Capitolo 3.

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Per evitare di fare altre figuracce mi alzo molto velocemente, facendo finta che non sia successo nulla.
Vedo papà e la donna correre verso di me.

«Tesoro stai bene? Cosa stavi facendo?» chiede papà allarmato, porgendo la sua mano per aiutarmi ad alzarmi.

Sì, e adesso chi glielo dice che li stavo spiando?

«S-sì papà tutto bene. M-mh stav-o solo prendendo una cosa che mi era volata»
Che mi era volata? Che sto dicendo?
Cerco di cambiare argomento.

«Allora papà non ci presenti?» chiedo fissando la donna davanti a me.
È molto carina, capelli corti e biondi, labbra carnose e rosse, il suo fisico è come quello che hanno le modelle in un programma tv, quello che papà e io guardiamo ogni sabato.
I suoi occhi sono azzurri ghiaccio, uguali a quelli di mio padre, io per fortuna ho ereditato i suoi stessi occhi, celesti come il cielo in piena estate.
A primo impatto mi sembra adatta a papà.
Spero solo sia simpatica.

«Oh sì, tesoro, lei beh è...» ecco papà imbarazzato.
Quando lui si imbarazza inizia a balbettare e a diventare come un peperoncino in faccia.
La sua reazione suscita un piccolo sorriso sul mio volto ma non lo faccio notare.

«Beh lei è Evelyn» annuncia tutto d'un fiato.
Ha persino un nome grazioso.

«Evelyn, lei è la mia bambina Martina, Mar per gli amici.»

Sono per tutti Martina.
Non voglio mi chiami Mar, non ancora.

«Oh bene, ciao Mar» replica lei, facendomi un sorriso e porgendo la sua mano.

IO PER TE SONO MARTINA.

«Martina» dico fredda, ignorando la sua mano, che lei ritira con molto dispiacere.
«Per te io sono Martina, e non azzardarti più a chiamarmi così, perché io e te non siamo amiche» dico scandendo bene le parole.
Senza dire altro, salgo di nuovo nel piano di sopra, senza nemmeno ascoltare la sua risposta, intenta a ricercare la mia camera.
Non so, forse ho un po' esagerato?

Non voglio ci resti male, ma così mi chiamavano solo Giorgio e la mamma, è stata proprio lei a darmi questo nomignolo.
Mi mancano così tanto.
Beh, anche papà e la mia migliore amica mi chiamano cosi, loro possono.

Caccio via quei brutti ricordi e continuo a ispezionare la casa, quando finalmente trovo la mia camera, è davvero enorme; la mia vecchia camera dai nonni la condividevo con Giorgio, era piccola è tutta in legno e, molto spesso negli angoli si accumulava la muffa causata dall'umidità.
Inoltre in inverno entrava anche tanto freddo e molti insetti, poiché la finestra non si riusciva a chiudere bene.

Alla mia destra si trova un grande letto, coperto con un velo bianco; sembra il letto di una principessa, accanto a esso si trova un comodino del medesimo colore del letto, con una lampada decorata con dei fiori colorati, perfetto per leggere anche durante la notte.
Alla mia sinistra c'è una mensola enorme con tutti i miei libri preferiti e a fianco c'è una scrivania con sopra un computer portatile che, sicuramente, userò raramente visto che, preferisco i libri alla tecnologia.

I miei occhi si soffermano sull'enorme mobile che si trova dinanzi a me.
Ho sempre voluto un armadio cabina, nelle riviste sembra più piccolo.
Dal vivo è molto più bello e più grande. È bianco con dei fiori glitterati, e sulle maniglie c'è la lettera "M'' di colore argento.
Sembra fatto appositamente per me.
Papà non ha mai fallito nel sapere i miei gusti, è sempre stato un buon intenditore.
Persino le pareti sono del mio colore preferito, una parere è blu notte glitterato, mentre le altre tre sono argento con glitter blu.

Sono così concentrata sull'armadio che non mi accorgo nemmeno del grande quadro che si trova esposto sopra uno specchio gigante.
Siamo io, papà, mamma e Giorgio, in gita al Sunset Beach, in una delle spiagge più belle di Dubai.
Sono così contenta che papà lo abbia appeso qui in camera mia.
Non potrò mai dimenticare quel giorno, Giorgio si era riempito la bocca di sabbia, poiché gli sembrava che mangiando la sabbia sarebbe diventato un pesce.
Subito dopo si sentì male e così dovemmo correre immediatamente in ospedale.

✵ ✵ ✵

Ha sempre amato il mare, nuotare era il suo grande sogno, infatti da grande voleva tanto diventare un buon istruttore di nuoto.
Giorgio era un bambino molto vivace è sempre sorridente, proprio come lo era la mamma.
Anche quando veniva sgridato lui continuava comunque a sorridere, non come me che ero una piagnucolona.
Mi mancano così tanto, a volte penso a come sarebbe stata la nostra vita se loro fossero ancora qui con noi.
Immagino che la mamma avrebbe vinto tutti i trofei come ballerina migliore del mondo, era così brava.

Mentre Giorgio sarebbe diventato un ottimo istruttore di nuoto, o forse un bagnino? Chi lo sa!
Caccio via quei pensieri tristi, e decido di iniziare a sistemare i miei vestiti che si trovano ancora in valigia, ma vengo interrotta da una voce familiare che mi chiama.

«Martina, per favore scendi» urla papà dal piano di sotto.

Cosa mai vorrà? Mi vorrà sicuramente sgridare per il mio comportamento di prima con Evelyn, lo conosco troppo bene.

«Papà mi hai chiamata?» chiedo mentre scendo le scale.

«Sì vieni» risponde, mentre lui si accomoda sul divano.

Conosco quell'espressione, e sembra proprio che sia davvero molto arrabbiato.

«Martina, siediti» replica, facendomi cenno di sedermi sul divano.

Ed ecco che ogni mio dubbio svanisce. Quando lui mi chiama Martina, allora vuol dire che è davvero furioso.

«Ti sei comportata molto male con Evelyn, cercava solo di essere gentile con te. È andata via molto dispiaciuta. Cosa ti ho insegnato in questi anni? A essere così maleducata? Mi hai veramente deluso» replica molto irritato e triste.

«Non volevo papà, scusa. È solo che...» cerco di trattenere le lacrime.
«Così mi chiamavano solo la mamma e Giorgio» dico tutto d'un fiato, come se dentro custodissi un peso più grande di me.

Vedo la tristezza negli occhi di papà, poi mi abbraccia.
Un gesto davvero inaspettato.
A volte penso che papà si sia totalmente scordato di mamma e di Giorgio, e questo mi fa male.

«Scusa» gli ripeto sottovoce.

«Non chiedere scusa a me, lo chiederai stasera a Evelyn» annuncia lui, alzandosi dal divano.
Alzo lo sguardo e lo guardo confusa.

«Stasera?» chiedo continuando a guardarlo confusa.

L'ha già invitata qui a casa nostra?

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