2. Scuola

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Arrivai a scuola

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Arrivai a scuola. I ragazzi spingevano avendo fretta di entrare. Come biasimarli, i fiocchi di neve stavano gradualmente aumentando.

Non sentivo le loro urla ma a giudicare dalle loro espressioni potevo capire che in quel momento ci fosse parecchio frastuono.

D'un tratto un ragazzo che mi era accanto venne spinto, e di conseguenza cadde su di me.

"Auch." sospirai, toccandomi la schiena dolorante, che aveva appena battuto per terra. Per fortuna non avevo urtato la testa.

"Ragazzina, attenta a dove metti i piedi." disse il ragazzo, sollevandosi dal mio corpo e riuscii a capire cosa avesse detto leggendo il suo labiale.

Sbuffai, in realtà era stato lui che non aveva fatto attenzione, io c'entravo ben poco, non era un mio problema se quel ragazzo non prestava attenzione nelle cose che faceva.

Mi rialzai da sola, dato che fui pienamente ignorata da una mia richiesta di aiuto quando porsi la mano al ragazzo, sperando che mi tirasse su.

Lo lasciai perdere e finalmente, dopo una decina di minuti, riuscii ad entrare e sospirai.

Andai verso il mio armadietto rosa carne, inserendo come sempre il codice.

Era la data del giorno dell'incidente. Credevo che mettendo quella non me ne sarei mai dimenticata. Inizialmente mi maledii da sola, perché ripetere e ripetere ogni giorno quella data iniziò a farmi male, ma poi cambiai prospettiva e la pensai in modo positivo. Era anche la data del giorno in cui io ero sopravvissuta.

Dovevo vivere per i miei genitori ed ero sicura che loro avrebbero voluto solamente il mio bene, quindi cercavo di non farmi spesso abbattere anche se mi era difficile.

Afferrai dall'interno dell'armadietto alcuni libri e quaderni che avevo lasciato lì il giorno precedente.

Poggiai un'attimo il mio zaino all'interno di esso per sistemare meglio i libri, fin quando vidi un'altra mano poggiarsi improvvisamente sull'armadietto accanto.

Sussultai per lo spavento, avendo paura di chi mi sarei potuta trovare davanti se mi fossi girata, ma respirai a fondo quando vidi che era solamente mia cugina Dae.

"Buongiorno!" Parlò ad alta voce e nello stesso momento lo fece nella lingua dei segni.

"Buongiorno..." Sussurrai. Avevo sempre paura di dire qualcosa di sbagliato o di dirlo nel modo sbagliato.

"Tutto bene?" Mi sorrise e io scossi di poco la testa.

"Non tanto. La giornata è iniziata col piede sbagliato. Spero solo che migliori." mossi le mani nel modo più lento possibile, anche se sapevo che lei aveva passato anni e anni ad esercitarsi nella lingua dei segni solo per me, quindi era abbastanza esperta.

I Can Hear You || J.JkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora