Capitolo 10

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Esco dal bagno, quando ad un tratto avverto una mano sul mio sedere, il che è alquanto strano visto che non si era mai permesso nessuno prima d'ora.
Mi volto per dargli uno schiaffo con tutta la mia forza, dritto in faccia, ma mi viene bloccata la mano.
Ma come si permette questo tizio?
Mi trascina verso una porta nascosta, lì vicino al bagno, per poi richiuderla alle sue spalle.
Ma cosa se ne fanno i Jones di una stanza nascosta?
Ma soprattutto chi è questo, e cosa vuole da me?

«Calma ragazzina, non voglio farti del male» replica rivolgendomi un sorriso perverso.
Che faccia tosta che ha, se non mi lascia subito gli stacco quella chioma rossiccia che ha in testa.
Si avvicina di più a me e, finalmente posso vedere meglio la sua faccia ma, a quella visione i miei occhi automaticamente si sgranano. Lo conosco, e lo stesso tipo che al ristorante non mi toglieva gli occhi di dosso, e che mi ha persino inseguita fino a casa.
Mi afferra violentemente entrambe le mani per poi sbattermi al muro, direi che questo ragazzo non conosce le buone maniere.

«Chi cazzo sei? E cosa vuoi da me? Ti ho conosciuto sai? Sei un pedofilo, ti ho visto al ristorante come mi guardavi, mi hai persino inseguita fino a casa. Lasciami subito, o giuro che te ne pentirai» urlo furiosa.
Ma cos'è? Uno stalker?
Non mi piace essere trattata come la puttanella della festa.
«Non so per chi mi hai preso tu, ma non sono una troia da scopare a tuo piacimento. Quindi sparisci da me» urlo ancora più forte, cercando di liberarmi.

La mia mente inizia a girovagare in pensieri negativi, è impossibile scappare, questo tipo ha una forza soprannaturale, nonostante sotto la sua t-shirt non si intravedono i muscoli.

«Per favore, lasciami. Ma cosa vuoi da me?» gli chiedo, quasi pregandolo.
Ma non c'è l'ha un cuore che pulsa nel suo petto?
Nemmeno le mie suppliche gli fanno mollare la presa, ecco a cosa porta l'alcool: a fare del male alla gente che non c'entra niente.

«Se te ne stai buona non ti accadrà nulla. Hai ragione sono lo stesso tipo del ristorante, lo stesso tipo che ti ha inseguito. Lo stesso tipo che ti sorveglia da tre mesi, ossia da quando sei arrivata qui. Io so tutto di te dolcezza» risponde secco, rilasciando il fetore di whisky.

«E sentiamo cosa sai di me?» chiedo curiosa, non credo nemmeno a una sola parola di tutto ciò che ha detto, mi vuole solo intimorire.

«Ti chiami Martina Esposito, Mar per le persone che ti amano. Tuo padre si chiama Ryan Esposito, è un professore di lingue e lavora all'università di Sydney. Da bambina hai perso tua madre Maria ammalata di cancro e tuo fratello Giorgio, inoltre hai solo una migliore amica, ossia Giulia che, è appena arrivata da Parigi, tu la consideri come una sorella. Hai anche delle amiche strette, che sono Nancy e Claudia, cioè, le tue compagne di classe, e Grazia che è la tua compagna di danza. Il tuo migliore amico, nonché anche vicino di casa, è Zayn, e chissà forse hai anche una cotta per lui. E inoltre la parte che più mi piace e che sei ancora vergine, poiché non hai mai avuto un ragazzo, continuo?» conclude con tono compiaciuto.
Spalanco gli occhi, non posso credere che sappia tutto questo di me, adesso sto iniziando davvero a spaventarmi.

«Allora principessa ti ho stupita? Se vuoi posso continuare, so molte altre cose» continua, avvicinandosi al mio collo per poi baciarlo con la lingua.
Mi fa ribrezzo avere quelle labbra ripugnanti sul mio corpo.

«Cosa vuoi da me?» chiedo abbastanza impaurita, cercando in continuazione di liberarmi dalla sua presa.

«Non l'hai ancora capito piccola? Io voglio te, voglio ogni minima parte del tuo corpo. Me ne voglio appropriare! Sarò la tua prima volta, non sei contenta di provare altre cose?» ribadisce, quelle parole mi disgustano, le lacrime calde continuano a rigare il mio viso.

«Fai la brava, faremo in fretta e poi ti lascerò andare. Così nessuno si farà del male» ripete con molta tranquillità. Come se per lui tutto ciò fosse normale.
Fare la brava?
E come potrei?
Sono nel panico totale.

La sua presa diventa ancora più forte, fino a provocarmi dei lividi lungo le braccia, ciò mi porta ad urlare dal dolore.
Ma nessuno riesce a sentirmi qui?
Una ragazza ha bisogno di aiuto, svegliatevi!
Beh in effetti come potrebbero sentirmi in questo buco chiuso e buio?

«Senti lasciami se no urlo ancora più forte» grido, continuando a piangere.
E come se non mi ascoltasse, come se le mie suppliche non servissero a nulla. E come se niente fosse continua a posare quelle viscide mani schifose in tutto il mio corpo, fino a strapparmi il corpetto del mio vestito, per poi appoggiare le sue labbra sul mio seno prosperoso, fino ad arrivare ai capezzoli e leccarli spudoratamente.
Poi afferra violentemente le mie mutandine, entrando con ferocità la sua ruvida mano.
Ho il vomito che sale e scende a questa scena raccapricciante, non riesco a capire come possa tenermi stretta con una sola mano e contemporaneamente con l'altra fare altro.

«Mi fai impazzire, specialmente con queste mutandine in pizzo» conclude, per poi strappare anch'esse, lasciandomi completamente nuda.
Io continuo ad avere come un nodo in gola, piango disperatamente in cerca di aiuto ma, ormai, non ho più le forze per urlare, e nemmeno la lacrime per continuare a piangere ma non devo mollare, devo reagire.
Gli tiro un calcio dritto nelle parti basse, ma non credevo fosse così agile, riesce a fermarmi, e come se mi leggesse nel pensiero.
Ho sempre creduto che il calcio lì, non avrebbe mai fallito in casi come questi, ma adesso mi sbagliavo, sapevo di dover portare lo spray al peperoncino.

«Senti piccola insolente, adesso hai rotto. Lo hai voluto tu, ti avrei fatto divertire molto. Ma adesso faccio a modo mio» ripete, mentre tira qualcosa fuori dalla tasca del suo giubbotto nero di pelle.

Cosa ho voluto io?

Cosa vuoi da me?

Cosa stai facendo?

Vedo una siringa nelle sue mani, a cosa ti serve?
Adesso la vedo attaccata nella mia gamba e, adesso... pian piano vedo tutto nero.
L'attimo dopo vedo la porta spalancarsi alle spalle di quel mostro.

Sono Giulia e quel tipo che non riesco proprio a dimenticare, ma cosa fanno qui?

Sono qui con me per aiutarmi?

Giulia perché continui ad urlare il mio nome?

Non vedi che sono qui?

Non urlare, mi scoppia la testa, smettila!

Scusa Giulia ma non riesco a risponderti, e come se avessi la bocca serrata ma, tu non piangere, per favore.
Perché quei due stanno litigando a pugni?
Guarda, ci sono anche gli altri, ma perché tutti piangete?
Non urlate, io sono qui, vi sento.

Cosa diamine mi succede?

Scusate ragazzi ma non riesco a rispondere alle vostre domande, i miei occhi vogliono chiudersi.

Chiudo lentamente gli occhi.

Vedo di nuovo tutto nero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 23 ⏰

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