|2| Esame e paura.

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Il giorno dopo quell'incontro, a parere mio, strano e imbarazzante, Michelle ha deciso che era giusto smettere di parlarmi e di tornare a casa sua. Motivo? Non le ho detto che quel Capo Plaza dei miei stivali mi aveva parlato. Cose da pazzi, era offesa con me, ma vabbè.

La pace e la serenità a casa senza Elle e le sue grida, era da un lato meravigliosa, da un lato triste. Non avevo nessuno che mi veniva a svegliare saltando sul mio letto o che piangesse per un'unghia rotta. Ma ho avuto tutto il tempo per preparare il mio penultimo esame, pedagogia. Mi mancava poco alla laurea, la tesi era quasi finita, e a fine novembre avrei dato Sociologia. La mia ansia era sempre in continuo aumento.
Avevo scelto di studiare Psicologia perché mamma e papà erano due psicologi molto importanti, lo studio di famiglia aspettava solo me, ultima della famiglia a metterci piede e a tenere alto il cognome di papà, che si è spagnolo e ha tanti studi sparsi in giro per il mondo. Lo studio qua a Milano era in comune con quello della mamma, per la precisione si chiama "studio psicologico Bianchi-García". Io ho cambiato cognome all'età di 18 anni, il perché ? Papà ha chiesto il divorzio da mamma dopo 20 anni di matrimonio, e non ha più cercato me, si è creato la sua famiglia abbandonando me e mamma.

È arrivato il giorno dell'esame e la mia ansia non mi ha abbandonata tutta la notte, in più si è aggiunto il ciclo e i teneri dolori mestruali. Decido di andare all'università senza la macchina, ho bisogno di passeggiare per pensare alla mia intera vita. Arrivo all'università dopo più di mezz'ora, si stavo molto lontana dalla mia facoltà, problemi?! No.

Ho passato l'intera giornata in università ad aspettare il mio turno per svolgere l'orale di pedagogia, e appena sono stata chiamata e ho iniziato a ripetere e rispondere a tutte le domande ho visto la mia ansia abbandonarmi e grazie a ciò ho superato l'orale con un bellissimo 30 e lode.
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Quella sera avevo una voglia immensa di bere e mangiare mc a volontà, ma i miei piani sono stati distrutti dal suono del campanello. «Chi è che viene a darmi fastidio alle 22:00 di sera, in piena settimana?», pensavo fosse mamma, dopo ogni esame mi passa a trovare per sapere le novità e sapere come sto. Ma non era mamma. Era quel Luca, cosa voleva ora da me ?
" Ciao piccina, la tua amica mi ha detto che sta qua, dov'è?". No scusa?! Non non capito bene. Michelle non avrebbe mai detto che sta qua con me dopo aver litigato con me. "Non è in casa da qualche giorno, ci sono solo io.", gli ho chiuso la porta in faccia, e me ne sono tornata in cucina a sistemare tutto e ordinare da mangiare al mc, grazie McDelivery di esistere.

Erano le 4:00 passate quando ho sentito uno strano rumore che proveniva da fuori, subito dopo ho sentito la porta del balcone aprirsi di scatto. Non ero una cima con gli sport da piccola, ho fatto karatè ma ho smesso perché ero sempre buttata in ospedale per via di qualche ossa rotta.
Mi sono chiusa a chiave nella mia stanza e ho iniziato a piangere. Ho preso il telefono e ho visto che Michelle mi aveva mandato un numero di telefono qualche giorno prima, perché non avevo visto questo messaggio? Scusa Elle sono una pessima amica.
Chiamo e senza dare il tempo alla persona che era dall'altra parte ho iniziato a piangere e dalla mia bocca è uscito solo "Ho paura, vieni da me per favore." E ho chiuso li, senza dare il tempo di rispondere.

𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒓𝒊𝒎𝒂𝒏𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora