Capitolo 6.

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E' passata già una settimana da quando ci siamo trasferiti in questa raggiante città.
A scuola vado benissimo.
Rispetto ai miei compagni, io sono molto più avanti con gli argomenti. Dovrò ricordarmi di ringraziare i miei vecchi insegnanti privati.
Inoltre con Claudia e Nancy siamo diventate molto amiche.
Non posso dire la stessa cosa di Jennifer, ho cercato di essere più gentile possibile, ma è proprio antipatica.
In questa settimana ci sono stati molti battibecchi tra di noi.
Non sono il genere di ragazza che giudica un libro dalla copertina ma, credetemi, lei è proprio arrogante, si sente al di sopra di tutti.
E inoltre cerca di mettersi sempre in mezzo tra me e Zayn.
In mezzo alla nostra amicizia, intendo!
Tra di noi non c'è nulla, almeno credo.

Ah Zayn!
Siamo diventati molto amici, lui è sempre così gentile con me.
Mi ha persino aiutato a trovare una scuola di ballo, poco distante da casa.
È il mio più grande sogno diventare una ballerina professionista, come la mamma.
Ho iniziato quattro giorni fa.
Inoltre mi ha confessato di avere un fratello gemello e un fratello più grande di un anno.
Ma entrambi al momento studiano fuori paese col padre.
Ecco perché quando abbiamo cenato a casa di Evelyn, loro non erano presenti.

✵ ✵ ✵

Sono le quindici in punto, tra dieci minuti dovrò andare a danza.
Ho anche conosciuto una ragazza molto
carina, un po' timida e impacciata.
Si chiama Grazia.
Mi ha aiutata molto, avevo dimenticato tutto ciò che riguardava la danza, ma lei è stata molto paziente insegnandomi di nuovo tutto, partendo dalla base.
Ho smesso di ballare dopo la morte di mamma e devo dire che ero anche abbastanza brava.
Ieri Sharon, la nostra istruttrice di danza, ci ha annunciato che a breve dovremmo fare uno spettacolo che si terrà nel teatro "Sydney Lyric Theatre".
L'idea che molte persone verranno ad assistere allo spettacolo, persino la televisione e la stampa, mi mette un pó d'ansia.
Non credo di essere già pronta, sono anni che non salgo più su un palco.

✵ ✵ ✵

Finita la lezione decido di tornare a casa, avevo promesso alle ragazze di aiutarle con filosofia.
A parer mio questa materia è sempre stata molto interessante, forse è per questo che mi piace così tanto.
Domani è domenica e abbiamo deciso con le ragazze di uscire a fare shopping.
Non sono il genere di ragazza che ama molto correre da un negozio all'altro, ma non voglio di certo starmene a casa.
Da quando sono qui, non sono mai uscita.
Eppure Zayn si era offerto di accompagnarmi per la città, chissà perché non me l'ha più chiesto.

Dopo dieci minuti finalmente arrivo a casa.
Le ragazze sono già qui, mi attendono furiose fuori la porta di casa mia.

«Hey ragazze, eccomi» urlo in lontananza.

«Martina, finalmente. E' da mezz'ora che aspettiamo qui fuori» annuncia Nancy, un po' arrabbiata.
Presumo che questa ragazza sia molto legata alla puntualità.

«Scusate, oggi a danza abbiamo finito un po' più tardi. A breve avrò uno spettacolo» rispondo, facendo le spallucce.

«Che bello! Non vedo l'ora di vederti sul palco allora» esclama entusiasta Claudia.

Vorrei avere anch'io il suo stesso entusiasmo.
Ma la verità è che sono terrorizzata all'idea.
E' da più di sette anni che non salgo su un palco a danzare.

Dopo ore e ore di spiegazioni sulla filosofia, accompagno le ragazze alla porta.
Andrò a farmi un bagno, ne ho davvero bisogno.
Amo questa vasca.
Riesce a far prendere una pausa ai mille pensieri che mi frullano in testa.

CHIAMATA IN ARRIVO.
DA : Papà.🖤
-Papà, sì, dimmi.-

-Mar rientrerò un pò più tardi stasera, ho una riunione di lavoro, vai fuori a prendere qualcosa da mangiare.-

-Okay Papà, a dopo.-

Stacco la chiamata, e vado subito a vestirmi.
Conosco un ristorante molto carino, papà mi ci ha portato il secondo giorno che siamo arrivati qui.
Credo proprio che andrò li.
Anche perché non ne conosco altri.
Esco di casa e mi incammino verso il ristorante.
Una volta arrivata ordino un bel piatto di fish & chips, accompagnata con insalata di mango.

Noto che accanto al mio tavolo c'è un tipo che mi fissa.
Non distoglie lo sguardo da me nemmeno per un secondo.
Cosa mai vorrà?
Una volta finito di cenare, prendo la mia borsa e mi avvio verso la cassa.

Esco dal ristorante e a un tratto noto una figura maschile inseguirmi.
Inizio a spaventarmi così decido di aumentare il passo, ma sento che l'uomo è sempre più vicino a me, presa dal panico inizio a correre più veloce che posso.
Mi giro a guardare, sperando che se ne fosse andato ma è ancora dietro di me.

Lo guardo bene, e noto che è lo stesso tipo che mi osservava con molta attenzione al ristorante.
Inizio di nuovo a correre, fino ad arrivare finalmente nella mia dimora ed entrare subito.
Per fortuna il ristorante non era molto distante da casa.
Rientrando ho notato che la macchina di papà ancora non c'è, mi chiedo come mai non sia ancora arrivato.

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