute di Jimin sulle sue a farle smettere. Era così impegnato a chiedersi perché lo avesse toccato, per la prima volta in sedici anni, che le immagini di quella sera passarono per un momento in secondo piano. Ma sapeva che le avrebbe vissute ancora, ancora e ancora una volta chiusi gli occhi.
Ma mentre loro scappavano, l'artefice di quel gran trambusto aveva appena incolpato i due fratelli minori di qualcosa che non sarebbero mai stati in grado di compiere.
Nessuno dei due odiava il padre, soprattutto Taehyung che continuava a ripetersi che la colpa del suo odio fosse proprio lui e forse non aveva tutti i torti.
Taehyung e Jimin scapparono per tutta la notte, nessun posto sembrava abbastanza sicuro per poterci restare la notte.
Taehyung e Jimin, senza volerlo, erano diventati i criminali più ricercati in tutto il territorio cinese e una grossa taglia gravava sulle loro teste.
































































































Sarebbe morto così? Jimin avrebbe fatto qualcosa per aiutarlo o si stava godendo quella strana scena? Alla fine, se fosse morto avrebbe portato quella maledetta voglia con sé e Jimin avrebbe smesso di torturarlo in tutti i modi pur di cancellarla o sbiadirla.
I suoi pensieri vennero interrotti da una freccia che velocemente si andò ad infilare nella mano dell'uomo che lo teneva stretto. Non riuscì a capire chi l'avesse scoccata né da dove fosse venuta.
Alla vista del sangue si risvegliò dallo stato di paralisi in cui era finito e si pentì di averlo fatto.
Il suo collo, i suoi vestiti e il suo petto erano pieni del sangue di quell'uomo e, ancora una volta, le immagini si sovrapposero. Quel sangue ora era quello di suo padre, la freccia la spada di Yoongi e Jimin era la sua figura nascosta dietro la porta.
Il suo cervello era troppo stressato, non riusciva più a sostenere la vista del sangue e tutte quelle esperienze erano avvenute una troppo vicina all'altra.
Per una volta, il suo corpo diede retta alla sua mente e svenne tra le braccia di Jimin che aveva approfittato del disorientamento dei banditi per avvicinarsi al fratello facendolo sedere sul proprio cavallo.
Non appena Taehyung fu al sicuro tra le sue braccia vide una pioggia di frecce colpire i banditi e sospirò di sollievo tornando a camminare, il cavallo di Taehyung legato al suo.








































































































Dopo aver preso quel po' di cibo, aveva lasciato una moneta d'oro nella mano dell'uomo ed era uscito di corsa alla ricerca del soldato. Lo trovò poco più distante dalla staccionata dove Jimin e i loro cavalli li aspettavano, ignari di quello che era appena successo all'interno della locanda.
Si avvicinò velocemente al soldato, il fazzoletto con il pane stretto nelle mani sudate, e si sistemò qualche centimetro più in dietro. ''volevo ringraziarti per prima '' sussurrò piano e timido Taehyung. Aveva sempre paura di dire qualcosa di male e di essere castigato come al solito. Tolse un pezzo di pane dal fazzoletto e glielo porse. ''so che non è molto, ma so di aver interrotto la tua cena e-'' venne fermato dal maggiore che, voltatosi verso di lui, lo guardava truce. Stava parlando decisamente troppo e gli stava facendo venire un forte mal di testa.
''quell'uomo importuna tutti i ragazzi che entrano in quella baracca. Non per nulla è chiamata la casa degli stupri '' sbuffò alzando gli occhi il cielo, il corvino ''e ho fatto per te quello che avrei fatto per chiunque altro '' continuò facendo abbassare il capo al minore.
Si era convinto che qualcuno avesse fatto qualcosa per lui perché non vedeva in lui una disgrazia. Che illuso pensò scuotendo il capo.
































































































Era notte fonda quando si svegliarono a causa di un forte rumore. Qualcuno stava bussando insistentemente alla porta. Jimin, districatosi dalla forte presa del fratello, si era alzato per vedere chi stesse bussando così insistentemente alla porta. Che fosse Jeongguk a cercarli? Gli piaceva quel soldato, era un po' burbero ma li stava aiutando a mettersi in salvo. E poi trattava Taehyung come fosse fatto di diamante, una pietra indistruttibile ma che necessita attenzione e cura.
Aprì la porta e rimase sorpreso nel vedere Sungjae, il migliore amico di Taehyung.
''Taehyung sta dormendo '' lo avvisò il minore non volendo svegliare il fratello. Il maggiore lo ignorò e, spostandolo dall'uscio della porta, entrò in camera andando a svegliare il castano.
Il castano sussultò aprendo leggermente gli occhi e cercò distinguere la figura in piedi davanti a sé. Non riuscì a distinguere bene la figura che fu costretto a spalancare gli occhi per il sapore acre del vino.
Cercò di allontanare il calice dalle sue labbra ma l'uomo gli bloccò le mani con forza facendogli finire tutta la bevanda. Sentì subito l'alcol fare effetto.
Gli occhi iniziarono a diventare pesanti, la bocca asciutta e biascicò un silenzioso Jimin prima di crollare svenuto sul letto.

𝐁𝐘 𝐘𝐎𝐔𝐑 𝐒𝐈𝐃𝐄;; 𝐓𝐀𝐄𝐆𝐆𝐔𝐊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora