Capitolo 5.

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«Mar, svegliati» urla papà scuotendomi, facendo vibrare persino il letto.
Odio essere svegliata così.
Mio padre non conosce assolutamente dei modi più docili per svegliare la gente in letargo.
Anzi, devo ringraziarlo di non avermi buttato un getto d'acqua fredda in piena faccia.

«Papà, che c'è? Non conosci altri modi per svegliarmi, anziché strattonarmi?» dico assonnata e, soprattutto, molto irritata.

«Ti sei per caso dimenticata dell'ultima volta che ti ho svegliato dandoti un bacio sulla guancia?
Mi hai scambiato per uno dei tuoi sogni erotici.
Adesso alzati, oggi è il tuo primo giorno di scuola» annuncia con aria quasi prepotente.
Sorrido, ripensando a quel piccolo equivoco.
In effetti ha ragione!
L'ultima volta che mi ha svegliato gentilmente io lo iniziai a baciare su tutta la faccia, agitandolo da una parte all'altra urlandogli : "sei il mio principe, sei venuto a prendermi?"
Al solo pensiero arrossisco.

«Mar insomma, ti vuoi alzare?» urla ancora mio padre.
Stavolta sembra che sia molto arrabbiato.
Alzati Martina, non fare arrabbiare papà.
No, proprio non ce la faccio.
Richiudo gli occhi.
Non voglio alzarmi, non oggi.

«Zayn è stato molto carino, si è offerto di accompagnarti lui oggi a scuola, quindi vedi di fare in fretta, non farlo aspettare» annuncia nuovamente, per poi andare via.

Spalanco gli occhi.
Zayn?
Andrò a scuola con Zayn?

Mi alzo svogliata, mi dirigo in bagno, dove mi attende la mia amata vasca con acqua calda.
Esco svogliata dalla vasca e inizio ad indossare i miei jeans stretti ed il mio amato maglione largo.
Non mi trucco, non ho mai amato truccarmi, non ne sarei nemmeno capace.
Finisco col mettere tutto l'occorrente nello zaino e scendo al piano di sotto, dove mi attende papà e una tavolata piena di colazione.
Do il primo morso al mio adorato cornetto ma, per poco, non mi si rompono i denti.
Con cosa è fatto? Con del ghiaccio?

«Cazzo papà, non pensavo che cucinassi così male» replico, prendendolo in giro.

«Mar, le parolacce. Non potresti essere più gentile? Sono alle prime armi, potresti comunque ringraziarmi del duro lavoro» ribadisce infastidito.

«Grazie papà per aver rovinato il mio appetito» rispondo dolcemente, rivolgendogli un occhiolino, mentre mi dirigo all'uscita.

«Bene visto che ti piace fare la saputella, domani ti sveglierai presto e la preparerai tu la colazione» urla papà dalla cucina.

Apro la porta, saluto papà con un bacio volante e corro in auto da Zayn.

Diamine, sono anche in ritardo.

Odio così tanto il lunedì.
Dovrebbero abolire tutti i lunedì dei mesi.
D'altronde chi non li odia?

«Buongiorno Zayn» annuncio, mentre apro la portiera della macchina.

«Buongiorno bella addormentata, dormito bene? Dai tuoi capelli si direbbe di sì» replica per poi scoppiare in una risata.
Quanta voglia ha di ridere alle sette del mattino?
No perché la mia è pari a zero.
Mi guardo nello specchietto dell'auto.
Cazzo, non può capitare proprio a me, non il primo giorno di scuola.

«Diamine, ho dimenticato di pettinarli. Ero troppo di fretta» replico.
Lui continua a ridere, adesso mi sta davvero irritando, gli sembro per caso un pagliaccio?

«Non fare lo stupido, non è divertente» dico con tono freddo.

«Tranquilla, sei bella anche così. Oggi è il tuo giorno fortunato. Apri lo sportello troverai un pettine, lo uso per le occasioni come queste» sbotta lui.

"Tranquilla, sei bella anche così" arrossisco a quella espressione.
Ma non glielo faccio notare.

Un pettine in auto?
Questo è il colmo!
Anche se, farebbe comodo anche a me, dovrei pensarci su.
Prima però dovrei comprare la macchina, naturalmente.
Papà ha insistito così tanto in questi giorni affinché andassimo a comprarla, ma la mia testa per adesso vaga da altre cose.
E l'auto al momento non è abbastanza importante per avere spazio tra i miei pensieri.

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