Freddo come le fiamme. - PokéPasta.

4.3K 129 20
                                    

Diceva che saremmo stati per sempre insieme. Diceva che saremmo stati la squadra più forte di tutto il mondo. Mi aveva promesso che non mi avrebbe mai deluso. E io feci lo stesso per lui. Ma era un bugiardo sin dall'inizio. Oh, come ha mentito.

Mi ricordo la prima volta che ci incontrammo. Ero uscito dalla mia Poké Ball in quel laboratorio. Il ragazzo mi sorrise e iniziò ad amarmi. Mi diede persino un soprannome. Mi chiamò Icefire. Non ero sicuro del motivo, anche perché il ghiaccio e il fuoco sono agli opposti, ma accettai il nome. Fu il giorno in cui la nostra avventura iniziò.

Catturò molti Pokémon, ma io ero il suo preferito. La sua squadra cambiava spesso, ma io non ero mai messo da parte. C'ero per ogni battaglia in Palestra, c'ero per ogni combattimento con l'allenatore di turno, non ero mai nella mia Poké Ball. Non c'è mai stata una battaglia in cui abbiamo perso, non una in cui sono andato K.O. Gli volevo bene e lui voleva bene a me. Mi evolvetti da un Charmender a un Charmeleon in pochissimo tempo. Quando lui prese la quinta Medaglia io ero già un Charizard. Ero sicuro che non ci sarebbe stato niente che ci avesse impedito di battere i Superquattro, e di raggiungere il suo sogno di avere la più forte squadra di Pokémon del mondo.

Almeno, era quello che pensavo.

Ed eccoci qui, all'entrata della Via Vittoria. Il ragazzo mi guardò negli occhi, e tenemmo lo sguardo per molto tempo. Quindi prese un respiro profondo ed entrammo. Era freddo e buio, ma la fiamma sulla mia coda era più luminosa e calda che mai. Proseguimmo con energia ed entusiasmo. Dopo circa trenta minuti di esplorazione e di battaglie, potevo sentire la stanchezza in lui. "Icefire, non abbiamo già passato quell'enorme masso?" mi chiese d'un tratto. Mi guardai intorno e mi resi conto che eravamo già passati da lì. Ero abbastanza sicuro che ci fossimo passati tre o quattro volte.

Scacciai il pensiero, e lo fece pure lui, visto che continuò dritto. Tuttavia, altri trenta o quaranta minuti passarono, e mi iniziai a stancare. Avevo combattuto così tanti Pokémon di tipo roccia. Il ragazzo mi diede un'altra Iperpozione, ma appena riprendemmo sentivo ancora le energie che se ne andavano. Il ragazzo perse improvvisamente le speranze. "Io... non so dove andare... ci siamo persi, Icefire", mormorò, la sua voce si perse con un eco attraverso le pareti rocciose.

All'improvviso sentii una presenza oscura. Un basso gemito venne da dietro di noi. Un gigantesco Onix emerse dall'oscurità e salì sopra di noi con una velocità incredibile. "Icefire, fermalo con Alacciaio!" urlò il ragazzo. Debole come ero, colpii l'Onix, che sentì a malapena il colpo. Ruggì e una frana riempì la caverna. Prima che potessi chiudere gli occhi un muro di rocce mi cadde addosso. L'ultima cosa che ricordai era l'allenatore che urlava il mio nome.

Il dolore mi assalì come un treno quando mi risvegliai. Sentivo il sangue scorrere sulla mia testa, e il terreno intorno a me era coperto di sangue. Il ragazzo era in ginocchio sopra di me, e potevo sentire emozioni diverse provenire da lui. Sentivo tristezza, confusione, sollievo, ma più di tutte sentivo rabbia. "Hai resistito ad ogni attacco. Puoi resistere a molti attacchi dei Pokémon di tipo acqua, ma questo attacco di roccia ti ha fatto svenire? Pensavo di potermi fidare di te, Icefire. Non sei mai svenuto in una battaglia prima d'ora. Non posso avere un Pokémon come te in squadra, finirei col perdere."

Non sapevo come sentirmi. Non si era mai comportato così quando un suo Pokémon è svenuto. Lo portava solo al centro Pokémon e lo allenava di più. Non riuscivo a capire perché mi aveva detto così. Questa è stata la prima volta. Ero già stanco e debole, e quell'Onix era più forte di qualsiasi avversario avessi mai fronteggiato. Ma forse non sapeva cosa stava dicendo. Doveva essere debole, stanco e confuso come me. Sì, doveva esserlo. Mi avrebbe rimesso nella mia pokéball e mi avrebbe curato appena fuori dalla Via Vittoria.

Mi sbagliavo.

Si alzò e si allontanò da me. "Mi hai deluso. Dovevi essere il mio Pokémon più forte. Dovevi essere sempre forte. Ma ora hai mostrato quanto sei debole. Perciò, questo è un addio, Charizard." Quella volta non mi aveva chiamato Icefire.

Il suo amore era falso. Ero il suo preferito perché ero il più forte. Era pieno di orgoglio e di egoismo. Sbagliavo a fidarmi di un umano. Giacevo lì, confuso, debole e quasi senza speranze. Quasi. La fiamma sulla mia coda bruciava ancora. Era fioca, ma lentamente mi riempiva di calore.

Pieno di dolore mi alzai. Mi guardai lentamente intorno. I massi dell'attacco di Onix erano sparpagliati lungo il sentiero. Alcuni erano macchiati di sangue. Lentamente mi mossi verso una pozza d'acqua. Guardai il mio riflesso. Un grosso squarcio era presente sul lato destro della mia testa. Dei graffi coprivano il mio collo. Grosse contusioni blu e nere spuntavano dalle mie braccia e dal mio dorso. Fissai il sangue che cadeva dalla mia faccia nell'acqua. Presto il mio riflesso divenne da blu a cremisi. Lì era dove mi aveva colpito. Mi aveva fatto questo. Mi aveva fatto credere che potevo resistere a tutto. Aveva finto con il suo amore finché non fossi diventato più forte. Ma non era mai stato orgoglioso di me. Era solo fiero di se stesso.

Ogni sentimento che era presente dentro di me bruciò in un odio oscuro vero quel ragazzo e verso qualsiasi umano sulla Terra. Una nuova forza nasceva dentro di me. L'unica cosa che mi distraeva dal dolore che sentivo era il puro desiderio di vendetta. Trovai l'uscita della Via Vittoria e collassai di fronte all'edificio dell'Indigo Plateau. Qui riposai, aspettando il suo ritorno.

Mi sentivo molto più forte dopo il riposo e mi preparai al momento in cui sarebbe uscito fuori. Il momento finalmente arrivò. Appena lo vidi apparire barcollai in avanti e lo colpii mandandolo a terra. I suoi occhi terrorizzati bruciavano nei miei, e quasi vidi un pizzico di rimorso. Ma passò subito, mandò il suo Seadra e gli ordinò di attaccare. Un grosso getto d'acqua mi colpì in pieno petto. Ero zuppo d'acqua, potevo sentire la fiamma della mia coda affievolirsi.

Ma l'attacco non mi aveva fatto niente. Sentendo l'ira nei miei occhi mi tuffai verso Seadra e colpii il suo stomaco con gli artigli. Seadra cadde, ma si riprese appena l'allenatore gli ordinò di usare Surf. Una colossale onda avanzò verso di me, ma volando la evitai. L'acqua sfiorò gli artigli delle mie zampe. Tornai a terra ed usai Terremoto, prendendo Seadra in pieno.

Brontolando, il ragazzo cambiò Seadra con Raichu. Prima che potesse attaccare usai di nuovo Terremoto. Raichu aveva ancora un po' di forza rimasta, poiché non cadde, ed io ero paralizzato dal suo seguente attacco Tuono. Di nuovo, sentivo le forze abbandonarmi. No, non doveva succedere. Mi ripresi e finii Raichu con un Lanciafiamme.

In seguito mandò Lapras e gli disse di usare Pioggiadanza. Iniziandomi a preoccupare, usai di nuovo Terremoto, ma Lapras sembrava illeso. Lapras usò Idropompa, ma lo schivai appena in tempo e lo colpii con Alacciaio. "Presto, Lapras, usa Body Slam!" Prima che me ne accorgessi, Lapras era sopra di me. Caddi a terra, le forze che mi abbandonavano per la pioggia. Lentamente mi alzai, ma le mie gambe cedettero e caddi di nuovo. Lapras e il ragazzo erano sopra di me. Chiusi gli occhi, aspettando il colpo di grazia. Ma questo non venne.

La pioggia cessò. Sentii un battito d'ali, e quando riaprii i miei occhi il ragazzo non c'era più. Non avevo idea di dove fosse andato. Ma quando infine trovai la forza volai via e atterrai in una foresta molto lontana da lì. Avevo volato molto, ed ero esausto, perciò trovai uno spiazzo e crollai al suolo. Quando mi svegliai stavo peggio di prima e realizzai che c'era una tempesta.

Muovendomi il più possibile verso gli alberi, coprii la coda con le ali. La mia coda stava ancora bruciando, ma questa volta non avevo più speranze. La fiamma non era calda. Era fredda, come il ghiaccio. Ora il mio nome aveva molto più senso. Era come se il mio nome avesse previsto la mia fine. Icefire. Era il mio nome... per qualche ragione stavo lottando per ricordarlo. Non ricordavo nemmeno com'era la faccia del ragazzo. Non ricordavo più nulla. Cedetti e mi abbandonai al suolo.

Ora giaccio qui, disperso e morente, ogni barlume di speranza è completamente perso. Fa così freddo... non sento niente, solo la mia coda che brucia. Brucia come il ghiaccio, e io accolgo il freddo calore che porta. Credo di iniziare a sorridere... non ho sconfitto quel terribile ragazzo, ma ora si pente di ciò che ha fatto. Come la mia coda, un fuoco freddo brucerà per sempre il suo corpo, con vergogna e rammarico. Lo consumerà, forse lo porterà perfino alla morte.

Morte.

Perché non è già arrivata? Ho perso tutti i miei sensi... sto lottando per ricordare perché ero così arrabbiato con quel ragazzo. Sta ancora bruciando... da quanto tempo sono qui? Perché la fiamma non si spegne? Perché il dolore non se ne va? Perché...?

Io... non ricordo. C'è qualcosa di importante che sto dimenticando... no... certo che no...

Fa...

Fa freddo.

Così freddo...

Creepypasta - Storie HorrorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora