Capitolo 4.

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«Sì, stasera ci hanno invitati a casa loro» replica lui.

«Ci hanno?» continuo a chiedere ancora più confusa di prima.

«Sì amore, poco dopo che te ne sei andata, è venuto il figlio di Evelyn ad invitarci a cena da loro come gesto di benvenuto. Spero che tu prenda confidenza con i suoi figli» confessa, rivolgendomi un sorriso.

I suoi figli? Quanti ne ha?

«Papà perché non stiamo a casa? In fondo siamo appena arrivati» dico.

Non mi va proprio di andarci.

«Tesoro ho già dato la conferma che saremmo andati, in fondo sono i nostri nuovi vicini. È stato carino da parte loro invitarci a cena. Non credi?» chiede dolcemente.

Capisco dalla sua espressione, che ci tenga molto ad andarci.
Così annuisco evitando di fare altre storie.

«Bene allora vado a prepararmi» replico, per poi incamminarmi verso la mia stanza.

Metto i primi vestiti che trovo nella valigia, non ho ancora avuto il tempo di sistemarla.
Opto per un vestitino rosso, lungo sopra le ginocchia, con delle vans nere dello stesso colore della mia borsa di Michael Kors.
Ho sempre odiato le borse, preferisco gli zainetti, a parer mio sono più comodi.
Ma questa borsa è un regalo di papà, quindi meglio sfruttarlo.

«Io sono pronta!» replico scendendo le scale.
Papà mi squadra dalla testa ai piedi, per poi soffermarsi sulle mie vans.
So già cosa sta per dire, e no!
Non metterò i tacchi! Non li sopporto!

«Tesoro perché non indossi quelle scarpe, tanto carine che ti ho comprato insieme alla borsa? Dobbiamo fare una bella figura, e le vans con questo vestitino rosso non vanno proprio bene» annuncia dolcemente.

No, le vans vanno benissimo, vanno benissimo con tutto!
Anche con questo vestitino, cavolo!
Dopo tanti battibecchi, alla fine vince lui.
Ma solo perché mi ha ricattata di non portarmi al Powerhouse Museum, sogno di andarci da tantissimo tempo. Sì, sono anche una fanatica di musei. Quando papà andava a lavorare, io andavo in giro ad intrufolarmi nei musei delle città in cui siamo andati.

Durante il poco tragitto da casa nostra a casa Smith, ripenso a ciò che mi ha detto papà.
Dovrei chiedere scusa a Evelyn?
Cioè capisco di aver un po' esagerato, ma ho semplicemente detto ciò che pensavo.
Però meglio non far arrabbiare papà e scusarmi con lei.

Ero talmente persa dai miei pensieri, che non mi accorsi nemmeno di essere già arrivata.
Vedo davanti a me un ragazzo alto e molto carino.
Deve essere il figlio di Evelyn, quello di cui mi parlava papà pochi minuti fa.
Biondo scuro, labbra carnose come la madre e occhi marroni nocciola, li avrà presi dal padre?
Però è così carino, mannaggia a chi dice che gli occhi marroni sono brutti.
I suoi sono bellissimi!
Lui è bellissimo!

No Martina, cosa dici?
Che ti passa per la testa?
Lo hai appena conosciuto, smettila!

«Salve!» esclama il biondino.

Perché non riesco a parlare?

POV 'S ZAYN.

Apro la porta, quando davanti a me vedo un angelo vestita di rosso. I suoi occhi sono i più belli che io abbia mai visto. La sua carnagione così chiara, avvolta da quel mini vestito rosso che mette in evidenza le lunghe gambe perfette e il suo seno prosperoso, fa svegliare il mio caro amico dal suo amato letargo.

«Ehy, sei rimasta imbambolata?» le chiedo, mentre i nostri occhi si incrociano.

Lei fa un semplice cenno con la testa e io ricambio con un sorriso a trentadue denti. Sono sempre stato orgoglioso del mio sorriso.

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