Su Hogwarts cadde presto la neve, che portò con se il freddo dell'inverno. Hermione li stava conducendo in un posto, per discutere più tranquillamente, così diceva. Annie si stringeva nelle spalle. Quel freddo le entrava nelle ossa come spilli ghiacciati. Il naso le divenne completamente rosso, facendo risaltare le sue lentiggini ancor di più. Non era abituata a quelle temperature e il suo abbigliamento lo faceva capire. Il cappottino nocciola non riusciva a fermare il gelo, sentiva a stento le dita sotto ai guanti troppo leggeri. I suoi stivaletti affondavano nella neve, che finì per entrarle nelle calze. Camminava proprio accanto agli altri ragazzi. Ron la vide diventare sempre più piccola per il freddo. Con una smorfia, non troppo convinta, si sfilò la giacca pesante e la porse alla ragazza. "Stai congelando." Disse mettendogliela sulle piccole spalle. Lei si voltò verso di lui come un cucciolo spaventato. Si sentì subito scaldare da quel gesto. "Grazie." Disse lentamente, arrossendo. Lui le sorrise di conseguenza. Accelerò il passo per recuperare Harry, lasciando le due ragazze una affianco all'altra. Si guardarono ed entrambe sbuffarono in una risata maliziosa. Ora era il ragazzo che si stringeva per il freddo. "Che cavaliere, Ronald." Lo prese in giro Harry. "Sta zitto."
"Allora chi dobbiamo incontrare?" Chiese Harry una volta sulla porta di quella che sembrava essere una locanda. "Solo un paio di persone." Hermione li superò per aprire la porta. All'interno era peggio di come fosse fuori. Annie, che era in ultima fila, si mise sulle punte per guardare dentro. Sembrava quasi abbandonata tanto era malmessa. "Che bel posto." Si fece sfuggire Annie. "È il più sicuro lontano dalle vie principali." Dietro al bancone un signore, anziano quasi quanto quella baracca, li guardò salire le scale. In poco tempo davanti agli occhi dei quattro ragazzi si radunò un bel gruppo di studenti, alcuni con delle facce conosciute. Annie era seduta a terra, gambe incrociate, tra quelle di Ron, seduto su una sedia, proprio come quella sera con il temporale. Harry era al loro fianco ed anche Hermione. Nella stanza aleggiava un'imbarazzante silenzio. Il profondo respiro di Hermione lo ruppe. Si alzò in piedi. "Ehm...salve. Dunque, tutti sapete perché siamo qui. Ci occorre un insegnante." Il gruppo la ascoltava. "Un insegnante come si deve. Qualcuno che ha avuto delle vere esperienze nella difesa contro le arti oscure." "Perché?" Sbruffò un ragazzo, seduto in prima fila. "Perché?!" La voce di Annie sovrastò la sua. "Perché tu-sai-chi è tornato." Un'aria di sfida si posò sul suo volto. "Così dice lui." "Così dice Silente." Spiegò Hermione. "Silente dice così, perché lui dice così." Continuò il dibattito. "Il punto è: dove sono le prove." Di nuovo un grande silenzio. "Se Potter potesse dirci di più su come Cedric è stato ucciso." Questa volta fu un altro ragazzo a parlare. "Non voglio parlare di Diggory, quindi se siete qui per questo potete anche sgombrare." Si alterò Harry. "Andiamo Hermione sono qui solo perché mi vedono come un fenomeno." Sussurrò nell'orecchio di Hermione. "É vero che sai produrre un incanto patronus?" La voce lenta di Luna interruppe la loro discussione. "Sì. L'ho visto io." Puntualizzò Hermione. "Accidenti Harry, non ne sapevo niente." Parlò lo stesso ragazzo che lo aveva attaccato in sala comune. "E ha ucciso un basilisco." Neville lo difese. "Con una spada. Nell'ufficio di Silente." Gli occhi di tutti si riempirono di entusiasmo. "É vero!" Si esaltò Ginny. "Il terzo anno ha lottato contro cento disennatori in una volta." "E l'anno sorso ha affrontato voi-sapete-chi in carne ed ossa." Ron fu interrotto dalla ragazza che era ai suoi piedi. "Aspetta..." Harry la fece voltare verso di lui. "Sentite. Sembra tutto grandioso a sentirlo così, ma la verità è che ho avuto fortuna. Non sapevo quello che facevo metà del tempo, ho avuto quesi sempre un aiuto." "Sta facendo il modesto." "No Hermione, è vero. Affrontare queste cose nella vita reale non è come a scuola. A scuola, quando commetti un errore, puoi sempre riprovare il giorno dopo, ma...lì fuori, quando sei ad un istante dall'essere ucciso o-o vedi un tuo amico morire davanti ai tuoi occhi, non sapete che cos'è." Le parole tremarono nella sua bocca. "Hai ragione Harry non lo sappiamo." Annie allungò una mano per afferrare la sua. Il ragazzo la guardò negli occhi, pieni di empatia. "Per questo insieme possiamo aiutarli." Si voltò verso il gruppo che aveva davanti. "Perché se avremmo la possibilità di sconfiggere Voldemort..." quel nome le fluì di bocca senza alcun impedimento. "È successo davvero?" Disse un bambino, il più piccolo di tutti. Harry annuì. Annie si alzò in piedi. Per alzarsi pose distrattamente una mano sul ginocchio di Ron, incontrando la sua. "Wingardium Leviosa." Con un colpo di bacchetta portò un tavolino davanti agli atri tre ragazzi. Si sedette vicino a loro. Estrasse lentamente un foglio, ingiallito dal tempo, dalla sua borsetta e lo mise sul tavolino. "Flagramus." Sussurrò alla sua bacchetta e, prendendola come una penna, scrisse all'estremità del foglio. Esercito di silente. Poco più sotto scrisse Annie Caroline Joly, con la sua bella scrittura. Passò tutto ad Harry, che era al suo fianco, e lui scrisse il suo nome. La stessa cosa fecero gli altri due. Hermione, scritto il suo, posò la bacchetta e il foglio al centro del tavolo. Il gruppo si dispose lentamente in una fila ben ordinata ed uno alla volta scrissero il loro nome. Annie guardò compiaciuta i compagni.
Tornati ad Hogwarts, Harry si preoccupò di trovare un luogo in cui iniziare le lezioni. Un luogo che la Umbridge non avesse potuto scoprire. "La stamberga strillante." Propose Ginny, che gli camminava dietro, come tutto il gruppo. "Troppo piccola." "La foresta proibita?" Propose Annie, che doveva quasi correre per stare al passo. "Non se ne parla neanche!" Ron la fermò, terrorizzato da quel nome. "Harry, e se la Umbridge lo venisse a scoprire?" Ginny richiamò la sua attenzione. "Chi se ne importa. Insomma... è piuttosto eccitante, no? Infrangere le regole!" Hermione scoppiò entusiasta. "Chi sei tu? Che ne hai fatto di Hermione Granger?" Annie si voltò verso di lei, non si sarebbe mai aspettata una affermazione del genere dalla ragazza.
Fu Neville a trovare la stanza perfetta. La stanza delle necessità. Hogwarts voleva farli combattere. Il giorno seguente, tra i corridoi, girava la voce del primo raduno dell'esercito di Silente. Quello stesso pomeriggio tutti i nomi presenti sulla lista si presentarono alla prima lezione. Harry e Annie erano in piedi davanti a tutti. La ragazza aveva i capelli raccolti con la sua bacchetta. Le tremavano immensamente le mani, camminava nervosamente su e giù davanti a tutte quelle persone. Harry la prese per le spalle, fermandola. "Sta tranquilla." Le disse. Si concentrò sui suoi occhi azzurri, cercando di calmarsi. Fece un bel respiro, arricciando il suo nasino. "Ok..." mormorò fra se e se. "Scusatemi..." nessuno si voltò ad ascoltarla, continuarono a parlare tra di loro. "Scusatemi..." alzò il tono, ma nessuno sembrò sentirla. "Scusate..." la sua voce risuonò nella sala vuota. Si voltarono tutti, spaventati da quel grido. Tornò ad essere piccola piccola. Si schiarì la voce, cercando conforto negli occhi di Harry. "S-salve a tutti, per chi non mi conoscesse io sono Annie, Annie Joly. È un piacere rivedervi tutti..." i suoi occhi si posarono su Hermione, che la ascoltava attenta. "Se siete qui c'è un motivo, siete qui per combattere. Io ed Harry..." si voltò verso di lui, che era rimasto in silenzio come tutti gli altri "...vi aiuteremo a padroneggiare gli incantesimi che vi saranno utili in caso veniate attaccati." Finì il suo discorso con un sorrisetto imbarazzato sulle labbra, con le guance scarlatte. Tutti continuavano a fissarla. "Prego." Indicò loro di voltarsi, con un gesto delle mani. Scese gli scalini e si fece largo tra il gruppo. Davanti a lei c'era un un manichino con in mano una finta bacchetta. I sui occhi corsero sul gruppo di ragazzi in cerca di un volontario. "Neville!" Esclamò fermandosi sul ragazzo. "Vieni pure." Lo invitò a prendere posto al suo fianco. "Voi altri mettetevi pure in fila." Fecero come ordinato. "Bacchetta in posizione." Sfilò la sua dai capelli, lasciandoli cadere lungo la schiena. Il ragazzo prese la sua tra le mani tremanti. "E ora di pure Expelliarmus." Si voltò impaurito verso di lei, era chiaro che non aveva mai lanciato quell'incantesimo. Lei lo sollecitò a provare. Si rivolve verso il manichino. Con uno scarso colpo di bacchetta esclamò "Expelliarmus." La bacchetta gli sfuggì dalle mani, volando pericolosamente all'indietro. Tutta la fila si accucciò di colpo. La bacchetta cadde rumorosamente al suolo. "Sono senza speranze." Disse sconsolato. "Stai...stai solo scuotendo troppo la bacchetta." Harry lo rincuorò. "Prova così!" Fece vedere come procedere. Il bastoncino del manichino fu scaraventato a terra. Annie mise una mano sulla spalla di Neville. "Sta tranquillo, so che ci riuscirai." Le fece un sorriso sdentato. "Avanti, chi è il prossimo?".
*spazio autrice*
Ecco a voi il tanto atteso terzo capitolo!Sono molto felice che la storia vi stia piacendo. Ma ci sono ancora tante cose da scoprire. Come mai Annie è ad Hogwarts? Avete notato che aprendo la foto ad inizio capitolo si può leggere il nome di Annie? Voi che ne pensate? Fatemelo sapere in un commento. Peace out!
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𝐀𝐧𝐧𝐢𝐞-||𝐑𝐨𝐧 𝐖𝐞𝐚𝐬𝐥𝐞𝐲||
FanfictionHermione spostò la mano, ancora tesa ad indicare Harry, verso il ragazzo seduto con le gambe incrociate sul tappeto. Era evidentemente più robusto dell'altro e anche più alto. I suoi capelli erano rossi, solcati da ciocche che sembravano fili dorati...